ITALIA

Studenti Solidali: nuove pratiche di mutualismo e militanza a Bari

A Bari, già dallo scorso aprile, un collettivo di studenti liceali e universitar* ha dato il via a una pregevole iniziativa di solidarietà. Un’esperienza che non si risolve nel contesto pandemico, ma che prova a immaginare nuove forme di attivismo

Con ancora oltre tremila contagiat* e più di settemila persone sottoposte a misure d’isolamento, Bari risulta una delle città più colpite dalla seconda e terza ondata pandemica. Il quartiere Libertà, costruito agli inizi del Novecento e così denominato per il prevalente stile architettonico Liberty, rappresenta una delle zone del capoluogo barese più ferite dal virus, complici anche difficoltà economiche diffuse e una mancanza di welfare ormai strutturale.

 

«Il quartiere è forse il più povero di Bari e mette in evidenza le fragilità della città», a parlare è Andrea, componente del collettivo Studenti Solidali Bari.

 

«Inizialmente la nostra iniziativa è nata dalla volontà di dare una mano a quella che è la comunità più fragile della nostra città con la distribuzione di viveri e beni di prima necessità». Andrea frequenta l’ultimo anno dell’Istituto tecnico economico. Ha compiuto diciotto anni da poco ed è entrato a far parte di Studenti Solidali Bari a dicembre: «Dal 22 dicembre per essere più precisi, dopo il tentato sgombero dell’ex Socrate. In quell’occasione ho conosciuto da vicino gli Studenti Solidali che erano presenti e ho deciso di contribuire anche io».

 

 

Il collettivo raccoglie «universitari e liceali», ragazze e ragazzi «dai quindici ai ventuno anni», specifica Christian, uno dei membri fondatori: «Sin dall’inizio abbiamo cercato costruire un canale di distribuzione e una comunità mutualistica all’interno della città che rimanga e non sia solo per l’emergenza».

 

Le difficoltà connesse alla pandemia hanno dunque mobilitato un processo di ricomposizione di rapporti politici all’interno della città.

 

L’intenzione però è di proseguire anche in futuro. Christian insiste sul fatto che «nei momenti di massima incertezza verso il futuro, tessere relazioni con le persone più fragili e costruire una rete di solidarietà sia quanto mai necessario per rispondere alle situazioni ancora più difficili che probabilmente dovremmo affrontare nei prossimi mesi. In questo senso, per noi essere insieme significa reagire ad un mondo che isola».

 

Poiché in città una distribuzione di beni di prima necessità era già attiva, grazie alla sinergia tra Caritas ed enti istituzionali, Studenti Solidali Bari ha deciso di rivolgersi ai piccoli commercianti.

 

«Abbiamo messo i nostri carrelli solidali in più attività (abbiamo anche una mappa che le indica tutte)», racconta ancora Christian: «Da questo punto di vista la grande distribuzione ci ha sempre dato problemi, i piccoli commercianti invece si sono resi subito disponibili a dare una mano senza storie e si è così instaurato un rapporto di fiducia».

 

 

I giovani del collettivo hanno poi deciso di coinvolgere anche i mercati cittadini, unendo così alla pregevole attività mutualistica anche una sana attitudine anti-spreco. «Noi facciamo attività di recupero: prendiamo il secco, non compriamo nulla», puntualizza Andrea: «C’è questo mercato dove andiamo, in via Garruba, con anche una bancarella di due bengalesi: loro come precetto islamico hanno anche quello della donazione e sono molto legati a noi, ci danno un sacco di roba buonissima».

 

Spinti dal buon esempio, anche gli abitanti del quartiere hanno cominciato a donare ciò che può risultare utile. Continua Christian: «All’inizio c’era un po’ di diffidenza, mentre ora, per esempio all’interno della fila che si forma il sabato, si è creato un sentimento di legame».

 

Le iniziative di Studenti Solidali Bari non si esauriscono però nella colletta alimentare. «Quella è stata la priorità: non avendo una base fisica, prima la facevamo a domicilio, poi siamo stati nell’Ex Caserma Liberata, uno spazio occupato, mentre durante la seconda ondata ci siamo spostati in una sede Cobas ora usata per attività di volontariato. Attualmente invece siamo al Bread & Roses, finché non troviamo una sede proprio nostra», spiega Andrea: «Nel frattempo abbiamo orientato la prassi della solidarietà anche alla nostra dimensione studentesca e abbiamo pensato di donare libri con cui costruire una libreria sociale per dare un supporto a tutti gli studenti che stanno vivendo un momento difficile».

 

 

Sin dalla sua nascita, la rete Studenti Solidali Bari si è infatti mossa su più livelli, accompagnando la pratica mutualistica a riflessioni sull’identità e sulla militanza. «Due cose vorremmo che restassero anche quando riusciremo a lasciarci alle spalle questa emergenza», conferma Marco: «Il metodo, che poi è il vecchio metodo operaista cioè prassi-teoria-prassi, e il modo di stare insieme. Non si tratta solo di aiutare chi si trova in difficoltà, ma agire determinate pratiche coinvolge e trasforma chi collettivamente le agisce e le pensa».

 

Marco prosegue citando poi un articolo di Silvia Federici apparso, in Italia, sulle pagine della rivista online “Machina”, dal titolo Sulla Militanza Gioiosa. Proprio dalla lettura di quel testo Marco prende in prestito un’efficace definizione per l’impegno degli Studenti Solidali: «Una militanza contro la solitudine».

 

Anche Christian concorda: «Studenti Solidali è stato un lavoro politico di cura individuale e collettiva, non solo verso l’esterno nei confronti delle marginalità dimenticate dai due governi “pandemici”, ma anche verso l’interno, verso noi stessi». E conclude: «Questa esperienza è stata in grado di ricomporci, di ricostruire una dimensione comune in cui costruire nuove relazioni e pratiche collettive in grado di “darci consapevolezza che non affrontiamo il mondo da soli”».

A un anno dalla nascita del progetto, gli Studenti Solidali Bari hanno recentemente lanciato una campagna di crowdfunding. Si legge nel comunicato: «Il lockdown ha solo esasperato delle situazioni di forte disagio già presenti sul territorio locale e nazionale. Oggi come allora le istituzioni sono ASSENTI. È per questo che sentiamo la necessità ancora una volta di non essere indifferenti. La solidarietà è l’anima della nostra azione: vogliamo supportare chi corre il rischio di essere dimenticato e lasciato indietro. Perché la solidarietà ci sia è necessario che tutti diano il proprio contributo».

Questo il link per la raccolta fondi.

Immagini da: Studenti Solidali Bari