ROMA

Roma, le periferie contro i fascisti

A Torre Maura e a Ostia due cortei partecipati rispondono alle strumentalizzazioni e alle violenze fasciste

La narrazione intorno alle periferie romane alterna il silenzio sulle problematiche sociali e l’abbandono istituzionale alla rappresentazione di spazi degradati, abbandonati, quasi vuoti di relazioni sociali, combina la rimozione delle tante iniziative di solidarietà e autorganizzazione con l’improvvisa irruzione nella scena politica di gruppi di «cittadini indignati», «abitanti che non ce la fanno più» e tutto il corollario.

Puntualmente le proteste che ottengono gli onori delle cronache nazionali non sono quelle per la mancanza di servizi, le vertenze lavorative, la richiesta di verde pubblico e di spazi di aggregazione. Battaglie che pure esistono in maniera diffusa. In prima pagina gli abitanti delle periferie di Roma finiscono solo quando contestano l’apertura di un centro di accoglienza o chiedono il trasferimento di migranti o rom.

Il copione ormai è ben conosciuto: un gruppo ristretto di persone mette in campo proteste razziste; i mezzi di comunicazione identificano questo gruppo con «tutto il quartiere»; nel frattempo i soliti avvoltoi – da Casapound a Forza Nuova – iniziano ad aggirarsi intorno al malcontento; qualcuno dà fuoco a una macchina, lancia dei sassi o aggredisce un migrante nella totale impunità; poi i riflettori si spengono, i fascisti sbaraccano, i problemi reali rimangono, nessuno presta più attenzione alle voci e alle esperienze che a quelle situazioni provano a cercare una soluzione.

Con alcune varianti, dovute spesso alla capacità di risposta antifascista e antirazzista, è andata più o meno così a Tor Sapienza, all’Infernetto, a Corcolle, a Tiburtino III e adesso anche a Torre Maura. Ieri, però, è successo anche qualcos’altro, sebbene non sia stato la prima notizia dei telegiornali.

TORRE MAURA

Alle 10 di mattina di un sabato riscaldato dal sole la mobilitazione è già gonfia di gente. La partecipazione eccede di gran lunga i promotori, Anpi, Arci, Libera, Cgil e Acli. Un migliaio di persone sfilano in corteo nelle strade del quartiere dietro lo slogan coniato da Simone, il 15enne che da solo ha tenuto testa ai militanti di Casapound: «Sta cosa de anda’ sempre contro le minoranze a me non me sta bene che no».

«La gente che ha protestato contro i rom, che ha calpestato il pane, che ha detto quelle cose alle televisioni non rappresenta Torre Maura – dice una residente – Sono poche decine di persone. Qui siamo molti di più. Non è quartiere anche questo?».

Dal microfono intanto si alternano gli interventi. «La Costituzione deve essere attuata pienamente: è inammissibile che vengano autorizzate manifestazioni fasciste, non permetteremo questo disprezzo per la dignità umana», dice il presidente dell’Associazione Partigiani romana, Fabrizio De Sanctis.

A 500 metri c’è il presidio chiamato da Casapound. Degli abitanti del quartiere sono anche là, nascosti tra le bandiere italiane che sventolano, come al solito più numerose degli stessi partecipanti. Alcuni membri dell’organizzazione di estrema destra si staccano e cercano di provocare gli antifascisti, ma sono respinti e allontanati.

OSTIA

«Toccano uno, rispondiamo in mille» scrivono nel tardo pomeriggio gli attivisti di Ostia antifascista. La manifestazione è stata lanciata dai collettivi di studenti, soprattutto quello della scuola Anco Marzio, per rispondere all’aggressione di un 17enne avvenuta due settimane fa.

Il ragazzo – italiano, nato a Ostia da una donna italiana e da un uomo originiario del Niger – stava tornando a casa quando è stato avvicinato da tre macchine. Sono scesi in dodici e dopo averlo apostrofato con insulti razzisti lo hanno pestato a sengue, procurandogli la frattura del bacino e della mandibola, la rottura di un dente e diverse altre ferite. Del gravissimo episodio di violenza fascista e razzista contro un minorenne non ha parlato quasi nessun mezzo di comunicazione.

La manifestazione sfila da via Cardinal Ginnasi all’isola pedonale del Pontile, percorrendo via Pietro Rosa, Corso Regina Maria Pia, via della Marina e piazza dei Ravennati. Un corteo colorato, rumoroso e allegro, aperto dai collettivi giovanili che vogliono vivere senza razzismo, paura e violenza fascista.

L’impunità che l’estrema destra gode nel territorio litoraneo è risaputa e conclamata, ma la città ha voluto reagire e non rimanere in silenzio, perché quanto accaduto non si ripeta più. Abitanti del quartiere, studenti, giovanissimi hanno alzato ancora una volta la testa. Tante e tanti hanno portato solidarietà dagli altri quartieri di Roma – realtà antirazziste cittadine, movimenti di lotta per la casa e anche una delegazione di Mediterranea – a chi continua a costruire spazi di resistenza lontano dalle luci dei riflettori, in un territorio segnato dall’intreccio di mafie locali e organizzazioni neofasciste.

Gallery e foto di copertina di Milos Skakal