ITALIA

«Non esiste una buona alternanza». Studenti si organizzano dal basso

Studenti e studentesse non sono d’accordo con il ministero dell’istruzione. La voce di ragazzi e ragazze è unisona, dai licei agli istituti tecnici: l’alternanza scuola-lavoro va abolita. Annunciate mobilitazioni

«L’Alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica innovativa, che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi» – riporta il sito del Miur dedicato al progetto rinominato Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).

Studenti e studentesse, non sono d’accordo con il ministero. Denunciano un modello scolastico che in particolar modo all’interno dei licei, non ha più cura della formazione intellettuale, ma preme per anticipare lo sviluppo di competenze che possano essere messe a disposizione del sistema economico capitalista odierno. Qualche anno fa all’interno di questi istituti gli stage erano facoltativi e proposti da enti e associazioni di volontariato, parrebbe che l’inversione di rotta sia stata totale.

La voce di ragazzi e ragazze è unisona, Leonardo, uno studente di quarta dell’istituto tecnico per il turismo Darwin di Roma afferma: «L’alternanza scuola-lavoro va abolita, perché non esiste una buona alternanza, dato che da principio non è stata creata con una progettazione per gli studenti, ma basata sull’interesse aziendale».

Lo scorso anno la classe di Leonardo tra i percorsi proposti dal docente designato come tutor ha scelto «il meno peggio». Le modalità del progetto, dettate dalla situazione pandemica sono state online, condizione che permane nonostante il ritorno dell’insegnamento in presenza. Le studentesse e gli studenti hanno visionato degli interventi preregistrati di impiegati dell’Unicredit che li incitavano a intraprendere una carriera manageriale all’interno dell’ambito finanziario.

(Elio Schiavoni)

Leonardo come molti dei suoi compagni e delle sue compagne sarebbe stimolato da progetti all’interno di agenzie viaggi o alberghi, la scelta del percorso impostata a livello non personale ma dell’intera classe e la difficoltà nell’attivare convenzioni con strutture turistiche private gli preclude questa possibilità. Il modello criticato è quello attuale, ma anche quello precedente ai Pcto, forse più affine ai percorsi di studi ma ugualmente improntato allo sfruttamento e non plausibile per Leonardo: «Quello che io vorrei e che venisse abolita l’alternanza scuola-lavoro come legge e venissero ripensati dei progetti formativi per i tecnici e i professionali retribuiti e dove sia garantita la sicurezza del lavoro, questa sarebbe almeno la base».

Le contraddizioni dei PCTO sottolineate da chi si trova costretto a seguirli sono molteplici: in primis la sicurezza che come abbiamo visto per Lorenzo Parelli, il ragazzo morto in un’azienda di Udine, non sembra essere abbastanza e di giovanissimi feriti durante questi stage ce ne sono diversi.

Oltretutto il corso di sicurezza sul lavoro è basato su un seminario online di otto ore, analogo a quello proposto in diversi ambienti di lavoro e universitari, qualificato dalla risposta a crocette di un test alla fine di ogni modulo; la convenzione con aziende che non tengono conto del rispetto dell’ambiente o ancora peggio che contribuiscono a danneggiarlo; la mancanza di correlazione con i piani di studio.

Le riforme scolastiche, sono andate verso un modello di scuola sempre più specializzante e basata su competenze tecniche. Il movimento la Lupa su un post Instagram, ha raccolto testimonianze di ragazze e ragazzi di diversi istituti romani, che riportano l’inefficienza di questo sistema. Chiedono la sospensione di questi percorsi fin tanto non si intavolerà un confronto con il Miur e l’Ufficio scolastico regionale (Usr) volto a ottenere «l’abolizione dei PCTO e dell’alternanza scuola-lavoro e, nelle scuole in cui fosse necessario (come alcuni tecnici e professionali) e per gli studenti e le studentesse che volessero frequentarli, istituzione di corsi di formazione pratici scelti dallə studentə, retribuiti, con misure e protocolli di sicurezza a norma».

Intanto ieri la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha giustificato le forze dell’ordine che hanno caricato studentesse e studenti, dando tutta la colpa a presunti esponenti dei centri sociali e del mondo anarchico. Si sarebbero infiltrati nei cortei per provocare gli scontri. Insomma il solito spauracchio degli antagonisti, buono per tutte le stagioni, perfino dopo due anni di pandemia che hanno accentuato la crisi soggettiva che le realtà antagoniste e gli spazi sociali già stavano vivendo.


Per il 18 febbraio studenti e studentesse di tutta Italia scenderanno in piazza per l’abolizione dei Pcto e riportare al centro del dibattito la salute mentale. Domani, invece, a seguito del corteo della settimana scorsa e del parere negativo del Consiglio dell’Istruzione Pubblica e delle Consulte Studentesche rispetto alle modalitа d’esame di maturitа, saranno davanti al Miur in attesa di un confronto con il ministero.

Immagine di copertina di Andrea Tedone