TERRITORI

Lorenzo Bargellini se n’è andato

Ieri pomeriggio, il cuore dello storico esponente del Movimento di lotta per la casa di Firenze ha smesso di battere. Il ricordo e il cordoglio della redazione di DINAMOpress.

Ieri, a sorpresa e all’improvviso, proprio come l’occupazione di una casa, se n’è andato Lorenzo Bargellini, storico leader del Movimento di lotta per la casa di Firenze.

Ancora non sono chiare le cause del decesso, probabile però sia stato un infarto a fermare il ticchettìo di un cuore che si portava dentro anni di infinite lotte e battaglie, sempre in prima linea e sempre tra e con gli ultimi, fossero senza tetto, richiedenti asilo, student*, precar* o famiglie fiorentine a cui è precluso l’accesso ai diritti e ai servizi di base.

Con Mao, così era chiamato fin dagli albori della sua storia politica con Lotta Continua, se ne va un pezzo della Firenze migliore.

La coscienza di Firenze”, così l’aveva una volta apostrofato il presidente del Quartiere 1, con la sua zazzera spettinata e il suo sguardo ironico. È sempre stato un esempio e un punto di riferimento per chi non si è mai arreso a una realtà cittadina fatta di speculazione, politiche abitative violente ed escludenti, privatizzazione dei beni comuni e svendita dei quartieri all’offerente migliore, scelte comunali ben precise e che ormai da molti anni stanno trasfigurando il volto di Firenze. Una città ormai a misura di turista, imprenditore o negozietto hipster sempre più nuovo e sempre più finto.

Sappiamo bene che dietro la squallida difesa della “bellezza di Firenze” tanto decantata dal sindaco Dario Nardella, si nasconde il profondo disagio sociale in cui versano migliaia di fiorentini e fiorentine, verso cui troppo spesso si risponde con la politica degli sgomberi, della marginalizzazione e criminalizzazione di ogni forma di dissenso.

Dinamiche ben lontane dall’idea della Firenze città aperta e ribelle cui si ispirava lo stesso Mao nostrano, ideale e pratica che ultimamente l’aveva mosso ad occupare l’ex casa dei Gesuiti di via Spaventa, insieme a cento richiedenti asilo somali, gli stessi che poco tempo prima trovavano rifugio nel capannone di Sesto Fiorentino, teatro di un rogo mortale lo scorso 11 gennaio.

Ieri sera, appena la brutta notizia si è diffusa, in tantissimi si sono dati appuntamento sotto l’occupazione di Via Reginaldo Giuliani, dove viveva Lorenzo e da cui poche ore prima era stato dato l’allarme. Subito è partito un corteo spontaneo per le vie del quartiere, a cui si sono uniti fin da subito i moltissimi messaggi di cordoglio e vicinanza di vecchi e nuovi compagn* di lotta, avversari politici, esponenti delle istituzioni locali e di tanti abitanti della città.

Con rammarico ci stringiamo ai/alle compagni/e del Movimento di lotta per la casa e ai collettivi autonomi di Firenze. Chi ha compagn* non muore mai.

Con Mao nel cuore.