ITALIA

Messina, verso il corteo contro il Ponte sullo Stretto

Sabato 12 agosto alle 18 da Piazza Cairoli, Messina, al corteo No Ponte, mescoliamo ancora una volta i nostri desideri, facciamo ancora una volta sentire le nostre voci e tutta l’energia che opponiamo alla devastazione dei territori


Nelle intenzioni di Matteo Salvini, Pietro Salini (AD di Webuild) e Pietro Ciucci (AD della riesumata s.p.a. Stretto di Messina), quella che stiamo vivendo sarà l’ultima estate senza i cantieri del ponte sulle due sponde dello Stretto di Messina. Secondo il triste cronoprogramma che stima i tempi del riavvio dell’iter di progettazione e costruzione dell’opera, a luglio 2024 dovrebbero essere messe in moto le ruspe. Si sarebbe quasi tentati di dirsi «Godiamocela, finché è possibile… e invece No. Noi, le no ponte e i no ponte, i movimenti sociali e ambientalisti, siamo dell’idea che sia proprio questo il tempo di fermare la devastazione delle città dello Stretto: prima che cominci. La manifestazione del 17 giugno a Torre faro ha dimostrato (anche se non ce n’era bisogno, per chi ha occhi per vedere scevri dalla propaganda) che la costruzione del ponte è tutt’altro che avvolta dal consenso.

Migliaia di persone provenienti dalle due sponde dello Stretto, ma anche da altrove, hanno deciso di sacrificare – nel senso più alto e laico del termine, nel senso di rendere sacro – il loro tempo e le loro energie per manifestare la volontà di difendere il territorio. Migliaia di persone sono accorse nel luogo-simbolo della devastazione, dove dovrebbe sorgere il pilone del ponte, e hanno lanciato una prima avvisaglia di resistenza a quello che i sostenitori dell’opera vorrebbero rappresentare come un obbligo (stante la conversione in legge del decreto ponte).

Quella manifestazione ha detto, al contrario, che nessuna opera è legittima se non la legittimano gli abitanti: i siciliani e i calabresi hanno dato un segnale di chiara avversione all’inizio dei lavori. E non ci sorprende. Nella consapevolezza di gran parte della popolazione, infatti, si è consolidata l’opinione che a guadagnarci, in questa operazione, siano solo costruttori, progettisti e politici a favore.
A rimetterci, al contrario, sarebbero i cittadini, che pagherebbero due volte i lavori del ponte: la prima volta come abitanti, sottoposti a una quotidianità infernale in mezzo ai cantieri che apriranno da Torre Faro a Contesse e oltre, dalla durata imprevedibile se la si commisura con i tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia e se si tiene conto degli inevitabili imprevisti che implica ogni opera di tale portata; la seconda volta da contribuenti, che si vedrebbero sottratte risorse pubbliche che andrebbero utilizzate per opere utili al territorio (messa in sicurezza idrogeologica e sismica, potenziamento del servizio sanitario, ammodernamento del sistema viario e dei trasporti nello Stretto, risorse per la scuola e per il welfare, sostegno alle piccole imprese locali, solo per dirne qualcuna).

Il ponte sullo Stretto, d’altronde, è espressione di un modello economico e politico che guarda agli ambienti solo come ‘spazio’ da occupare e da cui trarre profitto. Per questa ragione, mentre chiamiamo le comunità dello Stretto a partecipare alla difesa della vivibilità dei luoghi che abitano, facciamo appello ai movimenti in difesa dei territori, ai comitati di base contro le nocività, a chi si batte contro i processi di militarizzazione, ai movimenti ambientalisti e contro il cambiamento climatico: scendiamo in piazza insieme, per una lotta comune.

Per accogliere chi verrà da fuori città e per ritagliare un momento di riflessione e confronto collettivo, l’11, 12 e 13 agosto è stato porganizzato un piccolo campeggio No Ponte. Perché la lotta contro il ponte è rabbia contro la devastazione e lo sfruttamento del territorio, è ferma volontà di impedire la costruzione di un’opera inutile e dannosa, ma è anche amore, desiderio, immaginazione, creazione di qualcosa che non c’è e potrebbe essere… e allora costruiamo noi, insieme, il nostro presente e il nostro futuro: libero da imposizioni devastanti, libere e liberi di decidere sulle nostre vite, sui territori che abitiamo, sui mondi che sogniamo.

Il 12 agosto alle 18 da Piazza Cairoli, Messina, al corteo NO PONTE, mescoliamo ancora una volta i nostri desideri, facciamo ancora una volta sentire le nostre voci e tutta l’energia che opponiamo alla devastazione dei territori.
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Immagine di copertina di Giordano Pennisi