ITALIA

Milano, in 15mila contro le politiche autoritarie e razziste

Una grandissima mobilitazione nel giorno e nel luogo dell’incontro tra Salvini e Orbán per dire che Milano non ci sta

Sin dal primo pomeriggio [di ieri] il centro di Milano appariva pesantemente blindato. Schieramenti di Digos, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza impedivano l’accesso a tutte le vie intorno alla Prefettura in Corso Monforte. Il Ministro dell’Interno Salvini, star di questi primi tre mesi di governo giallo-verde, si accingeva a incontrare Viktor Orbán, leader indiscusso dell’Europa di Visegrad, il blocco sovranista dell’Est pronto a incassare miliardi di sovvenzioni europee per i progetti di sviluppo, ma senza voler rendere conto a nessuno degli obblighi imposti dall’Unione. Una blindatura del genere in città non si vedeva dai tempi di Expo 2015, tanto da far esclamare a qualche passante di non proprio primo pelo: “Manco ci fosse il Papa!”.

Mentre i due leader sovranisti si incontravano in Prefettura, a pochissimi metri di distanza, in Piazza San Babila, la Milano antirazzista scendeva in piazza per l’ennesima volta in pochi mesi dimostrando l’importanza del tema antirazzista per tantissimi cittadini della metropoli. Il primo corteo di questo 2018 è stato a febbraio subito dopo i fatti di Macerata. Quel giorno scesero in piazza 30.000 persone. Poi, il corteo di giugno contro l’omicidio avvenuto in Calabria del sindacalista dell’USB Soumaila Sacko. Quel giorno sfilarono più di 5.000 persone. [Ieri], invece, in San Babila si sono ritrovate circa 15.000 persone che poi si sono mosse in un rumoroso corteo verso Porta Venezia. Una piazza, quella di oggi, messa in piedi in 3 giorni in modo quasi totalmente spontaneo.

“Salvini Ministro dell’Insicurezza – spari sui migranti, razzismo e deportazioni – No CPR! No lager!”. Questo recitava lo striscione con cui si è presentata in piazza la squadra del St. Ambroeus FC. I ragazzi hanno messo in atto un allenamento simbolico in piazza prima della partenza del corteo.

Dopo la mobilitazione di Catania si è forse assistito a un altro segnale di risveglio di una parte della società dopo tre mesi di estenuante propaganda sulla presunta invasione straniera, quando guardando ai dati è evidente che in Italia NON c’è nessuna invasione e che nel 2018 non è praticamente sbarcato più nessuno? Come a dire che l’ex-Ministro del PD Minniti ha agito mentre Salvini ha chiacchierato e raccolto.

La piazza di ieri è un buon punto di partenza contro la futura installazione del Centro per Rimpatri in Via Corelli. Importante sarà portare la battaglia antirazzista in tutti i quartieri e le strade della metropoli. Anche, e soprattutto, nelle periferie. È li che si svolgerà la vera battaglia.

Articolo pubblicato su MiM