ROMA

A Roma Non Una di Meno presenta il conto

Non Una di Meno torna in piazza in tutta Italia per la giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. A Roma le donne presentano il conto per lavoro non pagato e violenze subite

Non Una di Meno non si ferma nemmeno con la pandemia, in più di quindici città italiane si sono tenute azioni, flash mob, o eventi online per la giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. A Roma tantissime donne hanno partecipato al flash  in piazza Montecitorio, dove le donne «hanno portato il conto» del lavoro non pagato e della violenza subita.

 

 

Vestite di nero e fuxia, i colori del movimento, e con il pañuelo indossato sopra la mascherina, le donne reggono gli scontrini da presentare al governo per tutte le prestazioni non pagate: accudimento dei minori, colloqui con gli insegnanti, sostegno durante le lezioni online, aiuto compiti, redazione del piano economico familiare. I cartelli raccontano anche il prezzo pagato per il confinamento in casa, infatti il lockdown ha aumentato violenza domestica e quella online, i femminicidi e le violenze omolesbobitransfobiche. Secondo i dati Istat, in 89 giorni di lockdown generalizzato, è morta una donna ogni due giorni.

 

 

Durante la pandemia il lavoro nell’assistenza sanitaria e domiciliare, nei servizi, nell’educazione e nelle case si è rivelato ancora una volta il più necessario ma anche il più precarizzato, svalutato e esposto a rischi di contagio: sono infatti in maggioranza le donne a essere impiegate nei servizi essenziali, quelli che non possono essere svolti “in remoto”. Così numerose lavoratrici e madri sono state obbligate a una difficile e impossibile conciliazione tra lavoro e famiglia, tra salario e salute.

 

 

Queste donne protestano e denunciano le relazioni di potere che si nascondono dietro la gestione della pandemia. La tenuta della sanità e della scuola mostra un sistema sociale distrutto dalle politiche di austerity e fondato sulle diseguaglianze di genere, di provenienza, di classe, anagrafiche e abiliste.

E mentre gli ospedali pubblici sono di nuovo al collasso, l’assistenza domiciliare è completamente affidata ai privati, precarizzata, e sottopogata. Se l’aborto era un percorso a ostacoli precedentemente, con la seconda ondata rischia di divenire quasi impossibile, con regioni dove si tocca il 90% di medici obiettori. E purtroppo, anche la nuova possibilità di somministrare la pillola abortiva RU486 nei consultori, vittoria del movimento, rischia di non passare mai all’atto pratico se non si provvede al rafforzamento del servizio.

 

 

Non Una di Meno per il quinto anno consecutivo non vuole fare del 25 novembre una giornata per celebrare le donne, ma un giorno di lotta e rivendicazione. «Non vogliamo essere solo una statistica sulle “nuove povertà”; non siamo “angeli”, non siamo “eroine”, se abbiamo una missione non è quella di accudire una società che ci opprime e ci sfrutta, ma di trasformarla radicalmente», gridano a gran voce dalla piazza.

Le mobilitazioni coontro la violenza maschile sulle continuano sabato 28 Novembre alle ore 16 a piazza del Popolo a Roma, e in tantissime altre piazze in Italia, per gridare ancora una volta e senza esitazione che, «Se ci fermiamo noi, si ferma il mondo»!

 

Foto Marta Iaquinto