ROMA

Rifiuti, il nodo irrisolto di Roma. Presidio contro discarica a Roncigliano

Continua la resistenza dei cittadini di Albano e Ardea contro la nuova discarica che sta avvelenando il territorio dei Castelli, mentre la nuova giunta si appresta ad affrontare la grave situazione in città

Tra le tante patate bollenti che dovrà affrontare il nuovo sindaco capitolino, Roberto Gualtieri, di sicuro la questione rifiuti è tra quelle più “calde”. Il problema della mala gestione della monnezza di Roma è indubbiamente storico, protratto negli anni in un intreccio di malaffare di carattere mafioso, – di cui l’intera vicenda riguardante il monopolista Cerroni è l’esempio più paradigmatico – assenza di approccio ecologico, incapacità trasversale alle varie coalizioni susseguitesi al Campidoglio di gestire una questione politica fondamentale con risposte serie e radicali.

Nessuna giunta negli ultimi anni si è distinta per una proposta seria, né per un piano organico, nessuno ha mai proposto in modo capillare la misura fondamentale per ridurre radicalmente la quota di indifferenziato, cioè la raccolta porta a porta. Vale la pena ricordare che questa non è un miraggio lontano, visto che capitali ben più complesse di Roma, quali Città del Messico sono riuscite ad attuarla.

Quello che le varie giunte hanno attuato è stata una riproposizione di soluzioni già viste, che esternalizzano il problema alle aree geografiche al di fuori del Gra o, in situazioni estreme, riproducono piani che si nascondono dietro all’ombrello dell’emergenza e si traducono in Tir che portano i rifiuti alle regioni del nord oppure addirittura in nord Europa.

Nel frattempo le strade della capitale ciclicamente tornano a essere ingombre di immondizia maleodorante, con situazioni particolarmente pesanti a Roma Est. Non è difficile riconoscere che un problema che si protrae nel tempo da così tanti anni non ha nulla di emergenziale, ma è strutturale al sistema di produzione e consumo, oltre che al sistema distorto di gestione dei rifiuti stessi.

Un pezzo dell’hinterland romano da sempre vessato dalla questione rifiuti è la zona di Albano Laziale. Qui per molti anni fu portata avanti una resistenza vittoriosa contro il progetto di un inceneritore, qui oggi si lotta senza sosta contro la discarica di Roncigliano. Come raccontato in questo articolo, la discarica sta causando danni ecologici enormi alla zona dei Castelli, ma nonostante una situazione pregressa già compromessa, riaprirla il 2 agosto 2021 è stata l’unica scelta che la giunta Raggi sia stata in grado di fare davanti alla solita fantomatica emergenza estiva.

Sabato 20 novembre il comitato contro la discarica è sceso a Roma per farsi sentire e per farsi conoscere di più. Il presidio si sarebbe dovuto tenere al Campidoglio, ma la questura di Roma ha pensato bene di negarlo e spostarlo a Bocca della Verità. Sono in tanti e tante a essere giunte in centro a Roma dai Castelli.

Tra slogan, cartelli e musica il presidio si fa sentire e vedere per chi transita per il centro in un sabato mattina soleggiato. Il carattere di battaglia popolare si nota chiaramente nella partecipazione e nella dimensione intergenerazionale della lotta. «È fondamentale – dicono dal comitato – stringere alleanze con chi è preoccupato della situazione rifiuti a Roma ma è altrettanto consapevole che questa non si risolve togliendoli dalle strade della città per riporli in una discarica che inquina il suolo, le falde acquifere, l’aria di chi vive tra Ardea e Albano».

A fianco alle cittadine dei Castelli c’è anche la Rete Ecosistemica romana, che ha organizzato il Climate Camp durante i giorni del G20. «Siamo qui perché il problema è sistemico ed è legato a questo modello di produzione e consumo capitalista, finalizzato al profitto di pochi e basato sull’esternalizzazione dei costi, anche quando questi vogliono dire devastare l’ambiente in cui viviamo. Siamo qui in piena solidarietà con le cittadine dei Castelli, perché quello che accade lì ci riguarda come abitanti di questa città e ci deve spingere ad agire. Essere ecologiste in questa città vuol dire sostenere la resistenza contro la discarica di Roncigliano».

Simona, del coordinamento contro la discarica, ci spiega che rifiutano in maniera categorica di essere equiparate ad una lotta nimby (Not in my backyard, non nel mio giardino) «Siamo andate in supporto alla lotta contro la discarica di Malagrotta, siamo a fianco ai cittadini di Guidonia e a quelli di Colleferro in lotta per la questione rifiuti. Il problema non è Albano.

Il problema è il sistema delle discariche che porta profitti ai soliti noti, devasta l’ambiente e stimola la produzione del rifiuto indifferenziato. Bisogna andare a monte del problema. Ridurre la drasticamente produzione di imballaggi, promuovere una raccolta differenziata capillare che ridurrebbe del 90% l’entità del problema, puntare al riuso del materiale e in seconda istanza al riciclo. Sono anni che ribadiamo questi punti, perché le amministrazioni non ci ascoltano?» «La nostra lotta contro la discarica è una lotta antifascista e antisessista, se siamo in piazza è perché crediamo in un modello radicalmente differente di gestione dell’ambiente del territorio, delle relazioni tra le persone», ricorda Doris, del comitato contro la discarica e di Nudm Castelli Romani.

Finora Gualtieri e la neoassessora Alfonsi hanno presentato un timido piano che evidentemente non sta partendo, mentre rimangono silenziosi sulla drammatica situazione di Roncigliaono. La battaglia per una chiusura immediata della discarica continua.

Tutte le immagini dalla pagina Facebook di No. Inc. / Presidio permanente lotta contro la discarica