EUROPA

#MadridNoSeVende, nuova occupazione in centro: nasce “La ingovernable”

La rete #MadridNoSeVende, formata da collettivi, centri sociali, movimenti per il diritto all’abitare, movimenti femministi ecc, ha convocato per il 6 maggio una manifestazione per il diritto alla città . Al termine del corteo, centinaia di cittadini e cittadine hanno occupato un enorme edificio abbandonato al centro della città (ex sede dell’università), che le amministrazioni del Partido Popular volevano cedere gratuitamente a un architetto milionario, dismettendone la funzione pubblica.

L’assemblea convocata nello spazio, per determinarne collettivamente funzione, uso e progetti da sviluppare è stata estremamente partecipata e ha deciso il nome del nuovo centro sociale (La Ingovernable) e iniziato a stilare un calendario minimo di attività, che vanno dall’assemblea di gestione a workshop femministi, fino a seminari sul diritto all’abitare.

L’azione, portata avanti da collettività anche molto eterogenee tra di loro, ha come obiettivo quello di creare nel cuore della città, che le amministrazioni pensano solo a misura di turista, un hub di autorganizzazione sociale, in cui connettere e far dialogare esperienze diverse ma che hanno in comune una visione alternativa della città, fatta di solidarietà, partecipazione collettiva, femminismo e accoglienza.

Salutiamo con grande gioia la nascita di questo nuovo spazio, e diamo tutta la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne de La Ingovernable.

La lucha sigue!

 

Di seguito, la traduzione del comunicato di Madrid No Se Vende a cura di DINAMOpress

 

Hola Madrid! Saluti da questo centro sociale per la costruzione di beni comuni urbani

C’è un momento in cui il dibattito è su cosa intendiamo per vita che vale la pena di essere vissuta,

per cosa vogliamo vivere, per mettere in discussione verso chi e cosa è a disposizione il tuo tempo,

la tua energia, la tua testa, il tuo corpo.

Amaia Perez Orozco

Oggi, un buon numero di persone, reti e collettivi hanno chiamato una mobilitazione sotto lo slogan «Madrid non si vende», per dire che ci sono due modelli possibili per la città: quello che difende la vita e i diritti e quello che punta sul profitto di pochi, indifferente alla sofferenza della maggioranza. Questo dibattito, che si sta dando da qualche mese, non è solo volto alla convocazione di un corteo, ma anche alla continuità del lavoro coordinato, in rete, dei movimenti sociali, territoriali e cittadini del «Gran Madrid» [Comune di Madrid e città dell’hinterland n.d.t.]. Anche oggi, alcune di queste persone vogliono invitarvi tutt* in un nuovo spazio nel Paseo del Prado, che funga come territorio per questo dialogo e per tutte le persone che si avvicinino.

Vi invitiamo a partecipare all’uso, alla gestione e alla difesa di questo spazio che punta sui beni comuni urbani, a fronte della speculazione sui diritti. Sull’autorganizzazione gioiosa delle persone, a fronte dell’esasperante paralisi delle istituzioni pubbliche. In definitiva, sul diritto alla città e al territorio per le persone che lo abitano e lo attraversano.

Siamo circondati di abbondanza e possibilità per migliorare la nostra società

Abbiamo a Madrid un movimento femminista che non solo esonda nelle strade in manifestazioni moltitudinarie, ma che si esprime, pensa e agisce in mille forme della vita politica della quotidianità e del pubblico, in reti e in gruppi. È il miglior valore che abbiamo nella società per trasformarla e renderla più giusta, per mettere al centro la sostenibilità della vita.

Abbonda, anche, una visione ecologista sui modelli di produzione imperanti che non solo si dedica alla denuncia costante della mancanza di compimento di regole normative e propone alternative per la gestione dell’energia, della terra e dell’acqua, ma costituisce anche la migliore ultima chiamata davanti al gran cruciverba sulla realtà dei limiti materiali della nostra società. Questa Madrid femminista, ecologista, meticcia e solidale è quella che può mettere in piedi e far camminare una Madrid che vale la pena di essere vissuta.

 

L’edificio

Il locale di cui oggi prendiamo possesso fu costruito per essere sede dell’Università Pubblica, questo territorio a rischio di estinzione che le amministrazioni mettono al servizio del mercato. Il (pen)ultimo uso pubblico che ha avuto è stato quello di «Centro de Salud de Retiro» fino a che, in maniera oscura, Ana Botella [x sindaca di Madrid, del Partido Popular n.d.t] giunse a un accordo con un architetto milionario amico di Jose Maria Aznar [ex presidente del governo spagnolo, sempre del PP, e marito di Botella n.d.t.], perchè ci facesse un museo dedicato a se stesso, a sua gloria imperitura. Questo ha comportato che il personale sanitario e migliaia di pazienti abbiano dovuto trasferirsi al centro di salute più vicino, a 3.4 km. Gallardon, Botella, Aguirre, Aznar, Granados, Cifuentes lo sanno bene: il capitalismo degli amichetti dà loro i mezzi per mantenere il proprio livello di impunità, riempie di steroidi le loro campagne elettorali e non si preoccupa di distruggere educazione, sanità, servizi sociali, sovranità alimentare e ambiente pur di mantenere il modello.

Questo progetto è stato fortemente contestato da settori molto ampli della società madrilena e attualmente ha l’opposizione frontale di molte voci della società civile: dal Collegio de Arquitectos al Patio Maravillas, passando per l’Academia de Bellas Artes, Ecologistas en Accion o Madrid Ciudadania y Patrimonio.

Basta ridurre Madrid a un brand e metterla al servizio degli affari capricciosi degli amici dei supposti rappresentanti che ci governano!

 

Contesto

In questi giorni, in cui diventa evidente che corruttele come questa o quella dell’Open di tennis della «Cassa Magica», o quella di Villar Mir a Canalejas, tramate ai tempi di Gallardon, Aguirre e Botella, continuano ad essere perpetrate tra le righe dell’amministrazione Carmena [attuale sindaca di Madrid, espressione di una coalizione di partiti e movimenti, tra cui Podemos, chiamata Ahora Madrid n.d.t.]. Anche per questo, è necessario che la società civile e i movimenti sociali si organizzino e rimangano allerta. Lo scandalo del Canal de Isabel II [caso di corruzione che ha travolto il PP madrileno n.d.t.] che è venuto fuori in questi giorni non è un caso isolato: Eurovegas, la legge delle tre altezze, case popolari in mano a fondi avvoltoi, la privatizzazione della sanità e dell’educazione fanno parte della visione vampiresca che il PP condivide con i palazzinari, le banche e le imprese di tour operator. Cifuentes [presidentessa della Regione, del PP n.d.t.] non potrà ripulire tutto questo, perchè ne fa parte da tutta la vita e perchè la «Ley Cifuentes» che propone per il suolo di Madrid è il consolidamento di questo modello: una città con quartieri senza scuole nè centri di salute, senza case popolari nè spazi di convivenza, senza luoghi per la riproduzione della vita. Ovviamente, questa legge viene fatta senza alcuna partecipazione della società civile nell’elaborazione.

Per quello che si vede, le istituzioni pubbliche non sono sufficienti ed è un problema urgente da affrontare. Facciamolo!

 

Continuiamo

Vogliamo dire all’amministrazione di Ahora Madrid e del PSOE di rompere l’accordo firmato da Botella con Ambasz [l’architetto di cui sopra n.d.t.] per cedergli gratuitamente per 75 anni quest’edificio e permettere che i movimenti sociali lo usino indefinitamente. Ripetiamo: abbandonate la connivenza con il capitalismo degli amichetti e lasciate fare alla società civile che scommette su un mondo più giusto.

A tutte le persone che leggono questo comunicato e difendono i diritti umani diamo appuntamento per un’assemblea oggi [l’altro ieri n.d.t.] sabato alle ore 19 in questo nuovo edificio del comune, annunceremo i dettagli sulle reti sociali.

Per una Madrid che non si vende!

Per una Madrid che si difende!

More info: gobernadora