ITALIA

Premio alla memoria di Giovanni Losardo, calabrese comunista ucciso dalla ‘ndrangheta

Ucciso a colpi di arma da fuoco il 22 giugno 1980, il ricordo di Giovanni Losardo viene rinnovato ogni anno con il premio a lui dedicato. Mentre a 40 anni di distanza, il clan responsabile del suo omicidio continua a fare affari. Nel video, le interviste svolte durante la premiazione

Ucciso da uno dei più sanguinari clan calabresi, abbandonato dalla sua comunità. Anche a distanza di trentanove anni. Sabato 15 giugno, nel Teatro Comunale Filippo Lanza di Cetraro, in provincia di Cosenza, si è tenuta la cerimonia del Premio Losardo 2019, giunto alla XVII edizione e dedicato a Giovanni Losardo: dirigente comunista, assessore comunale ai lavori pubblici, funzionario della Procura della Repubblica di Paola, ucciso a colpi di arma da fuoco il 22 giugno 1980.

 

 

Peccato che a partecipare, l’altra sera, ci fossero solo i vincitori del premio, le autorità locali e qualche cronista al lavoro, in una sala quasi completamente vuota.

È stato lo stesso sindaco Angelo Aita a rimarcare la scarsa partecipazione della comunità cetrarese a queste iniziative che non hanno solo valore simbolico: «È triste vedere che oggi con noi non ci sono gli studenti», ha lamentato il primo cittadino.

Giannino – così lo chiamavano – apparteneva alla stagione del PCI calabrese degli anni ‘70 che ha combattuto a testa alta la ‘ndrangheta. «Mio padre apparteneva alla corrente marxista del partito», ha raccontato il figlio Raffaele, tra i promotori del Laboratorio Losardo, che organizza la manifestazione. «Ha sempre lottato per i diritti dei lavoratori, dei braccianti di questa terra, per le libertà individuali e collettive sancite dalla Costituzione a cui lui si ispirava costantemente. Dopo il suo omicidio, Berlinguer aprì la questione morale nel PCI».

«Mi stupisce»  – ha proseguito –  «che ancora si debba parlare della potenza del clan Muto, un clan che fa capo a un semi analfabeta e che è cresciuto così tanto da avere una forza di rilievo nazionale e internazionale, come dimostrano le recenti inchieste Lande Desolate e ‘Ndrangheta stragista».

A Paola è in corso anche il processo legato all’inchiesta “Frontiera” che, a partire dalle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, ex sindaco di Pollica (Sa) ucciso il 5 settembre 2010 dalla Camorra, ha portato a oltre 70 arresti nei confronti di uomini e affiliati al clan Muto. Che tuttora, peraltro, determina la mancata riapertura del Mercato Ittico di Cetraro, visti i due bandi comunali inutilizzati, nonostante sia stato liberato dal controllo mafioso.
Sia dalla sentenza “Azimuth” del 2016 sia dalla nuova operazione Frontiera è emerso come il commercio del pesce nella costa tirrenica cosentina sia tuttora fortemente infiltrato dalla criminalità organizzata e nessuno, tra pescatori e imprenditori, si sente nelle condizioni di restituire alla popolazione una storica attività commerciale, in un centro a forte vocazione marittima.

Ma Losardo non fu l’unica vittima innocente di una lotta senza quartiere alle ‘ndrine in quegli anni. Infatti, come ha ricordato il giornalista e scrittore Arcangelo Badolati, dieci giorni prima di Giannino, l’11 giugno, fu ucciso Giuseppe Valarioti, 30 anni, appena eletto consigliere comunale a Rosarno, responsabile della sezione comunista della Piana di Gioia Tauro, anche lui rimasto senza memoria nella storia del nostro Paese.

Questo perché la ‘ndrangheta non è stata mai raccontata bene e a fondo, sia dalla stampa locale che dai media nazionali. «Ci siamo concentrati prevalentemente sulla forza militare dei clan, senza dare la giusta importanza al contesto sociale in cui le ‘ndrine sono diventate punto di riferimento e soggetto economico in questa terra», ha ammonito Massimo Clausi, giornalista e scrittore, tra i destinatari del premio.

Tra gli altri ospiti insigniti della targa Losardo anche don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme; don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione nazionale Libera, in rappresentanza del quale è intervenuto il coordinatore regionale don Ennio Stamile e a Giap Parini, sociologo dell’Università della Calabria. Riconoscimenti anche ai magistrati Giuseppe Lombardo, alla guida della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, e Francesco Minisci, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati.

E poi alla stampa: premio Losardo ai cronisti Massimo Clausi, Mirella Molinaro e Pablo Petrasso.

Un ricordo speciale è stato dedicato anche alla memoria di Paolo Pollichieni, ex direttore del quotidiano Calabria Ora, scomparso prematuramente un mese fa, mentre dirigeva il Corriere della Calabria.

 

Il video è realizzato da Gianluca Palma