ROMA

Not for sale: a Roma la mobilitazione in difesa dell’occupazione di Metropoliz

Di fronte alla situazione sempre più drammatica di chi non ha casa, in una città che accumula edifici senza abitanti e ruderi urbani abbandonati, il Governo impone all’amministrazione di Roma Capitale di trovare una soluzione in 60 giorni per l’occupazione di via Prenestina dove abitano 50 famiglie e il Museo dell’Altro e dell’Altrove ospita 600 opere di artisti conosciuti in tutto il mondo. Altrimenti ci sarà lo sgombero. I Movimenti per il diritto all’abitare chiamano alla mobilitazione con un corteo che partirà il 4 maggio da piazza dell’Esquilino

Roma Capitale dispone di un patrimonio di circa 28mila case popolari, più altre 4mila in affitto passivo che costano 25 milioni di euro l’anno, cui vanno aggiunte altre 48mila di proprietà dell’Ater, assegnate dal Comune di Roma.  L’Istat ci dice che a Roma sono in totale quasi 400mila gli edifici residenziali e di questi il 15% non è abitato. Sono dunque ben 60mila gli edifici lasciati vuoti in attesa di abitanti. A fronte di questa situazione abbiamo 20mila persone che sono senza casa, 15mila persone che vivono in alloggi occupati, 13mila nuclei familiari in lista d’attesa per l’assegnazione di una casa popolare, numeri destinati ad aumentare per i 5mila sfratti richiesti ogni anno.

In questi numeri è possibile leggere la follia che ha assunto il problema della casa, non solo a Roma.  In Italia, secondo i dati Istat, nel 2019 quasi il 30 per cento delle abitazioni censite non era occupato, stiamo parlando di 10,7 milioni di abitazioni su circa 36 milioni censite. Case vuote e persone senza casa, su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto in alcune città.

Eppure come ci racconta il rapporto annuale dell’Ispra, Roma continua a consumare suolo, anche quest’anno la Capitale ha perso 95 ettari di suolo precedentemente naturale. Il cemento ricopre due metri quadri al secondo, molti di questi sono occupati per costruire case destinate a restare vuote.

Intanto Roma è una città che accumula edifici abbandonati, ruderi urbani inutilizzati in attesa che vengano presi in considerazione per la loro valorizzazione finanziaria, attraverso operazioni immobiliari.

Il panorama urbano è costellato di questi fantasmi, manufatti industriali dismessi, case vuote, spazi lasciati all’incuria. Molti di questi immobili sono stati occupati e riconvertiti a nuovi usi. Innanzitutto sono diventati la casa per chi non l’aveva e non poteva accedere al mercato privato, a causa dei prezzi richiesti. A Tor Sapienza, nella periferia est della Capitale, il prezzo medio per un alloggio in affitto è di 12 euro al metro quadro, aumentato del 5 per cento in un anno, ovvero per una casa di 60 metri quadri chiedono 720 euro al mese. E anche potendo spendere questa cifra le case in affitto non si trovano, se non con contratti per periodi brevi o brevissimi.

Si trova proprio a Tor Sapienza una delle esperienze più interessanti di trasformazione e riconversione urbana che sono state realizzate da chi ha occupato a Roma. In una ex fabbrica abbandonata, occupata quattordici anni fa, sono state realizzate abitazioni per 50 nuclei familiari e un museo conosciuto in tutto il mondo che ospita 600 opere di artisti.

La società CA.SA srl. del gruppo Salini proprietaria dell’immobile e dei terreni che lo circondano, ha chiesto e ottenuto risarcimenti con sentenze del Tribunale per 34 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno 58mila euro mensili a partire da luglio 2022, per il mancato sgombero e conseguente impossibilità a utilizzare il bene. È stato, dobbiamo riconoscerlo, un ottimo investimento aver acquistato quel salumificio in disuso per 6,85 milioni di euro, visto che in pochi anni ha regalato più di 30 milioni di euro alla proprietà.

Lo stabile di via Prenestina era già in cima alla lista degli sgomberi predisposta dalla Prefettura, ma negli ultimi giorni è arrivata alla Giunta Capitolina la diffida del Governo a trovare una soluzione per liberare la struttura entro 60 giorni, altrimenti si procederà allo sgombero.

Sono pochi 60 giorni per trovare un accordo con la proprietà per acquisire il bene, come l’amministrazione aveva dichiarato di voler fare, per garantire la continuità del Museo e la casa per gli abitanti. Nel Piano Casa, che dovrebbe essere approvato in tempi brevi, veniva espressa la volontà di presentare un’offerta per l’acquisto degli immobili di via Santa Croce in Gerusalemme “Spin Time” e di via Prenestina 913 “Metropoliz – MAAM” e garantire così a due esperienze di grande valore di continuare a rendere migliore la nostra città. Quello che è già avvenuto per l’occupazione di  Porto Fluviale all’Ostiense per il quale, dopo l’acquisto, è in programma la ristrutturazione utilizzando i fondi del bando europeo Pinqua.

Gli e le abitanti di Metropoliz, hanno deciso di resistere con ogni mezzo e di mobilitarsi lanciando un appuntamento alla città  per il 4 maggio « per far crescere con forza il diritto all’esistenza del Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz città meticcia così come delle tante esperienze diffuse che Roma ha saputo ri/generare» con un corteo alle ore 17 che partirà da Piazza dell’Esquilino.

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Foto di copertina da Openverse, “L’ultima battaglia”. L’opera è all’interno del Museo dell’Altro e dell’Altrove a Metropoliz, creata come rappresentazione di una barricata che difende Metropoliz, il museo e i suoi abitanti