MONDO

Strage dell’Isis in Rojava. Perché a Quamişlo? Perché ora?

Grave attentato dell’Isis a Quamişlo in Rojava: la vendetta contro il successo militare, politico e sociale del confederalismo democratico.

Stamattina un camion bomba è esploso a Quamişlo, in Rojava. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, varia tra le 35 e le oltre 60 a seconda delle fonti locali. Almeno 150 feriti. L’attacco alla città di Quamişlo è un attacco al cuore del Rojava e della sua organizzazione politica, arteria pulsante del confederalismo democratico in Siria, quartier generale dello YPG ( unità di difesa del popolo).

Mentre si continuano a contare i morti e si scava nelle macerie alla ricerca dei sopravvissuti, l’Isis tramite la sua agenzia stampa Amaq ha rivendicato l’attentato.Ma perché a Quamişlo? Perché ora?

Le forze armate dello YPG e YPJ, a cui si sono uniti nel tempo anche uomini e donne dei villaggi liberati dall’oppressione di Daesh, stanno portando avanti un’offensiva militare verso Raqqa, la capitale dell’autoproclamatosi Stato Islamico. È notizia di pochi giorni fa lo sviluppo dell’operazione militare “Operation Martyr Commander Faysal Abu Leyla” per la riconquista della città di Manbij, vicina alla roccaforte di Daesh, da cui sono state portate in salvo 200 famiglie per mettere in sicurezza le zone conquistate e continuare l’offensiva militare.

Proprio durante le operazioni di liberazione di Manbij si è costituito lo YPG-international, segnale di come la solidarietà internazionale al Rojava, al suo progetto politico cresce sempre più e uomini e donne da ogni parte del mondo si stanno unendo nella lotta a Daesh.

Il fronte della lotta armata in Rojava si allarga sempre più e il sostegno da parte della popolazione civile dei villaggi liberati cresce di volta in volta, perciò non possiamo far altro che leggere l’attacco di oggi come una vendetta per le vittorie delle forze di liberazione curde.

Quello che si sta costruendo in Rojava, il con federalismo democratico, viene discusso, studiato e incrementato ogni giorno nelle accademie di Quamişlo, con una formazione che include diritto, scienze sociali, filosofia, scienza, completamente gratuita e aperta a chi quella società la vive.

L’attacco di oggi mira a distruggere tutto questo, ed ecco perché Quamişlo e perché ora, perché la vittoria delle forze curde si è dimostrata essere non solo militare, ma politica e sociale.