Lo stallo ora è solo nel Pd

L’esito delle Quirinarie squaderna le carte, intanto Casaleggio incontra gli imprenditori del Nord.

La fase che conduce all’elezione del presidente della Repubblica coincide con una nuova scena dell’Italian Stand-Off, lo stallo politico che avevamo disegnato qualche giorno addietro.

Il Movimento 5 Stelle ha giocato le sue Quirinarie in maniera forse inaspettata. La diecina di candidati alla presidenza della Repubblica è stata compilata pescando soprattutto da personalità ascrivibili all’area culturale del centrosinistra: in nomination è entrato persino Romano Prodi, uomo tutt’altro che alieno alle esperienze di governo della coalizione ulivista nel corso del ventennio breve berlusconiano, figura che affonda le radici nel sottobosco di governo della Prima Repubblica. Non esattamente un esponente della “società civile”, insomma. Come mai il partito “Né di destra né di sinistra” questa volta si è buttato da questa parte, fino a smentire la regola di Grillo, secondo cui nessun candidato doveva aver ricoperto cariche istituzionali?

Hanno giocato diversi fattori. Intanto, non bisogna dimenticare che la partecipazione nel Movimento 5 Stelle è spesso più simulata che reale. Nonostante dallo “staff” di /Grillo e Casaleggio non si forniscano le cifre dell’affluenza al sondaggio online, deve aver pesato molto il ridotto numero dei votanti. Un numero probabilmente esiguo non solo rispetto al gigantesco bacino di elettori grillini ma anche di fronte alla piccola platea degli “iscritti” al M5S.

Nel ragionare attorno a uno spareggio tanto sbilanciato verso il centrosinistra, va poi tenuta presente la scarsa presenza di personalità “di destra e anti-Casta”, figure adatte a partecipare al sondaggio interno pentastellato. L’uomo di peso è Marco Travaglio, ma ha meno di 50 anni e dunque non è entrato nella partita. E Massimo Fini, in fondo non è una figura così nota all’audience grillina.

Infine, dalle ultime parole di Grillo al Fatto Quotidiano è evidente che stiamo assistendo ad un riposizionamento dei soggetti in campo. Con la disinvoltura tattica che la politica concede solo ai movimenti carismatici, il Movimento 5 Stelle sta facendo pressioni sul centrosinistra. Ci sono i personaggi di testimonianza e quelli che hanno un valore identitario. E poi ci sono candidati diversi tra loro ma che hanno un minimo comune denominatore: sembrano pensati apposta per mettere il Pd in crisi di fronte al suo elettorato e alla sua base. Si tratta di Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky e, appunto, di Romano Prodi.

Dunque, il piano-sequenza del triello politico ci conduce dalle parti del Partito di Bersani e Renzi, paralizzato da lotte intestine, tentazioni di accordissimo e voglia di cambiamento. Questa volta l’incapacità di incalzare i contendenti, andando a vedere le carte, è tutta del Pd.Che dovrebbe avere, la volontà, la scaltrezza e l’unità interna per scegliere Stefano Rodotà, intellettuale e giurista di alto livello, indipendente di sinistra, in modo da condurre il Movimento 5 Stelle, o almeno una sua parte, su un terreno politico nuovo e difficilmente coniugabile con l’apparato leaderistico e opaco che lo ha caratterizzato fino ad oggi.

A Torino Gianroberto Casaleggio ha incontrato gli industriali del Nord. Il manager del M5S opera per portare dalla sua parte un pezzo di Confindustria e continua a tessere la sua rete. Nel frattempo, a Roma i grillini potrebbero portare al Quirinale Stefano Rodotà, giurista dei beni comuni che in tempi non sospetti discettava con lungimiranza di politiche digitali e con lucidità dei rischi e delle opportunità della democrazia telematica.

La contraddizione tra le due dinamiche in corso è palmare: da una parte il tentativo di consolidare il profilo anarco-liberista nella gestione della crisi, dall’altra la voglia di incalzare il Pd è talmente forte da aprire un varco per l’ingresso al colle di una figura dal solido profilo politico-culturale, un uomo che poco ha a che vedere con le fumisterie tecno-utopiste. E in politica, come è noto, le contraddizioni vanno cavalcate. A patto di averne la forza.

Tratto da MicroMega