ROMA

No alla schiavitù in Libia e no agli accordi criminali

Presidio davanti all’Ambasciata libici di Roma, venerdì 24 novembre, ore 15.30. Contro ogni forma di schiavitù e contro gli accordi che stanno provocando migliaia di morti. Verso il corto del 16 dicembre.

Cominciamo a dire che quanto sta accadendo in Libia, nonostante il tentativo di distoglierci e distrarci, è la conseguenza innanzitutto delle politiche e degli accordi firmati in questi anni. Accordi, non ultimo quello sventolato da parte del Ministro degli interni italiano Marco Minniti in territorio libico, che si inseriscono nel contesto di atavico saccheggio delle risorse naturali sul continente africano. La schiavitù di cui si parla in questi giorni in riferimento alla Libia è un fenomeno diffuso sia in Africa che in Italia con vecchie e nuove forme di schiavitù. Ne sono esempi la schiavitù nei confronti dei neri in alcuni paesi africani, in Italia la cosiddetta moderna schiavitù nelle campagne attraverso i braccianti nella filiera agroalimentare, nonché i facchini nella filiera della logistica.

Oggi l’Italia insieme all’Ue e all’Unione Africana non possono non sentirsi responsabili dei crimini in corso, con la vendita di esseri umani insieme alla morte di migliaia di persone nel mare mediterraneo e nel deserto.

Invitiamo tutte e tutti Venerdì 24 novembre dalle ore 15.30 alle ore 17.00 davanti all’ambasciata della Libia, in Via Nomentana 365 a Roma, per dire No senza Se e senza Ma a questi accordi e a ogni forma di schiavitù in Libia e in ogni parte del mondo.

CISPM Italia – Coalizione Internazionale Sans-Papiers e Migranti