Romanina: giardini e orti contro la speculazione

Comitati e cittadini occupano le terre dove dovrebbe arrivare una nuova colata di cemento.

4/04/2013

Non sono contadini ‘sem-terra’ ma questa mattina presto cittadini, comitati territoriali, Cinecittà Bene Comune, Action, armati di tenaglie per aprire le reti, hanno occupato simbolicamente, picconi e vanghe in mano, i terreni del costruttore Scarpellini alla Romanina. Su questi terreni, come DinamoPress ha raccontato qui, è previsto l’allargamento della Centralità della Romanina di veltroniana memoria, grazie alle delibere urbanistiche in queste settimane in discussione in Campidoglio, ultimo regalo avvelenato alla città dell’amministrazione Alemanno. Secono la nuova delibera le cubature raddoppieranno a quasi 2 milioni di metri cubi di cemento privato per costruire case e servizi privati utili solo alla rendita e al profitto, mentre scompaiono servizi e funzioni sociali.

Così comitati e movimenti hanno cominciato a costruire oggi “I giardini della libertà e della partecipazione” piantando piante e fiori: “non è possibile continuare a consumare suolo: bisogna recuperare il costruito, che già è troppo, dal centro alla periferia. Terreni come questo piuttosto che destinarli al cemento, per giunta privato, sarebbe più utile potessero essere destinati a orti urbani, che possono svolgere una funzione importante di educazione e aggregazione nei territori, e ai tanti giovani agricoltori e alle cooperative agricole in cerca di terreni”. Insomma valorizzare la produzione a km zero e la dimensione sociale e di creazione di comunità solidali che la “terra” può svolgere negli angoli delle metropoli.

Nonostante le denunce e le mobilitazioni delle associazioni per la tutela del paesaggio e di comitati e coordinamenti che si sono battuti contro la cementificazione, il paesaggio agricolo di Roma, il famoso “agro romano”, è stato divorato inesorabilmente dall’allargarsi di una città piena di vuoti e buchi, pubblici e privati, ma che continua ad allargarsi come una macchia d’olio. Gru piantate sulle colline all’orizzonte attorno al Gra grazie alla scomparsa di qualunque regolazione urbanistica e paesaggistica, per gli appetiti voraci del capitalismo speculativo del mattone romano, saziati da giunte di centrodestra e centrosinistra.

L’iniziativa di questa mattina è solo un assaggio dello TsunamiTour dei movimenti per il diritto all’abitare in arrivo sulla Capitale, il vento comincia ad alzarsi… DinamoPress sarà nell’occhio del ciclone