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Neuropsichiatria infantile non deve chiudere!

Un servizio pubblico all’avanguardia e di eccellenza rischia di chiudere per i tagli. Cittadini, lavoratori, utenti ieri in una assemblea conferenza stampa a via dei Sabelli. Con la mobilitazione parte anche una raccolta firme in rete.

Ieri, proprio nel giorno del venticinquennale della scomparsa del grande neuropsichiatria infantile Marco Lombardo Radice, tra i più coraggiosi e storici sostenitori della Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Umberto I di Roma, ci risiamo. Il complesso polispecialistico di Via dei Sabelli a San Lorenzo, che da anni offre assistenza integrata, umana e professionale, ai giovani affetti da disturbi neurologici (epilessie farmaco-resistenti, malattie rare, disabilità motorie), neuro evolutivi (autismo, dislessia, disturbi dell’apprendimento) e psichiatrici (esordi psicotici in adolescenza, disturbi dell’umore e del comportamento, tentativi di suicidio) e che da anni ormai versa in una situazione delicatissima di carenza d’organico e di risorse, sta subendo l’ennesimo attacco.

Un attacco che è segno della noncuranza o della scarsa attenzione che le Istituzioni sembrano nutrire verso questo prezioso servizio. Ad oggi, a gestire liste d’attesa interminabili, a prendere in cura e a cuore ogni anno migliaia di bambini e ragazzi che vivono il disagio neuropsichiatrico, a tentare di offrire un punto di riferimento a famiglie spaesate, che altrimenti si troverebbero sole, senza mezzi né competenze, ad affrontare queste problematiche, a svolgere tutto questo, dicevamo, ci sono solo 8 medici (da 24 che erano), di cui 2 precari con contratti co.co.co rinnovati ormai da 5-10 anni; 5 terapiste, 1 solo psicologo strutturato e 1 co.co.co, pochi infermieri di cui molti gestiti tramite cooperative e quindi non interni all’azienda Policlinico, con costi maggiori per l’ospedale e minor tutela dei lavoratori, che vedono trattenersi dalla cooperativa intermediaria buona parte dello stipendio. Il risultato? Il servizio costa di più ed è qualitativamente compromesso dalla precarietà del lavoro e dall’esiguità del personale.

Non si tratta di una semplice questione di numeri, ci tengono a dire i lavoratori, le lavoratrici, le famiglie dei pazienti, oggi radunati tutti qui a Via dei Sabelli per denunciare, con una conferenza stampa, la situazione emergenziale (ormai sono decenni che si vive sull’emergenzialità, con un progressivo peggioramento delle condizioni, che oggi rischia di far arrivare questa struttura alla chiusura dei battenti) della Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Umberto I di Roma. Si tratta, ci spiegano, di una questione più complessa che integra qualità del servizio erogato, qualità di un percorso globale di presa in carico che non vede solo la cura, ma anche la prevenzione e la riabilitazione dei ragazzi, un ponte con le famiglie e con il tessuto sociale dei territori, perché non si possono abbandonare alla solitudine e alla gestione privata della sofferenza e della malattia centinaia di famiglie.

Non si può lasciare che il servizio pubblico venga smantellato senza un progetto, una programmazione sanitaria che tagli sprechi e mala gestione e restituisca servizi, diritti, beni comuni, come la salute. Dal 27 giugno il reparto neurologico di degenza è stato trasferito al Policlinico dentro la clinica pediatrica con la promessa di tornare a fine agosto a via dei sabelli, ma senza personale, questa certezza non c’è. La Regione e la direzione dell’Azienda Policlinico hanno promesso per soli 45 giorni, cioè fino a settembre, l’assegnazione di 3 medici con contratto precario (co.co.co) per evitare la chiusura, altrimenti inevitabile, dell’ambulatorio generale, dei 3 ambulatori specialistici e del centro prelievi, ma se la promessa non sarà mantenuta questi servizi chiuderanno. Ma ovviamente si guarda al futuro. Cosa succederà infatti a settembre? La struttura rischia davvero la chiusura se non vengono assegnati altri medici , e inoltre la soluzione non può essere quella di prorogare all’infinito il meccanismo del “tappabuchi” con contratti precari che nessuna continuità garantiscono a un percorso di assistenza così delicato.

E’ partita su change.org una raccolta firme per la salvezza di questa struttura , ma questo è solo uno strumento di chi da anni lavora con passione e lotta perché questo servizio continui e migliori sempre. L’obiettivo è realizzare una grossa manifestazione colorata e determinata che porti sotto la Regione tante persone e tante firme a sostegno della Neuropsichiatria fondata e fortemente voluta da Bollea e Marco Lombardo Radice. Sostenere questa raccolta firme significa concretamente sostenere, difendere, ma in avanti e non in senso conservatore, un concetto alto di salute come bene comune.

Intervista video nel giorno della conferenza stampa SOS Neuropsichiatria infantile