ROMA

Che succede a Tor Sapienza?

Sono giorni di fuoco quelli che si stanno verificando nel quartiere di Tor Sapienza, nel cuore della periferia romana. Abitanti del quartiere, uniti a gruppi riconducibili all’estrema destra romana, hanno tentato un assalto prima a un’occupazione dei movimenti per il diritto all’abitare abitato da una dozzina di famiglie; poi, al grido di “negri di merda vi bruciamo tutti”, si sono scagliati contro il centro d’accoglienza per richiedenti asilo di viale Morandi.

Qui la situazione è degenerata, con lanci di molotov e bombe carta. I rifugiati, di cui quaranta sono minori, hanno cercato di proteggersi come potevano, asserragliandosi all’interno insieme agli operatori. Attualmente non stanno uscendo neanche per andare a scuola. «Nessuno è intervenuto – ci dice un abitante della zona, che vista la situazione preferisce rimanere anonimo – Gli aggressori erano più o meno tutti della zona, però questa volta c’era qualcuno altro che non avevo mai visto prima, probabilmente legato a qualche gruppo di estrema destra. Gli assalitori avevano in mano spranghe e bastoni, alcuni hanno lanciato pietre contro le finestre, riuscendo a romperne alcune. Nella sassaiola è volata anche una bomba carta che è esplosa vicino l’ingresso. Infine è arrivata la polizia ma è rimasta ferma a guardare: non è mai intervenuta nè per mediare nè per bloccare questi atti razzisti contro adulti e minori stranieri».

La follia si è ripetuta anche ieri pomeriggio, dopo l’assemblea convocata dagli abitanti del quartiere. Anche questo era prevedibile. Come riportato ancora dal nostro interlocutore, «Oggi un gruppo di persone si è riunito davanti il bar vicino al centro d’accoglienza. Ogni tanto si avvicinavano alla struttura per minacciare i ragazzi di morte, e affermavano di voler tornare questa notte per mettere a fuoco il centro».

Interessante notare come lo striscione d’apertura recitasse la frase “Stop invasione”, slogan usato dalla Lega Nord nella sua campagna anti – immigrazione e che a Roma ha trovato in Casa Pound un fedele alleato (ricordiamo i tristi siparietti di Borghezio e dei fascisti del terzo millennio davanti la scuola di Casal Bertone, dove impedivano agli studenti di poter seguire le lezioni). Stavolta ci sono state ore di scontri, partiti da una cinquantina di persone a volto coperto: il centro d’accoglienza adesso è distrutto e l’incolumità dei ragazzi è sempre più in pericolo. Tanto che un minore di sedici anni ospite del centro, ieri è stato massacrato da un gruppo di “abitanti del quartiere” e si trova tuttora in ospedale. Ma, come ci dice ancora il ragazzo intervistato, «Le aggressioni da qualche giorno sono quotidiane e avvengono alla luce del sole. Era evidente che la situazione poteva esplodere da un momento all’altro. Quattro giorni fa, era già successo un casino. Due ragazzi ubriachi hanno avuto un alterco con due ospiti dello Sprar, le conseguenze sono state spaventose. I ragazzi hanno chiamato a raccolta i propri amici, tornando sotto il centro di Viale Morandi in 20 armati di spranghe . Per caso è passata una volante in zona e loro sono fuggiti. Ma la situazione è quotidianamente agitata, qui succede di tutto, dai furti fino al tentativo di violenza subito da una ragazzina e poi diventato il movente dell’assalto. Lo scippo non ha frontiere, vengono derubati italiani e stranieri senza differenza di origini. Pochi giorni fa, anche dei ragazzini egiziani hanno subito il furto di un portafogli. In questa zona si vive male, il problema non è la sicurezza: è l’abbandono totale a se stesso che il quartiere subisce da anni».

La struttura si trova in Viale Morandi a pochi metri da Via Prenestina. Il centro ha al suo interno due differenti progetti, un Centro di prima accoglienza per minori e uno Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Lo Sprar ospita 40 richiedenti asilo e rifugiati. Il progetto è sotto l’egida dell’Associazione nazionale comuni italiani: il finanziamento proviene in minima parte dal comune di Roma e per il resto dalla rete degli enti locali. I soldi sono attinti dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, costituito per la gran parte da finanziamenti europei. Il centro è nato nel 2011 a seguito dell’Emergenza Nord Africa per ospitare minori stranieri non accompagnati provenienti per la gran parte dal Bangladesh. Negli scorsi mesi ha cambiato progetto entrando nella rete Sprar, ma ancora adesso ospita numerosi minori.