EUROPA

Polonia, Black Monday: donne in sciopero contro la legge sull’aborto

Oggi in Polonia le donne hanno indetto la Black Monday, una giornata di sciopero con l’obiettivo di paralizzare il paese, per protestare contro la legge che vuole vietare l’aborto promossa dalle lobby ultra cattoliche e dal governo di destra

La Polonia ha già una delle leggi vigenti più restrittive sull’aborto, è possibile abortire solo in tre casi: un pericolo per la salute o la vita della donna, la forte probabilità di una grave ed irreversibile condizione di ritardo mentale del feto o il sospetto che la gravidanza sia legata a una violenza. Oggi la nuova legge in discussione in parlamento, denominata ‘Legge per la protezione pre-natale’ vuole eliminare la possibilità di abortire anche in questi tre casi. L’aborto sarà reso completamente illegale, e si potrà perseguire penalmente la donna che ha interrotto la gravidanza e i medici che l’hanno aiutata.

Contro questa proposta di legge si è sollevato un movimento enorme che ha organizzato manifestazioni e azioni nei mesi passati, e che oggi ha indetto uno sciopero delle donne: parole d’ordine della giornata sono #blackprotest e #czarnyprotest. Le donne polacche oggi si asterranno da qualsiasi attività, che siano di lavoro o di cura della famiglia, per protestare contro una legge che le considera meno importanti del ‘nascituro’. La protesta prende esempio dallo sciopero indetto dalle donne islandesi nel 1975, che si presero una “giornata libera” dal lavoro produttivo e domestico per dimostrare la loro importanza nella società. Inutile dire che, vista l’aderenza del 90% della popolazione femminile, l’Islanda si fermò completamente.

Fino al 1993 in Polonia era vigente una legge meno restrittiva ed era possibile interrompere una gravidanza non voluta. Oggi non si fa educazione sessuale nelle scuole, è difficile ottenere la pillola del giorno dopo e per abortire si va all’estero. Ma la situazione rischia di peggiorare.

Oggi non è solo la Polonia a sminuire l’importanza della vita delle donne, riducendole a sole procreatrici. Ad esempio a Malta l’aborto è illegale, in Irlanda è possibile solo in caso di grave rischio per la vita della madre. Ancora l’anno scorso si discuteva in Spagna di restringere la possibilità di abortire, e lì nacque la campagna #YoDecido. In Italia vige la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, che ogni giorno viene disattesa per l’enorme numero di medici obiettori. In regioni come la Lombardia sta praticamente diventando impossibile abortire per la mancanza di medici, e la situazione a Roma non è molto diversa.

La Polonia oggi parla anche a noi, perché non sono solo i governi dell’ultra destra nazionalista dell’est Europa a discutere di leggi antiabortiste e ad avere influenti lobby pro-life. In Italia, come in Polonia, non si fa educazione sessuale nelle scuole, la campagna del fertility day ci ha spiegato come la donna deve pensare a procreare e non a uscire con ‘i cattivi compagni’ e continuiamo a vivere in un paese dove quasi ogni giorno una donna viene uccisa da un uomo perché donna.

Siamo solidali con le donne polacche perché la battaglia per i diritti e l’autodeterminazione delle donne è una sola!

Verso la manifestazione contro la violenza sulle donne del 26 novembre a Roma.

#blackprotest #czarnyprotest #IoDecido #YoDecido #NiUnaMenos