ITALIA

“Stop alle bombe sui civili!”

In occasione della giornata nazionale delle vittime civili di guerra nel mondo l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ha sostenuto la campagna di International Network on Explosive Weapons – INEW, per rafforzare la protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso delle armi esplosive nelle aree popolate.

“Il 1° febbraio, giornata nazionale delle vittime civili di guerra nel mondo abbiamo chiesto, insieme ad ANCI, ai Comuni di tutta Italia e alle istituzioni centrali e periferiche, di illuminare di blu palazzi e monumenti: un gesto simbolico per richiamare l’attenzione sulle sofferenze dei civili di tutto il mondo coinvolti in guerre e conflitti armati e per chiedere l’avvio di un concreto percorso che porti alla pace”  afferma il Presidente di ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) Michele Vigne, anch’esso vittima civile di guerra, che rappresenta e tutela in Italia le vittime civili di guerra e le loro famiglie.  E aggiunge “sono trascorsi oltre 100 giorni dall’inizio della guerra a Gaza che ha causato più di 25.000 vittime e più di 700 giorni dal conflitto in Ucraina che ne ha causate oltre 10.000, tra cui migliaia di bambini. Invece che creare soluzioni di pace si continuano a contare i morti, soprattutto tra i civili”. 

L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ha anche per questo rilanciato la sua adesione alla campagna “Stop alle bombe sui civili” di INEW che invita tutti gli Stati a rispettare la Dichiarazione Politica Internazionale “per rafforzare la protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso delle armi esplosive nelle aree popolate

Questa dichiarazione è stata firmata il 18 novembre 2022 a Ginevra dalle delegazioni diplomatiche di 82 stati tra cui l’Italia e 45 da organizzazioni internazionali, mira a salvare la vita ai civili e a rafforzando  la loro protezione, vietando l’uso di armi esplosive nelle aree popolate e assistendo le vittime e le comunità colpite durante e dopo il conflitto.

Durante la firma il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale del Governo Meloni ha dichiarato: “Il Governo italiano attribuisce grande valore a questo processo, che si inserisce nel solco dell’impegno del nostro Paese a sostegno dei diritti dell’uomo e del protezione dei civili nei conflitti, così come di una più compiuta attuazione del diritto internazionale umanitario”. 

Secondo l’Istituto svedese SIPRI, negli ultimi dieci anni l’Italia è stata responsabile di circa il 5% degli appalti militari israeliani. E cita i dati raccolti nell’inchiesta del 10 ottobre pubblicata da Pagella Politica sul valore del commercio di armi tra Italia e Israele: “Tra il 2013 e il 2022 le aziende italiane hanno venduto a Israele armamenti per un valore pari a quasi 120 milioni di euro: in media circa 12 milioni di euro all’anno, con un andamento altalenante nel tempo” . Il ministro degli Esteri Antonio Tajani la notizia della sospensione di forniture militari a Israele da parte dell’Italia a partire dal 7 ottobre del 2023 e per tutta la durata del conflitto. “Sappiamo che le armi italiane non cambierebbero nulla per Israele. È solo una questione di solidarietà”, ha commentato una fonte nell’aviazione privata.

La decisione del governo Meloni è entrata in vigore a seguito di una legge speciale approvata in Italia nel dopoguerra che vieta di vendere armi a un Paese che sta conducendo una guerra. Tuttavia, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il parlamento italiano ha votato a favore di un’eccezione che permette il rifornimento di armamenti all’esercito ucraino e il 12 dicembre 2023 l’Italia è stata tra i 23 stati astenutosi  durante la votazione ONU per una tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata che porti alla cessazione delle ostilità a Gaza, con 153 stati a favore e 10 contrari.


Per approfondire il tema della Giornata e più in generale delle vittime civili di guerra si rimanda al sito www.anvcg.it e https://www.inew.org/

Immagine di copertina da Wikimedia Commons