MONDO

Negli Stati Uniti del coronavirus

Gli Stati Uniti stanno prendendo le loro prime misure contro il coronavirus: dalla Guardia Nazionale inviata dal governatore Andrew Cuomo a New Rochelle, fino alle prime dichiarazioni di Pence sulla gestione delle assicurazioni sanitarie nel contesto dell’epidemia

Osservare l’evoluzione dell’epidemia di Covid-19 dagli Stati Uniti rende la percezione degli eventi in atto ancora più irreale e distopica. Alla preoccupazione per i propri amici e cari in Italia, nonché per il gravissimo collasso sanitario ed economico dell’intero paese, si aggiunge l’esperienza di vivere gli eventi due volte: a distanza dall’Italia dove l’epidemia è già esplosa e dal vivo, in questo caso in Florida, dove l’epidemia sta per esplodere. La duplice prospettiva dà il vantaggio della possibile predizione degli eventi futuri in una sorta di fin troppo letterale eterno ritorno nietzscheano insieme alla beffa di veder replicati (e persino aggravati) alcuni atteggiamenti deliranti della politica istituzionale. In questo momento, abbiamo appena superato la fase del denial completo di Trump, che aveva dichiarato su Twitter in data 9 marzo che la media annuale dei morti per influenza sarebbe superiore alle morti causate dal coronavirus, all’accettazione che occorra fare pur qualcosa, con la specifica, però, da parte del General Surgeon – portavoce delle questioni di salute pubblica nel governo federale – che a morire sono prevalentemente le persone che hanno condizioni mediche croniche, immunodepresse e gli anziani sopra i 60 anni. Insomma, se guardiamo a Trump e al governo federale, siamo più o meno nella fase politica che abbiamo potuto osservare per giorni sul web e i giornali italiani, in cui si sosteneva che “muoiono solo i vecchi”.

Tra gli Stati che hanno dichiarato lo stato d’emergenza si contano almeno: New York, California, Florida, Indiana, Kentucky, Maryland, Utah, Oregon, Washington, North Carolina, Massachusetts ecc. La situazione è particolarmente grave nello Stato di New York, specialmente a New Rochelle, dove il Governatore Andrew Cuomo ha inviato la Guardia Nazionale per «gestire il contenimento del virus». Nel frattempo diverse università e college sia pubblici che privati hanno chiuso fino a data da definirsi e stanno trasferendo l’insegnamento della didattica online. Tra queste le università dell’area di Seattle e di New York, UCLA, Purdue, Harvard, Duke ecc. Al momento le persone che si calcola siano state colpite dal coronavirus sono 647 e i morti 25, secondo il sito governativo Center for Disease and Control Prevention o, secondo le ultimissime rilevazioni, oltre mille casi e 31 morti.

Uno dei problemi sollevati in questi giorni da The Atlantic e dal New York Times è stato la completa assenza e insufficienza dei test disponibili, il che ha rallentato non solo la possibilità di effettuare delle stime realistiche dei contagiati, ma anche la possibilità di un contenimento preventivo efficace del virus.

Preoccupati soprattutto dall’andamento delle primarie, i Repubblicani della presidenza Trump hanno preso i primi provvedimenti a livello federale in merito al coronavirus solo oggi (10 marzo 2020). Il vicepresidente Mike Pence, ora anche Commissario nella gestione della crisi del coronavirus, nella conferenza stampa del 10 marzo ha affermato che entro lunedì prossimo verranno essere emessi due milioni di test in 50 Stati e che il loro costo «non sarà un ostacolo» per i cittadini americani. Pence ha anche lodato la partnership tra pubblico e privato che si è realizzata tra governo federale e compagnie assicurative e ha precisato che «tutti gli Americani saranno coperti» e che «le maggiori compagnie assicurative si sono unite con Medicare e Medicaid e si sono accordate per una rinuncia ai cosiddetti copayment [pagamenti da parte degli assicurati, ndt]. Saranno le assicurazioni a coprire i costi delle spese mediche per coloro che contrarranno il coronavirus e non ci saranno “surprise medical bills” [cioè pagamenti ulteriori se si viene curati fuori dal proprio sistema assicurativo, ndt]». La messa in pratica di questo processo, la sua realizzabilità e le sue conseguenze future sono, in realtà, tutte da verificare, senza considerare tutte le persone escluse da qualsiasi tipo di copertura sanitaria. L’amministrazione Trump, infine, ribadisce tra le misure economiche che verranno prese in questo contesto la riduzione della pressione fiscale e promette congedi retribuiti per i lavoratori a ore, gli operai e le piccole e medie imprese. Misure che, insieme al travel ban e alla rivendicazione del muro Stati Uniti-Messico servono a “capitalizzare” sulla paura di migliaia di americani. Le misure di alleggerimento della pressione fiscale insieme all’atteggiamento rassicurante di Pence in conferenza stampa rivelano che l’amministrazione di Trump sia molto più preoccupata del down borsistico e dell’attuale sfiducia dei mercati, piuttosto che di una gestione oculata ed efficace di contenimento del coronavirus.