INCHIESTE

A schede scoperte: i candidati e la trama dei loro interessi

A pochi giorni dalle elezioni politiche Openpolis rende pubblici e liberamente accessibili i dati sugli interessi economici dei candidati. Ci raccontano molte storie interessanti su queste elezioni, da rivali politici che fanno affari insieme a possibili conflitti di interesse

Con Pac, il political ad collector lanciato l’anno scorso da ProPublica, Openpolis ha avviato il primo monitoraggio in Italia della propaganda politica sui social. Attraverso l’installazione di un’estensione, gli utenti possono «tenere sott’occhio i post che politici e candidati sponsorizzano su Facebook. Una necessità nata dalla natura stessa del social: attraverso la targetizzazione dei contenuti non tutti sono soggetti alle stesse pubblicità, rendendo molto difficile un’effettiva conoscenza del fenomeno».

A schede scoperte, che sostituisce Voisietequi, è uno strumento online che consente di scoprire dati personali, incarichi passati e interessi economici di tutti i 7.662 candidati delle prossime elezioni politiche. Con questo strumento «Per la prima volta tutti possono conoscere informazioni che dovrebbero essere pubblicamente sempre disponibili per chiunque si candidi a ricoprire – o a maggior ragione già ricopre – incarichi politici, ossia le partecipazioni e gli incarichi in aziende. Informazioni che assumono un interesse particolare quando si mettono in relazione, per disegnare mappe di connessioni che aiutano a ricostruire la trama degli interessi economici di chi aspira a fare le leggi in Italia».

Proponiamo di seguito il primo approfondimento di Openpolis basato su dati degli interessi economici dei candidati alle politiche 2018.

 

A schede scoperte non è soltanto il censimento di tutti i 7.662 candidati delle prossime imminenti elezioni politiche – ricercabili per singolo collegio – con gli incarichi politici attuali e passati, ma anche l’elenco per ciascun candidato dei suoi interessi economici. Per la prima volta tutti possono conoscere informazioni che dovrebbero essere pubblicamente sempre disponibili per chiunque si candidi a ricoprire – o a maggior ragione già ricopre – incarichi politici, ossia le partecipazioni e gli incarichi in aziende. Informazioni che assumono un interesse particolare quando si mettono in relazione, per disegnare mappe di connessioni che aiutano a ricostruire la trama degli interessi economici di chi aspira a fare le leggi in Italia.

Un conto è sapere che il candidato Caio del centrosinistra è amministratore delegato della Tizio srl, un altro è sapere che nel consiglio di amministrazione si trova anche Sempronio, candidato del centrodestra, e rivale di Caio nello stesso collegio. Può capitare quindi che un avversario in politica sia un socio in affari. Unire questi due ambiti quindi, politico ed economico, ci permette di far emergere realtà, legittime da un punto di visto legale, ma talmente particolari da essere di grande interesse quando in ballo ci sono le elezioni che decideranno le sorti del nostro parlamento nei prossimi 5 anni. Grazie a queste analisi insomma, possiamo puntare un primo faro su una materia molto ampia che non è mai stata analizzata in maniera sistematica nel nostro paese. 

Una fotografia degli interessi economici in ballo

Prima di entrare nello specifico della questione, cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando. I 7.662 candidati alle politiche 2018 possiedono 1.848 proprietà  e 3.862 incarichi in aziende. Proprietà e incarichi che ovviamente possono essere della stessa persona nella medesima azienda.

Ognuna delle 31 liste ha in media, attraverso i propri membri, 43 proprietà di diverso tipo nelle aziende del nostro paese. La forbice tra i primi e gli ultimi è però molto ampia, il che conferma le differenze fra l’estrazione economica delle diverse liste in gara. Le prime quattro, che hanno un forte distacco sul resto delle liste, sono tutte di centrodestraForza Italia (181 proprietà), Noi con l’Italia(138), Lega (124) e Fratelli d’Italia (119). A seguire 10 volte meglio (il neonato movimento di startupper) con 89, Insieme con 84 e il Partito democratico con 81. Tra le forze politiche più grandi quella con il dato più basso è il Movimento 5 stelle, con 37 proprietà in azienda.

Gli interessi economici dei candidati alle politiche 2018

Numero di proprietà in azienda, per lista di elezione

 

L’altra dimensione da affiancare alla proprietà è quella degli incarichi aziendali, che possono essere di vario tipo, quelli che in particolare noi esaminiamo sono incarchi di direzione: amministratore, amministratore delegato, amministratore unico, consigliere, consigliere delegato, legale rappresentante, ecc.

Incarichi aziendali registrati dai candidati di Forza Italia, record fra le liste delle politiche 2018
La classifica è ancora una volta guidata interamente dal centrodestra con Forza Italia (325 incarichi aziendali totali), Noi con l’Italia (272), Lega (245) e Fratelli d’Italia (231). Molto interessante il caso di 10 volte meglio, lista con 76 candidati e 84 incarichi aziendali, per una media di più di un incarico per membro. Anche qui, il Movimento 5 stelle registra un dato fortemente inferiore rispetto alle altre grandi liste ancora non citate: 70 incarichi aziendali contro i 102 di Liberi e uguali, 128 di +Europa o 134 del Partito democratico.

La concentrazione di proprietà e incarichi nella lista “10 volte meglio” è la più alta

La distribuzione territoriale di questi dati segue per forza di cose il peso economico delle diverse circoscrizioni, nonché regioni. I candidati in Lombardia sono quindi quelli con il più alto numero di proprietà (451), seguiti da quelli in Campania (301), Lazio (255), Veneto (242) e Puglia (219).

 

Dove si concentrano gli interessi economici dei candidati

Le proprietà in base alla regione di candidatura

In particolare i candidati plurinominali della camera a Milano centro (Lombardia 1-03) guidano la classifica dei singoli collegi con ben 43 proprietà, seguiti dai candidati in Puglia 01 (Bari e provincia) con 41. Sul terzo gradino del podio abbiamo a pari merito con 35 proprietà Basilicata 01 (sempre collegio plurinominale della camera) e Campania 2 – 03, collegio per Montecitorio che include le zone di Agropoli, Battipaglia, Salerno e Scafati.

 

Chi guida le classifiche

Come già abbiamo avuto modo di vedere la new entry 10 volte meglio è di particolare interesse. Non a caso uno dei loro candidati figura fra quelli con più proprietà aziendali. In corsa in ben 4 collegi plurinominali (Lombardia 1 – 03, Veneto 1 – 01, Veneto 1 – 02, Veneto 2 – 01) Lucio Gomiero, attualmente Chief business officer in Benetton, risulta avere 11 proprietà in aziende. Undici proprietà, nonché 14 incarichi aziendali, anche per Maurizio Carrara di Forza Italia, candidato sia all’uninominale (in Toscana) che al plurinominale (Toscana e Trentino-Alto Adige). In doppia cifra anche Salvatore Di Mattina (Lega) con 10 proprietà in azienda e 4 incarichi aziendali, Emilio Floris di Forza Italia (10 proprietà in azienda e 5 incarichi) e Jacopo Paoletti, sempre di 10 volte meglio, con 10 proprietà e 3 incarichi aziendali.

proprietà in azienda. È il record detenuto da 2 candidati: Maurizio Carrara (Forza Italia) e Lucio Gomiero (10 volte meglio)

Per quanto riguarda gli incarichi aziendali, tra gli oltre 7.600 candidati ce ne sono 2 che ne hanno più di 20. Parliamo di Angelo Novellino (Blocco nazionale per la libertà), candidato sia all’uninominale che al plurinominale nel Lazio, che ha 25 incarichi aziendali e Guido Della Frera candidato all’uninominale per il centrodestra in Lombardia con 21 incarichi aziendali.

Dopo aver analizzato un po’ di dati generali possiamo passare alla seconda analisi, quella delle connessioni. L’importanza di questa base dati infatti si basa proprio sulla capacità di intercettare collegamenti economici per ricostruire la rete delle relazioni reciproche. Per farlo, presenteremo dei casi d’uso specifici raggruppandoli per tipologia.

Aziende come hub di candidati

Un trend ricorrente che è emerso è quello di specifici candidati della medesima lista che hanno incarichi o proprietà nelle stesse aziende. Un tipo di analisi che ci permette di creare dei veri e propri hub politici all’interno di alcune imprese, o, se si vuole, aziende che aspirano ad avere rappresentanza politica diretta in parlamento.

Di seguito alcuni esempi:

Casapound e la Pivert Torino – L’amministratore unico della società è Marco Racca, che ne detiene anche il 35% delle quote. Come soci figurano anche Matteo Rossino, con il 25%, e Federico De Petris, con il 15%. Tutti e tre sono candidati in Piemonte in collegi plurinominali della camera dei deputati. La società è omonima del marchio di abbigliamento Pivert, ribattezzata “la linea di moda della destra” da molti giornali.

 

Centrodestra e il doppio legame con Mondadori e Fininvest – Parliamo dei consiglieri di Mondadori Cristina Rossello (candidata all’uninominale e plurinominale), Alfredo Messina (plurinominale al senato) e Pasquale Pio Graziano Cannatelli (plurinominale alla camera). Quest’ultimo è anche vice presidente nonché consigliere di Fininvest assieme a Salvatore Sciascia (uninominale al senato). Tutti e quattro sono candidati in Lombardia, e a loro possiamo aggiungere Roberto Trombini, candidato al plurinominale in Piemonte, e consigliere assieme a Sciascia della Immobiliare Idra Spa.

 

Fratelli d’Italia e la Dedalo Comunicazione – Giovanni Donzelli, candidato in vari collegi plurinominale della camera in Toscana, è proprietario della Dedalo Comunicazione al 35%. Assieme a lui Augusta Montaruli, candidato alla camera in Piemonte sia all’uninominale che al plurinominale, che detiene il 17,78% della quote, e Michele Barcaiuolo, plurinominale in Emilia-Romagna per la camera, con il 6,67%.

 

Popolo e costituzione con Pandora tv – L’ex eurodeputato Giuletta Chiesa è candidato alla camera nel collegio plurinominale Lazio 1. Attualmente è anche amministratore unico e socio all’8,33% di Pandora Tv. Assieme a lui, con il 4,17% delle quote, Antonio Ingroia che corre per la camera nel collegio uninominale della Basilicata e in vari collegi plurinominale tra Sicilia, Lazio e Basilicata. Con la stessa percentuale di partecipazione anche Margherita Furlan, candidata al senato nel plurinominale del Friuli-Venezia Giulia, e Gennaro Domenico Damato, sempre al plurinominale ma in Puglia. Quest’ultimo e Giulietta Chiesa sono anche rispettivamente presidente e vice presidente della Hub media consulting Srl, di cui detengono assieme la maggioranza, avendo entrambi il 33,33% delle quote.

 

10 volte meglio con Impactscool, Mercurio, Nestar, Fuudly, Flatmateme, Checkout Technologies e Apollo – Andrea Dusi (in Veneto al plurinominale e uninominale e in Lombardia al plurinominale), Cristina Maria Roberta Pozzi (anche lei all’uninominale del Veneto e vari collegi plurinominali tra Veneto, Puglia e Lombardia), Lucio Gomiero (al plurinominale in Veneto e Lombardia), Francesco Antonio Lato (in Liguria sia all’uninominale che al plurinominale) e Giovanni Nicolò Ricci (uninominale in Lombardia) sono tutti candidati alla camera. Assieme creano un network che collega la lista a 5 diverse aziende, attraverso partecipazioni e incarichi.

Aziende pubbliche

Altra tipologia di connessione è quella con la sfera pubblica, con il coinvolgimento in particolare di 2 aziende. Arturo Diaconale, candidato di Forza Italia nel collegio plurinominale Lazio 2, assieme a Luigi Mazzutto (candidato per la Lega in Molise) hanno incarichi presso la Rai: il primo come consigliere mentre il secondo come procuratore. Coinvolta anche la Cassa depositi e prestiti, azienda controllata dal Ministero dell’Economia e della Finanza, che “schiera” due candidati a queste elezioni politiche.

Fassino (Pd) consigliere in Cassa depositi e prestiti e Diaconale (Forza Italia) nel Cda Rai sono esempi di candidati che hanno ruoli in aziende pubbliche. Legittimo ma inopportuno.

Da un lato Massimo Garaviglia, assessore per la Lega in Lombardia ed ex parlamentare, e dall’altro Piero Fassino, candidato al plurinominale in Emilia-Romagna per il Partito democratico. Entrambi sono consiglieri in Cassa depositi e prestiti. Avere un ruolo in aziende pubbliche ed essere candidato per il parlamento è una decisione che può essere considerata inopportuna perché in caso di elezione avremmo una potenziale situazione di conflitto di interessi: ruoli di controllore e di controllato ricoperti dalla stessa persona.

Avversari in politica ma soci in affari

Partito democratico e Forza Italia. Il far parte di schieramenti politici avversari, e a volte opposti, non vuole per forza dire che non si possano avere interessi economici comuni. È il caso per esempio di Davide Faraone, sottosegretario del governo Gentiloni, che è candidato per il Partito democratico nel collegio plurinominale Sicilia 1. Faraone è anche consigliere della Work and services società cooperativa sociale, azienda presieduta da Rosalia Pennino candidata di Forza Italia nel collegio Sicilia 2.

Centrosinistra e centrodestra. In Lombardia Antonio Vivenzi, candidato del centrosinistra all’uninominale di Brescia, è presidente del Cda della Linea group holding Spa, società che vede fra i suoi consiglieri anche Paolo Formentini, candidato per il centrodestra sempre all’uninominale in Lombardia, ma a Lumezzane.

Lega e Casapound. Come abbiamo già avuto modo di analizzare grazie ai dati delle sponsorizzazioni social, la strada che collega CasaPound alla Lega sembra essere particolarmente battuta. Di esempi ne abbiamo anche qua con Simone Ariola (Lega) e Gian Luca Proietti Toppi (Casapound). I due sono candidati da avversari nel collegio plurinominale Lazio 1, e assieme hanno la maggioranza in due diverse società: la Gestioni fiscali società a responsabilità limitata e la Aldina.

Alcune rivalità politiche potrebbero essere solo apparenti se vi sono interessi economici comuni.

Movimento 5 stelle e Insieme. Questa condivisione di intenti coinvolge un pò tutto lo spettro politico, tra destra e sinistra passando per centro e Movimento 5 stelle. In Sicilia Rosa Russo, candidata per Insieme nel collegio plurinominale Sicilia 1, è consigliere della Co.Rex società cooperativa. Società presieduta da Leonardo Salvatore Penna, candidato per il Movimento 5 stelle all’uninominale sempre in Sicilia.

Liberi e uguali e Noi con l’Italia. Infine abbiamo l’esempio di Aldo Corgiat Loia, candidato in Piemonte per Liberi e uguali, che è anche procuratore della S.a.a.p.a Spa, società pubblica che vede coinvolta anche Lidia Maria Pizzotti, candidata per Noi con l’Italia-Udc in un altro collegio del Piemonte. Questi sono solo alcuni dei casi più eclatanti di un fenomeno che, come detto, riguarda tutte le liste in corsa.

Altri spunti da tenere sott’occhio

Le possibili analisi con questa base dati sono molte. Questo è solo un primo assaggio di un campo che vogliamo presidiare nel corso dell’intera legislatura che sta per iniziare. I settori sono vari dal mondo dello sport a quello dell’editoriaGiorgio Pagliari e Giuseppe Romanini del Partito democratico assieme a Laura Cavandoli della Lega, per esempio, hanno quote in Parma Partecipazioni Calcistiche Spa, l’azionariato diffuso del Parma calcio. Sempre nel mondo sportivo Lucia Vecchi, candidata per Il popolo della famiglia, e Nicola Lodi(Forza Italia) hanno quote nel Centro sportivo Petrarca impianti rugby Padova Spa. Altro ambito ricorrente è quello dei media. Radio Padania vede in corsa Giulio Centemero (presidente e consigliere della società) e Alessandro Morelli(consigliere), entrambi con la Lega. Tommaso Foti invece, candidato per il centrodestra all’uninominale di Piacenza, detiene il 100% della Secolo d’Italia Srl. Il quotidiano online di destra, organo di partito prima del Movimento sociale italiano e poi di Alleanza Nazionale, schiera anche l’amministratore delegato nonché consigliere Antonio Giordano nel collegio plurinominale Sicilia 2.

 

Articolo pubblicato su openpolis