EUROPA

Studenti in piazza a Madrid, tensioni e sgomberi all’università

Mobilitazioni a Madrid in occasione della due giorni di sciopero studentesco. Ieri la polizia è entrata nel campus della Complutenseper sgomberare gli studenti – 54 studenti fermati, rilasciati in nottata – mentre oggi si terrà un corteo contro l’aumento delle tasse, per l’aumento delle borse di studio e contro la precarietà

La Spagna è, secondo l’OCSE, di gran lunga il paese in cui si è visto un aumento delle disparità economiche tra ricchi e poveri, soprattutto a causa della forte disoccupazione (che colpisce il 55% della popolazione) e della grave povertà (soprattutto per i giovani tra i 18 e i 25 anni) in un sistema di protezione sociale quasi inesistente. Il 22 marzo sono scese in piazza in circa un milione, manifestanti, movimenti e sindacati provenienti da tutta la Spagna e confluite a Madrid nel giorno della Marcia per la dignità, contro le politiche di austerity imposte dalla Troika, per rivendicare reddito, istruzione, lavoro, diritti. Ci sono state cariche molto violente da parte della polizia per sgomberare le piazze, con lancio di lacrimogeni e proiettili di gomma, decine di feriti e arresti; una giornata di lotta, una manifestazione enorme che ha saputo rispondere alle provocazioni e alle violenze poliziesche resistendo per diverse ore nel centro della capitale, come abbiamo raccontato su questo sito.

Pochi giorni dopo, in occasione della settimana di sciopero e lotta del mondo dell’educazione con cortei e mobilitazioni in tuttala Spagna, la polizia è entrata nella Città Universitaria per sgomberare il rettorato occupato e caricare gli studenti in mobilitazione.

La mattina del 20 marzo infatti, numerosi studenti di varie facoltà hanno deciso di occupare il rettorato dell’UCM di Madrid per richiedere al rettore di adempiere almeno a quelle che sono da considerarsi delle “concessioni di emergenza”, ovvero erogazione di borse di studio per coloro che non hanno i mezzi per pagare le tasse universitarie, e il blocco del provvedimento di espulsione per chi non può permettersi di poter sostenere il pagamento delle tasse e dunque continuare ad frequentare l’università. La risposta è stata la chiamata delle forze dell’ordine che sono entrate all’interno del campus per sgomberare gli studenti che manifestavano pacificamente. Più di 50 gli studenti arrestati. Nei giorni successivi ci sono stati cortei diffusi e manifestazioni di solidarietà anche da parte di molti docenti per richiedere l’immediato rilascio degli arrestati. Abbiamo raggiunto al telefono Carmen, studentessa di Scienze Politiche e attivista di Contrapoder. E’ appena terminato il corteo per chiedere la liberazione degli arrestati.

“A causa dei tagli all’università degli ultimi anni abbiamo deciso già lo scorso anno di occupare il rettorato ottenendo alcune promesse dal rettore e l’impegno a istituire un fondo comune straordinario per le borse di studio per gli studenti della Complutense.(di Madrid) Il fondo fu istituito, mantenendo però gli stessi criteri delle borse legate al ministero. Quest’anno siamo tornati ad occupare per chiedere il prolungamento del fondo di finanziamento ed opporci al decreto di espulsione dall’università per gli studenti che non sono in grado di pagare le tasse. Oggi questi studenti vengono espulsi, noi chiediamo invece un fondo straordinario che copra queste spese e permetta a tutti di continuare a studiare.”

E’ davvero emblematico il fatto che una istituzione come l’università diventi sempre più un luogo ostile agli stessi studenti, nonché un dispositivo di esclusione per i meno benestanti, e di valutazione costante e continua per i più “meritevoli” di poterla frequentare. Mentre il dissenso non è assolutamente tollerato, in nessuna forma.

Alla Complutense l’occupazione del rettorato non ha dato nessun problema ai lavoratori, agli amministrativi, a diversi docenti. Infatti Carmen ci conferma che “alcuni professori ci hanno appoggiato, così come diversi lavoratori del personale amministrativo del rettorato stesso. Abbiamo tenuto un gruppo di mediazione coi lavoratori e i docenti durante questi sei giorni di occupazione, non c’è mai stato nessun problema fino a quando non è stata chiamare la celere. Abbiamo deciso di occupare il rettorato, in quanto questo è un luogo decisionale rispetto al fondo delle borse di studio e responsabile dell’aumento delle tasse.” Molti docenti hanno deciso di prendere parola anche contro il rettore – leggi comunicato– convinti che il futuro dell’università pubblica dipenda anche dalla capacità solidarizzare con le esigenze degli studenti . Infatti, nel comunicato che ha ricevuto numerose adesioni, chiedono che non venga sporta nessuna denuncia per coloro che hanno occupato il rettorato. Alcune richieste degli studenti sostenute anche dai docenti sono: riduzione delle tasse universitarie, non espellere gli studenti per mancati pagamenti, aumento dell’erogazione di borse di studio, maggiore trasparenza del bilancio universitario.

Carmen continua dicendo che non solo “il rettore ha la gravissima responsabilità di aver richiesto l’intervento della polizia, ma anche di aver risposto all’appello dei docenti dicendo che degli studenti arrestati non gli importa niente”. Così come non gli importa nulla di chi viene espulso dall’università, evidentemente. Giunto alla fine del suo mandato, a poche settimane dall’elezione del nuovo rettore, Carrillo non esita a chiamare la polizia più volte in questi giorni di lotta del mondo della formazione. Gli studenti rilanciano chiedendo con forza le sue dimissioni. [leggi il comunicato]

Di giorno in giorno sono aumentati i partecipanti all’occupazione del rettorato della UCM, fino alla giornata di ieri, la giornata di sciopero e di blocco dei cancelli del campus della Città Universitaria. Sono state erette barricate e bloccate le lezioni, ma la polizia è intervenuta in forza fino a dentro le facoltà. Alle 9 e mezza, quando già gli ingressi delle facoltà erano bloccati, il rettore dà l’ordine di sgomberare e chiesto l’intervento della polizia. Alle 9 e mezza arrivano 8 blindati, un’ora dopo – ci racconta Carmen – erano già ventidue. “Lo sgombero del rettorato è stato pacifico all’inizio, poi la polizia ha avuto atteggiamenti più pesanti e ha arrestato 54 studenti, portandoli in questura senza chiarire le accuse. Molti tra gli arrestati vengono da fuori Madrid, sono arrivati il 22M per la Marcha della dignità e si sono fermati a sostenere le lotte della UCM. Ieri pomeriggio inoltre c’è stato un corteo nelle facoltà per chiederne la liberazione”.

La notizia di questa mattina è che gli arrestati di ieri sono usciti in nottata, tutti denunciati a piede libero per danneggiamento e occupazione. Ma la protesta non si ferma. Tomalafacultad, la rete che riunisce gruppi di docenti di diverse università pubbliche di Madrid, ha chiamato lo sciopero in tutte le università pubbliche, e oggi si torna in piazza. Oggi pomeriggio infatti a Madrid si terrà una manifestazione, alle 17.30 un corteo partirà da Atocha per raggiungere il Ministero della Pubblica Istruzione con lo slogan: “Unidad contra el tasazo. Las becas son un derecho. La precariedad un delito”.

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