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Rojava: elezioni senza Stato. Un altro passo verso la democrazia

Si svolgono oggi le prime elezioni nel nord della Siria, per eleggere i rappresentanti delle comuni, le strutture di base su cui si fonda la vita politica del Paese dopo la rivoluzione.
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Il 18 marzo 2016 è stata dichiarata l’assemblea costituente del federalismo democratico del nord della Siria, da quel momento si è cominciato a lavorare per autorganizzare i territori facenti parte della federazione.

Il 29 dicembre 2016 l’assemblea costituente termina di riscrivere il “Contratto sociale del confederalismo democratico del nord della Siria” e oggi 22 settembre 2017 un’altro grande passo per compiere la democrazia diretta: le prime elezioni della Siria del Nord.

Le zone interessate dalle elezioni sono le regioni di Firat, Afrin e Cizre. Quest’ultima è la regione che stata presa in considerazione per questa analisi e su cui si basano le ricerche.

Il diritto di voto è esteso a tutti i cittadini e le cittadine che vivono nelle regioni facenti parte della federazione, quindi il diritto di voto non è esclusivo della popolazione curda, ma comprende tutte le etnie che vivono in questi territori come assiri, armeni, ceceni, arabi, cristiani, turcomanni e yazidi.

Alcune città della federazione, infatti, sono a maggioranza araba ad esempio, ma questo non è in alcun modo un impedimento. Anche perchè uno dei punti del confederalismo democratico (il sistema attualmente vigente nella Siria del nord) è la negazione dello Stato e la lotta contro il capitalismo che non è un problema riguardante solo l’etnia curda, ma di tutti i popoli.

Queste prime elezioni saranno dedicate alla scelta dei co-presidenti delle comuni. Le comuni sono delle assemblee di quartiere di massimo 400-500 case e sono alla base del sistema confederale.

La comune è la base essenziale della democrazia diretta”, articolo 48 del contratto sociale.

La comune si occupa di tutte le decisioni che riguardano la società ed è composta da semplici cittadini e cittadine. Tutta la società fa parte delle comuni che discutono i problemi del quartiere, le iniziative, gli eventi e le questioni riguardanti acqua, elettricità, costruzione delle strade ecc.

Nella regione di Cizre ci sono 2487 comuni, nella sua capitale, Qamislo, le comuni sono 264.

Ogni comune risolve e autorganizza la vita della società in maniera autonoma, i problemi e le decisioni delle comuni vengono riportati ai consigli, i cui membri sono i co-presidenti delle comuni.

I co-presidenti del consiglio, a loro volta, compongono l’assemblea del cantone e così fino ad arrivare all’assemblea costituente.

L’assemblea costituente non può prendere decisioni o approvare leggi senza aver discusso e organizzato delle votazioni con tutte le comuni presenti nei tre cantoni. Quindi, sono le comuni che prendono le decisioni rispetto alle necessità della popolazione, anche le proposte che arrivano all’assemblea costituente vengono direttamente dalle comuni.

Con queste elezioni dunque si sceglieranno i co-presidenti delle comuni ma nello stesso tempo i membri del consiglio.

I co-presidenti sono sempre un uomo e una donna, questo è un altro punto importante del confederalismo democratico che garantisce una quota del 50% alla donna, per evitare, come è accaduto in passato, che questo tipo di incarichi diventi prerogativa degli uomini. Questo sistema garantisce anche una completa parità dei generi.

Tutti i cittadini e le cittadine che fanno parte delle comuni, e dunque della federazione, possono candidarsi all’età minima di 18 anni, se sono membri di partiti o movimenti devono abbandonarli in maniera tale che la provenienza non influenzi il voto. Quindi non ci sono partiti o movimenti nelle elezioni, ma solo ma solo semplici cittadini.

Per poter votare l’età minima è di 18 anni e il diritto di voto si stabilisce all’interno della comune.

Per le persone che vivono nel territorio ma non fanno parte delle comuni c’è una legge che garantisce il diritto di voto a coloro che hanno un documento che dimostri una residenza di almeno 10 anni in quel terrirorio. Se invece si è un membro della comune, il tempo di resisdenza non è un dato di valutazione per il diritto al voto, ma questo viene stabilito in base ad altri principi come ad esempio la partecipazione o il contributo dato alla comune.

Nelle decisioni del diritto al voto non influiscono in alcun modo la provenienza etnica, la religione, l’appartenenza a gruppi culturali e a frammentazioni sociali.

Nella maggior parte dei casi le comuni non necessitano di un documento statale per la partecipazione alle votazioni né alla vita sociale. Non riconoscendo lo Stato, automaticamente non si riconoscono le sue pratiche.

Una volta scelti i co-presidenti, essi riceveranno una formazione teorica e pratica sul sistema del confederalismo democratico per ricoprire al meglio il loro incarico.

I co-presidenti non ricevono alcuno stipendio, ma mantengono il proprio lavoro. In casi particolari ricevono dei rimborsi, ma questo è raro, dato che si provvede a qualsiasi cosa e non si creano le condizioni per cui si debbano spendere soldi per il proprio lavoro.

Ad esempio, un rimborso spese potrebbe essere la benzina per i movimenti, ma di solito ci sono delle auto comuni con una serie di buoni benzina che si usano per le questioni che riguardano gli spostamenti dei co-presidenti.

I co-presidenti non possono candidarsi per più di due termini consecutivi. I termini non sono fissi ma variano in base alla situazione e ai bisogni.

L’incarico di co-presidente, quindi, non ha alcun interesse economico o di carriera. Chi ricopre questo ruolo lo fa generalente per dare un contributo alla propria società e per autorganizzarsi autonomamente partendo dal basso e rispetto alle necessità della popolazione.

Se la condotta dei co-presidenti non è adeguata, per esempio se rubano soldi, la comune decide di dimetterli dalla carica e di rifare le votazioni per la propria comune.

Nei giorni antecedenti alle elezioni, in tutti i quartieri di tutte le regioni si sono svolti degli incontri aperti a tutta la popolazione in cui i/le rappresentanti dell’assemblea costituente approfondivano la questione delle elezioni, spiegavano l’importanza del voto, il momento storico in cui ci troviamo e la situazione geopolitica.

Quando abbiamo cominciato questa rivoluzione, nessuno credeva che ce l’avremmo fatta, che il nostro sistema avrebbe funzionato, ma insieme abbiamo dimostrato il contrario, abbiamo dimostrato che questo sistema funziona proprio perché parte dal basso: ecco perché sono così importanti queste elezioni, perché sono la conferma che questo sistema è possibile, che un’alternativa al sistema capitalista è possibile”.

Qual’è la differenza fra l’elezioni statali e le elezioni nella Siria democratica?

Senza il popolo uno Stato non può esistere, ma senza uno Stato un popolo può vivere”.

La differenza non è solo nelle elezioni, qui il popolo ha cominciato ad autorganizzarsi in completa autonomia e facendolo si è reso conto che lo Stato era solo un’oppressione.

All’inizio della rivoluzione non avevamo acqua ed elettricità e la gente pensava che almeno con lo Stato potevamo averle, ma con il tempo si sono resi conto che era solo un contentino per distogliere la popolazione dai problemi e per far sì che non si ribellasse”.

Oggi nel nord della Siria c’è acqua e luce, bisogni a cui il sistema confederale provvede senza chiedere nulla in cambio.

Abdullah Ocalan (leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan PKK) dice che tutti gli Stati prima o poi crolleranno perchè lo Stato è oppressione e nega la libertà. E un popolo senza libertà si ribellerà.

Grazie alla rivoluzione in Kurdistan la popolazione ha realizzato di non aver bisogno dello Stato per vivere. Questa è la prova concreta che la mancanza di uno Stato non porta al caos ma alla liberazione di tutte e tutti.

* Pubblicato da Nervo Che Osserva