ITALIA

Mobilitazioni di Non Una di Meno in tutta Italia: «Portiamo in piazza i panni sporchi del lockdown»

Mobilitazioni di Non Una di Meno in tutta Italia ieri, venerdì 26 giugno. Dopo la chiusura dello spazio domestico durante il lockdown, ora le donne si riappropriano delle piazze e dello spazio pubblico.

Assolti gli stupratori di Martina Rossi, giovane ragazza di vent’anni morta in seguito a una caduta dal balcone. Stava cercando di scappare a un tentativo di violenza sessuale, ma per i giudici “il fatto non sussiste”. Vietato l’aborto farmacologico in day hospital in Umbria: le donne potranno interrompere la gravidanza con la RU486 solo se si faranno ricoverare per tre giorni. Se scelgono l’aborto chirurgico, invece, possono entrare la mattina e uscire il pomeriggio. Perché in Italia se si vuole interrompere una gravidanza, te la fanno scontare fino alla fine la tua libertà di scelta. In un paese dove l’obiezione di coscienza è al 69%, l’ivg per le donne è ancora un percorso a ostacoli e lo è stato ancora di più durante la pandemia, con consultori chiusi e medici assenti. Se il lockdown aveva visto un’escalation dei casi di violenza domestica, con i telefoni dei Cav che hanno squillato a ogni ora del giorno e della notte, la fine della quarantena non ha di certo segnato un passo avanti riguardo la violenza di genere.

 

Vogliamo la verità per Martina Rossi?Siamo qui per rivendicare giustizia e libertà per Martina e per tutte le donne vittime della violenza istituzionale

Pubblicato da Non Una Di Meno Firenze su Venerdì 26 giugno 2020

 

Le piazze di tutta Italia si sono riempite di donne. Una giornata piena di mobilitazioni di Non Una di Meno per “mettere in piazza i panni sporchi del lockdown che non vogliamo tenere in casa”. Una mobilitazione con uno sguardo rivolto a livello globale in questa fase di pandemia che sta facendo emergere mille contraddizioni e “una normalità a cui non vogliamo tornare”. Moltissime le giovani in piazza, tanti gli interventi, i cartelli, gli striscioni e la voglia di riappropriarsi dello spazio pubblico dopo la chiusura di quello domestico. A Esquilino balli, canti e un grido finale di gioia e di rabbia. “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”. Pratica di liberazione e autodeterminazione necessaria dopo questi mesi di lockdown.

E così ieri in tutta Italia sono stati fatti emergere diversi temi, esplosi durante l’emergenza coronavirus ma come al solito ignorati dalle istituzioni: il tema della violenza domestica, economica, della salute e dell’autodeterminazione, dell’emergenza scaricata sul doppio lavoro delle donne, la sottrazione ai ragazzi e alle ragazze di uno spazio pubblico fondamentale come la scuola. Il ritorno nelle piazze di Non Una di Meno è stato però anche il momento per denunciare la sentenza di giustizia patriarcale che assolve gli stupratori di Martina Rossi e il momento per solidarizzare con le donne polacche in lotta contro l’inasprimento della già severa legge sull’aborto. E proprio il tema dell’aborto e della salute sono centrali in queste mobilitazioni: per questo a Roma nel pomeriggio si è tenuto anche un presidio alla Regione Lazio con i consultori, presidi che devono tornare a essere assolutamente centrali e che invece sono costantemente sotto attacco, definanziati e con il personale ridotto all’osso.

 

 

Immagine di copertina di Valeria Ferraro