ITALIA

Mobilitazione dei precari Anpal Servizi: “servono più risorse nella legge di bilancio”

Più di 150 precari di Anpal Servizi in uno Speakers’ Corner sotto al Mise. Diverse delegazioni da tutta Italia per chiedere più risorse finanziarie per le stabilizzazioni e perché non vogliono essere «precari che ricollocano altri precari»

Oltre 150 precari di Anpal Servizi – la società in house del Ministero del Lavoro – si sono dati appuntamento ieri mattina, dalle 11 alle 14, per uno Speakers’ Corner sotto al Mise. Sono arrivate delegazioni da diverse regioni (dalla Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Campania, l’Umbria, le Marche, il Lazio, ecc…) per chiedere la stabilizzazione dei 654 precari, il 59% del totale degli addetti dell’azienda. Una condizione di precarietà strutturale, che accomuna tutte le società pubbliche, hanno ricordato i vari interventi al microfono. Nello stile degli Speakers’ Corner londinesi di fine ottocento ad Hyde Park, i precari hanno intrecciato storie personali di precarietà, il racconto del loro lavoro, le rivendicazioni sindacali. Lo speech è stato anticipato dalla campagna social, che attraverso una serie di bio-narrazioni, ha presentato il volto multi-forme della precarietà dentro Anpal Servizi. Fabrizio, 55 anni, ha iniziato a lavorare quando la figlia aveva 5 anni:

 

«desidero che il tempo metta un punto e ricordi che mia figlia ha oggi 19 anni».

 

Rosalba, 46 anni, 19 anni di precarietà trascorsi tra le varie compagini societarie del Ministero del Lavoro. Poi Valeria, Valentina, Luigi e tanti altri ancora. Storie di lavoratrici e lavoratori che arrivano fino a venti anni di precarietà e che superati i cinquanta anni di età chiedono ancora di poter progettare un futuro. La fotografia della precarietà come condizione di vita permanente e del completo fallimento delle politiche di gestione del mercato del lavoro degli ultimi venti anni.

Si sono autodefiniti «attivatori di diritti», quasi a capovolgere il concetto di «attivatori di soggetti» prescritto dalla religione neoliberale, grazie alla loro attività quotidianamente prestata presso la rete dei centri per l’impiego, progettando e gestendo piani di crisi aziendali, accompagnando i disoccupati lungo percorsi di reinserimento lavorativo, promuovendo progetti di formazione, prestando assistenza alle Regioni ed altri soggetti istituzionali. Un insieme di competenze che, piuttosto che essere tutelato, è costantemente esposto al rischio della perdita del lavoro.

 

«Partecipiamo a vacancies in media ogni 2-3 anni», ricordava uno dei tanti speaker.

 

La mobilitazione è stata organizzata dal Coordinamento nazionale dei precari di Anpal Servizi ed è stata sostenuta dalle Camere del Lavoro Autonomo e Precario attraverso la proclamazione di uno sciopero di 4 ore, per consentire ai dipendenti di partecipare al presidio.

 

«Dobbiamo difendere la nostra capacità di mobilitazione indipendente – ha ricordato uno degli speaker – siamo arrivati da diverse regioni a nostre spese».

 

A quanto pare i sindacati confederali, compresa la Cgil, non stanno facendo assolutamente nulla per sostenere la mobilitazione dei precari. Compreso ieri, quando si sono rifiutati di sostenere la giornata di sciopero.

Hanno ricordato che nella Legge di Bilancio non ci sono risorse sufficienti alla stabilizzazione e se il governo vuole davvero potenziare la rete dei servizi per il lavoro, non può prescindere dalla stabilizzazione dei precari dentro Anpal Servizi.

La mobilitazione dei precari è iniziata a luglio quando l’A.U. di Anpal Servizi Maurizio Del Conte ha deciso di non rinnovare il contratto di due lavoratrici, Valeria Morando e Valentina Sportelli, usando strumentalmente e solo per fini politici l’approvazione del Decreto Dignità, allo scopo di aprire, da ex-braccio destro di Renzi, una polemica contro Di Maio. Il 4 ottobre il Coordinamento ha promosso un primo presidio sotto la sede aziendale. Da allora in avanti, tra incontri istituzionali ed altre azioni comunicative, come ricordano in un dossier, non si sono mai fermati. Ieri, hanno ottenuto un incontro «interlocutorio, ma positivo» con Francesco Vanin, cosigliere di Di Maio, che si è impegnato a riconvocare il Coordinamento a breve. Al termine dello Speakers’ Corner hanno annunciato la «mobilitazione permanente», facendo risuonare lo stesso slogan che proviene dalle piazze femministe di Non Una di Meno, promettendo che la mobilitazione si arresterà solo quando sarà firmata la stabilizzazione per tutte e tutti.

 

«Se il sindacato confederale crede di aver vinto solo per aver ottenuto un tavolo negoziale, noi ci fermeremo solo quando otterremo i nostri risultati».

 

Quella dei precari di Anpal Servizi, insieme a quelli della Sogesid e della Sogin, rappresentano interessanti forme di sindacalizzazione indipendente che si stanno sviluppando all’interno delle società partecipate dallo Stato. Speriamo sia l’inizio di un intreccio tra queste lotte.