Questa città di chi pensi che sia?

Con il governo Letta nuove tasse per chi abita e nuovi finanziamenti alle banche per rendere impossibile l’abitare.

Il governo delle larghe intese ti ha detto: la città deve continuare ad essere di chi le case costruisce, di chi quelle case compra e di chi quelle case costruisce per tenerle vuote. Lo sospettavi. Ora però, sai che Letta ed Alfano hanno aggiunto il corollario mancante: la città non sarà mai di chi quelle case abita. Anzi, dovremo farci carico del suo funzionamento o, meglio, della sua sopravvivenza.

Non c’è stato bisogno neppure di disputare la finale della partita tra fautori dell’IMU e suoi depennalizzatori. Solo l’insipienza del Pd aveva pensato di poter inserire quest’incontro di cartello, IMU resto della città, in un girone all’italiana e di mettere in calendario, sotto il pressing berlusconiano, anche quella sfida tra i vari provvedimenti con cui caratterizzare (sic) l’azione del governo di larghe intese: nuovo finanziamento della cassa integrazione, ripresa, tassazione IVA, esodati, disoccupazione,lotta all’evasione… Il finale di partita è stato subito evidente: il prelievo fiscale passa direttamente dalle cose alle persone. Il territorio metropolitano continuerà ad essere preda della rendita.

Il presidente dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori) l’ingegner Paolo Buzzetti (che, al tempo in cui si esibiva nella serie inferiore -quella dei costruttori romani- si presentò ad un tavolo veltroniano, come l’uomo che avrebbe risolto l’emergenza abitativa a patto solo che: il Comune cedesse ai costruttori gratuitamente le aree il Governo concedesse finanziamenti per permettere a loro, di “lavorare”) ha, ancora una volta, mostrato di avere le idee chiare. A ridosso della decisone di togliere l’IMU dall’invenduto edilizio, rimosso anche questo piccolo intoppo, il Presidente dei costruttori ha infatti dichiarato “ Finalmente un cambio di rotta della politica economica. Ora ci sono tutti gli elementi per una ripartenza del settore, purché le banche riaprano subito i rubinetti del credito”. Da persona educata non si è dimenticato neppure di ringraziare per il regalo ricevuto- che vede annullare il pagamento della seconda rata su un patrimonio che raggiunge quasi il miliardo e mezzo di euro di valore e foraggiar la spinta comunque a “costruire” e “consumare suolo” senza tanti problemi-plaudendo alla “la stabilità politica “. Insomma, andiamo avanti con questo governo -dice- e riprendiamo da dove eravamo rimasti. Il Presidente dell’ANCE, che si mostra smanioso del “fare”, non ha capito che per lui e i suoi associati oltre (non è certo poco) l’elemosina della non tassazione, non sarà certo come prima.

Le banche, infatti, non hanno più bisogno di chi offre gru e incerti piani edilizi avendo ricevuto dal Piano Lupi – nome con cui la deriva dell’IMU, contenuta nel decreto legge 102/2013, si abbatte nelle città in termini di interventi urbani, una nuova spinta a rafforzare e ampliare la disciplina del comando del capitale finanziario sulle nostre città.

Lupi, il ministro ciellino con il pallino dell’urbanistica liberista, dota la Cassa Depositi e Prestiti, che trasformata in spa non è più obbligata all’esclusivo finanziamento delle amministrazioni pubbliche, di un fondo di 2 miliardi per dare gambe alle “misure di sostegno all’accesso all’abitazione e al settore immobiliare”. Nel farlo indica alle banche che potranno attivare la corresponsione dei mutui secondo due canali: il prestito diretto; la possibilità di acquisto di obbligazioni bancarie a seguito di cartolarizzazione garantite da mutui ipotecari. Operazione, quest’ultima per cui è richiesta la regia dell’ABI (associazione delle banche italiane).

Le banche saranno esentate da ogni tassazione per la liquidità che riceveranno. Le banche sono quindi, di fatto, equiparate alle Amministrazioni pubbliche. Non sembra neppure che la misura possa essere “girata” per chi, a sua volta, si accollerà il singolo finanziamento. Ne è chiaro a quali tipologie di finanziamento potranno essere indirizzati questi fondi: solo per la prima casa, per altro immobile, per la ristrutturazione?

Ma è sul fronte del ricorso alle obbligazioni che avviene il capolavoro. Le Banche sono gonfie di mutui che non possono essere onorati; frutto di quella bolla immobiliare che l’Ance dice non esistere in Italia, ma che il provvedimento di favore sull’invenduto, concretamente, riconosce.

Nel dover, ora, erogare mutui “garantiti da ipoteca su immobili residenziali” potranno fare “pulizia” tra mutui che potranno essere onorati e altri “incerti” che cercheranno di vendere. Anche loro, come l’Alitalia insegna, creeranno “bad company”? Una gradita possibilità di “passare in lavatrice” tante sofferenze e ripartire con la pratica delle “case di carta” è destinata a perdurare e così rendere del tutto impraticabile la possibilità di assicurare anche una sola casa a quei destinatari individuati dall’articolo 6 comma 3: “l’accesso ai Fondi è consentito anche ai giovani di età inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico”.

Con un tetto massimo di mutuo fissato in 200mila euro ( di cui sarà garantito dal fondo solo il 50%), con l’esenzione dell’IMU sull’invenduto, che permetterà di tenere per altri tre anni in stand-bay quell’immenso stock edilizio (circa un milione e mezzo di appartamenti), il giovane con contratto “atipico” difficilmente potrà accedere all’erogazione del mutuo. La Cassa Depositi e Prestiti chiederà garanzie che, con quella somma, sarà difficile rispettare. Senza garanzie di carattere tipologico quali l’ ubicazione e il valore dell’immobile e garanzie rispetto la solvibilità di chi quel mutuo richiede, la Cassa Depositi e Prestiti non sottoscriverà le obbligazioni.

Un tesoretto, reso disponibile ancora alle banche potranno giostrare, così come vogliono, per promuovere soluzioni edilizie che comporteranno il perdurare di forme durissime di indebitamento delle persone, costrette per giunta a vivere senza servizi e a rischio visto che, per far vincere la partita del’Imu a Berlusconi, si è dovuto mettere mano anche tagli su fondi per il lavoro ad altrettanti pesanti decurtazioni addirittura rispetto la sicurezza dei trasporti.

Siamo chiamati a difendere una ad una le nostre vite. Tradendo, ancora, il dettato della Costituzione e il principio del legare la contribuzione al reddito, si è scelto di mettere in sicurezza fiscale la “roba” e attentare ai corpi delle persone

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Avverrà con la service tax, imposta destinata a sostituire l’IMU che verrà definita a metà ottobre con la legge di stabilità. Una nuova tassazione composta dalla Tari, che sostituirà la tassa sui rifiuti e che verrà pagata da chi occupa la casa e dalla Tasi, una tassa sui servizi indivisibili che nelle case in affitto sarà suddivisa tra proprietario e inquilino.

Non sappiamo ancora quanto costerà, se sarà stabilita in relazione al reddito, né quale sarà la percentuale a carico degli inquilini. Sappiamo però che per coprire quanto avrebbe portato nelle casse dello stato la prima rata dell’IMU, il decreto legge, prevede tagli al fondo per l’occupazione di 250 milioni, una riduzione di 300 milioni al finanziamento per l’efficienza energetica e le rinnovabili, la riduzione delle risorse destinate all’assunzione di ispettori impegnati al contrasto all’evasione fiscale e persino il taglio di 300 milioni alle risorse destinate alla manutenzione della rete ferroviaria.
Di fatto, si è passati dal tassare le “case”, ovvero gli oggetti, le cose, i patrimoni, al tassare le “persone” ovvero i precari, i lavoratori atipici, gli studenti, i disoccupati che non hanno patrimoni e sono i destinatari coatti dei tanti alloggi che affollano il mercato degli affitti. Si penalizzano i tanti pendolari che usufruiscono del trasporto ferroviario, già prossimo al collasso facendo del muoversi un rischio.

Questa città di chi pensi che sia? Non di chi, oggi, crede d’aver vinto.