MONDO

#OccupyGezi – Previsioni incerte, come il tempo

Da Istanbul Serena Tarabini fa il punto della situazione sul movimento di Gezi Park.

A Istanbul dallo sgombero di piazza Taksim si alternano sole cocente e temporali, vento secco e caldo umido stagnante; un’incertezza climatica che sembra la metafora della condizione della protesta in questi ultimi giorni. Ai momenti di allarme, che seguono le dichiarazioni a muso duro di Erdogan, si alternano momenti di maggiore calma in concomitanza degli incontri tenuti dal premier stesso con due rappresentanze, una presunta l’altra più riconosciuta, delle realtà che stanno tenendo in piedi la mobilitazione a Gezi Park. E prevedere che tempo farà è molto difficile.

Dal governo un passo indietro, con la subordinazione dell’abbattimento del parco all’esito del ricorso a una sentenza della Corte, che aveva già sancito in primo grado l’illegalità del progetto, e a un’eventuale consultazione popolare; toni più morbidi da parte di Erdogan nel ribadire comunque il fermo invito a mettere fine all’occupazione del Parco.

Gezi Park continua ad essere vissuta, soprattutto la sera, da migliaia di persone, che anche e specialmente nei momenti di maggiore tensione, come mercoledì sera, non si sono fatte intimidire e hanno continuato ad affollare il parco, piazza Taksim e i suoi dintorni. Si fatica a camminare o trovare un posto dove sedersi, in mezzo a gente di tutti i tipi che passeggia o bivacca indossando maschere antigas, elmetti di protezione, occhialetti da piscina e portandosi appresso scorte di limoni e antiacido, mentre le attività continuano, le cucine distribuiscono ininterrottamente cibo e bevande gratuite, i presidi medici sono attivi, dal palco si susseguono i comizi e gli annunci, si improvvisano spettacoli. Ieri sera il parco e la piazza hanno ricevuto, sotto forma di catena umana, il caldo abbraccio delle “madri” dei prigionieri politici turchi e delle vittime della repressione, mentre di fronte al momumento Atatürk le forze di polizia ormai si sono dovute fare da parte per lasciare spazio al concerto di pianoforte che vi avviene ogni sera.

Nel frattempo però le televisioni che hanno trasmesso le immagini della protesta vengono multate pesantemente dall’Authority, il Ministero della Salute Pubblica avvia un’indagine sui dottori e il personale sanitario che ha prestato assistenza medica nel corso delle proteste, si rumoreggia di persone che mancano all’appello da diverse ore e di denunce di abusi sessuali subiti da diverse ragazze da parte delle forze di polizia. Il numero ufficiale dei morti, dei feriti e degli arrestati resta palesemente sottostimato rispetto alla realtà dei fatti.

Questo fine settimana, mentre i sostenitori dell’AKP si raduneranno a Istanbul e Ankara, la Piattaforma di Solidarietà con Taksim risponderà invitando le persone ad andare a Taksim e Gezi Park sabato pomeriggio, in omaggio a tutte le vittime della repressione di questi giorni e degli anni passati, per non dimenticare che in Turchia la difesa di un parco è diventata la lotta contro un governo latitante in democrazia e che, dopo queste due settimane, le cose non potranno tornare come prima. E l’invito a lasciare Gezi Park viene respinto al mittente.

Cielo sereno, quindi, ma punteggiato di nubi scure. Di quelle che annunciano un nuovo possibile temporale.

Istanbul, 15-06-2013

Foto di Serena Tarabini