ROMA

#OccupyGezi – La quiete prima della tempesta?

La protesta cresce e si organizza, ma si teme un nuovo sgombero.

Aggiornamento di Serena Tarabini 11/06/2013: in corso sgombero piazza Taksim e incidenti:

Questa mattina la polizia si è presentata a Taxim massicciamente, sono in corso in questo momento fronteggiamenti nella piazza, mentre la situazione nel parco è ancora tranquilla. Le autorità affermano che le intenzioni sono quelle di sgomberare la piazza e rimuovere bandiere e striscioni dal Centro culturale Ataturk, mentre non ci sarebbero piani per il momento sul parco. Comunque sia nuovamente le forze di polizia stanno facendo uso pesante di lacrimogeni,gas urticanti e cannoni ad acqua, mentre i dimostranti rafforzano le barricate attorno al parco e cercano di contenere l’avanzata dello sgombero.

A Gezy Park da giorni non trova spazio uno spillo. Ogni centimetro accampabile è occupato dalle tende, è difficile trovare un angolo dove sedersi. Tutto è sempre più organizzato ed attrezzato, vi si vive come un vero e proprio spazio pubblico di tutti e per tutti, dove il cibo è gratis, la pulizia continua, e gli eventi ininterrotti. Una vitalità ed un’entusiamo che non accennano a smettere.

Ciononostante l’atmosfera comincia a percepirsi più tesa. La presunta tregiua scade oggi, Erdogan è tornato e da giorni, oltre ad continuare ad indicare la protesta come frutto di gruppi marginali, non fa che ripetere che una situazione del genere non può andare avanti. In effetti ogni giorno di più di occupazione, del parco, di Taksim e delle strade, sono per lui un’affronto. Magari con metodi “più democratici” di quelli utilizzati nei primi giorni, ma il parco va liberato. La violenza con cui le forze di polizia si sono accanite sulle piazze di Ankara e Adana questa notte per sgomberarle, non crea illusioni; anche se la gente è ancora tantissima; anche in alcuni quartieri sensibili di Istanbul i fronteggiamenti sono stati violenti, ed aggravati dalla presenza di sostenitori di Erdogan che fiancheggiano le forze di polizia. Lo stesso Erdogan ha convocato manifestazioni in suo favore in diverse città il 15 e il 16 giugno, e questo non contribuisce ad alleggerire il clima.

Nel frattempo, si preparano le vie di fuga per le migliaia di persone che affollano il Parco nell’eventualità di un attacco, che dati i numeri sembrerebbe una follia e potrebbe avere conseguenze pesanti vista l’assenza di un’organizzazione centrale di autodifesa, ma per quello che ho visto in questi giorni, ci si può aspettare di tutto.

Istanbul 10/06/2013

Le foto da Gezi Park di Serena Tarabini: