Ombre nere dietro il circolo poligrafico?

Occupazioni fasciste che si trasformano per magia in locali alla moda.

Da un paio di giorni circola su internet questa dettagliata inchieta sul “Circolo Poligrafico”, locale estivo della Capitale ,in cui come viene denunciato nella ricostruzione, ci sarebbe lo zampino di noti volti del neofascismo romano. DINAMOpress ve lo ripropone, ripromettendosi di tornare sulla vicenda se i gestori del locale rispondessero alle domande poste

E’ sorto dal nulla, in poche settimane, ed è già uno dei locali più gettonati dell’estate romana. Il Circolo Poligrafico è uno spazio verde nel cuore della Roma Bene, con una fitta programmazione artistica che strizza l’occhio alle culture giovanili ed alle nuove forme d’espressione creativa , dal videomapping alla street art. Non è un semplice locale, come recita il suo stesso sottotitolo: Spazio Pubblico Creativo. Pubblico?

In effetti qualcosa di pubblico c’è: lo spazio è l’ex CRAL del Poligrafico dello Stato, occupato pochi mesi or sono.

Già, ma occupato da chi?

Basta una semplice ricerca in rete per vedere chi ha occupato Lungotevere dell’Acqua Acetosa alla fine di marzo: Giuliano Castellino, noto animatore della galassia neofascista romana, con la sua truppa (leggi).

Ripercorrere la storia di Giuliano Castellino significa sfogliare l’album della destra radicale romana, dai gruppi neonazisti alle formazioni più vicine all’ex sindaco Alemanno. Castellino cresce all’ombra del disciolto Movimento Politico, transita per Forza Nuova, fonda Base Autonoma insieme all’attuale leader di Militia Maurizio Boccacci, diviene dirigente della Fiamma Tricolore negli anni dell’avvicinamento con Casapound, si avvicina all’ex sindaco di Roma Alemanno fondando il Popolo di Roma, ma poi torna al neofascismo duro aderendo al Movimento Sociale Europeo. Canta nel gruppo dichiaramente fascista La Peggio Gioventù e, un anno fa, occupa uno spazio al centro di Roma, il Cinema Augustus.

Così, mentre Castellino diventa dirigente romano della Destra di Storace, contemporaneamente all’Augustus organizza raduni di vecchi e nuovi arnesi del neofascismo storico e progetta un ritorno delle formazioni neofasciste radicali insieme al Movimento Sociale Europeo.

A marzo 2013 però l’Augustus viene sgomberato, non già per l’attività politica che vi viene svolta, ma perché per finanziare la stessa Castellino e i suoi avevano ben pensato di travestire l’occupazione da discoteca privata commerciale, ovviamente nascondendo ai semplici avventori la natura politica della stessa, come si può leggere qui e qui.

A quel punto scatta l’occupazione del Poligrafico, annunciata con un comunicato roboante, stavolta usando l’etichetta più “presentabile” e meno radicale della Destra di Storace. Dopo l’annuncio dell’occupazione, il silenzio. Il Poligrafico occupato da Castellino non da più notizia di sé, e dopo due mesi ecco comparire, in quei locali, la discoteca dell’estate, il Circolo Poligrafico.

Curioso no?

Chi gestisce il Circolo Poligrafico? La gestione del Circolo Poligrafico è tutt’altro che trasparente. Gli spazi vengono affittati e pagati profumatamente da chi organizza le singole serate, ma chi cura la programmazione nega affiliazioni coi neofascisti, e sostiene di aver rilevato lo spazio dai precedenti occupanti, ovvero Castellino e i suoi.

Rilevato? In quale forma si può rilevare uno spazio occupato da soli due mesi, e mai sgomberato (a detta dei vigili urbani di zona e delle questura stessa)? Castellino non può certo avere venduto un’area che non gli appartiene. Può averla data in gestione, o in affitto, a chi ha fiutato lì l’affare dell’Estate?

Come è avvenuto questo passaggio dai neofascisti all’attuale gestione? E come può l’attuale gestione negare qualsiasi rapporto con i neofascisti, se gli stessi sono stati visti più volte all’interno del locale?

E’ possibile ipotizzare che il Circolo Poligrafico sia stato occupato ad hoc per operare una gigantesca speculazione, nascondendo la natura politica neofascista dell’occupazione per lucrare maggiormente sul pubblico inconsapevole, da parte di un gruppo di destra radicale che finanzia sistematicamente così le sue attività?

UN MODELLO GIA’ SPERIMENTATO A ROMA NORD

Se quest’ipotesi non sembra fantascientifica è perché avviene su un territorio, quello di Roma Nord, la Roma bene dei locali “in”, che non è nuovo a questo tipo di operazioni.

Nella gruppo di Castellino spicca il nome di Alfredo Iorio, un’altra biografia che si muove tra la destra estrema e quella di partito.

Dirigente e candidato di recente nella Destra di Storace, sodale di Castellino (che lo indica come il candidato da votare), Iorio è storico militante della sede di via Ottaviano 9, casa di varie formazioni di destra radicale, che spesso sono soltanto sigle dietro cui si nasconde lo stesso gruppo di persone. Anima il Movimento Sociale Europeo, e fonda il Trifoglio/Popolo della vita, formazione cattolica antiabortista. E’ con questo nome che da anni il gruppo di Iorio (e ormai anche di Castellino) occupa gli impianti sportivi di Viale Tor di Quinto 57. Il copione è lo stesso: un’occupazione a scopo sociale di uno spazio verde enorme, che viene poi utilizzata come discoteca commerciale, nascondendone la natura politica, finita in cronaca di Roma a seguito di un brutale pestaggio. Anche lì, le feste elettroniche apolitiche permettono di finanziare eventi minori, meno redditizi, come i concerti di band neofasciste in collaborazione con Forza Nuova o i raduni politici della Destra di Storace.

Nello stesso filone si iscrive l’occupazione di Casapound a via Monti della Farnesina, Area 19, sede dei fascisti di Casapound nell’ex XX municipio, teatro di alcuni dei raduni neofascisti continentali, che due estati fa venne ribattezzata Stazione Nord. Sparirono tutti i simboli fascisti, venne costruita addirittura una piscina per rendere la location più in linea con le esigenze della movida estiva, ed anche in quel caso, pioggia di soldi per chi ci aveva investito. Ed anche in quel caso, i gestori negavano categoricamente che quel posto avesse nulla a che vedere coi fascisti, che erano soltanto la “gestione precedente”. Invece, finita la stagione, sono tornati i vessilli di Casapound ed i raduni di teste rasate. Con i portafogli un po’ più gonfi.

C’è un quadrante di Roma in cui viene operata sistematicamente una sottrazione di spazi pubblici ad opera di formazioni neofasciste, che usano l’occupazione come grimaldello per avviare imprese private lucrative, volte a finanziarsi le attività politiche.

Il Circolo Poligrafico è in grado di spiegare con trasparenza i suoi legami con questa banda di fascisti? Può spiegare come è avvenuto il passaggio di testimone, in meno di due mesi, tra la banda di Castellino e la sedicente associazione che ora gestisce quegli spazi? E quale sarebbe la moneta di scambio?

I locali del Circolo Poligrafico sono stati assegnati dal Municipio? A chi? Quest’assegnazione, in assenza di uno sgombero degli occupanti fascisti, è avvenuta in accordo con questi ultimi? Qual’è la natura dell’accordo?

Chi partecipa alle iniziative del Circolo Poligrafico, chi organizza le serate, potrebbe stare finanziando in ultima istanza, ed inconsapevolmente, le attività di gruppi neofascisti?

Queste sono le domande che aspettano risposta e su cui il Circolo Poligrafico non ha ancora fatto luce, prendendo tempo, rifiutando di rispondere e fornendo di volta in volta versioni discordanti. Quanto ancora bisognerà aspettare per avere chiarezza?