ROMA

Perchè “Mafia Capitale” ci riguarda tutti

Alla vigilia del processo di “Mafia Capitale” la riflessione dei lavoratori dell’accoglienza di Roma

Ben prima dell’esplosione mediatica relativa all’inchiesta, gli operatori sociali lavoravano in totale deroga al Contratto Collettivo Nazionale: mansioni non corrispondenti all’inquadramento, ferie e malattie non pagate, turni troppo lunghi e senza pausa, ritardo cronico nei pagamenti. Inoltre, da quando è partita l’inchiesta, alcuni lavoratori dei consorzi indagati hanno perso il posto di lavoro in conseguenza alla chiusura dei servizi, senza alcuna forma di tutela da parte delle istituzioni. Dopo la seconda ondata di arresti, le stesse cooperative coinvolte a vario titolo continuano a vincere bandi per l’accoglienza, emanati da vari enti locali e nazionali.

La massimizzazione dei profitti si è dimostrata il fine vero delle cooperative, in contraddizione con il dichiarato scopo sociale: per raggiungere il loro obiettivo queste hanno sfruttato i lavoratori, hanno ridotto i servizi per gli ospiti al minimo, hanno usato soldi pubblici per i loro interessi.

E’ questo il motivo per cui il sistema “Mafia Capitale” riguarda l’intera cittadinanza. Ci auguriamo che con l’inizio del processo le istituzioni prendano atto delle loro responsabilità, ponendo fine alle dinamiche di sfruttamento e al riprodursi di paura e tensione sui territori. Le violazioni dei diritti dei migranti ospitati nei centri e dei lavoratori e delle lavoratrici dell’accoglienza fanno parte dello stesso gioco: quello che arricchisce le cooperative e produce emarginazione e precarietà.

Vogliamo dire basta una volta per tutte a questo sistema, come lavoratori e come cittadini: non può esserci accoglienza senza giustizia sociale e rispetto dei diritti!