ITALIA

Lettera aperta contro la spettacolarizzazione dello stupro

Con la presente lettera aperta, attiviste, studiose e associazioni chiedono la chiusura della “sala dello stupro” allestita nella mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi, ancora in corso, e la rimozione dei gadget con le citazioni dello stupratore Agostino Tassi e del libro “La notte tu mi fai impazzire. Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore” dal bookshop

La mostra Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione, in corso al Palazzo Ducale di Genova dal 16 novembre 2023, ha destato indignazione e contestazioni da parte di attiviste, studiose, associazioni e di chi vive e attraversa la città per la narrazione incentrata sugli episodi di violenza sessuale che subì la pittrice, narrazione che culmina in quella che è divenuta tristemente nota come “sala dello stupro”. La sala, che è obbligatorio attraversare per continuare la visita in mostra e che non viene in alcun modo segnalata, presenta un’installazione che intende rappresentare il primo stupro che Gentileschi subì da parte di Agostino Tassi. Lo fa con un letto collocato al centro mentre i dipinti della pittrice proiettati sulle pareti si colorano di sangue. Non manca una voce femminile registrata di sottofondo  che recita le dichiarazioni della pittrice al processo, un processo che fu estremamente intrusivo e umiliante per Artemisia, lasciandola con la reputazione distrutta.

Questi episodi violenti vengono morbosamente richiamati anche nelle altre sale dell’esposizione, fino al bookshop in cui vari gadget recano la citazione di Tassi “Io del mio mal ministro fui”, che trasforma la crudeltà di cui fu capace in una specie di atto goliardico di cui fregiarsi, di fatto assolvendolo con simpatia. È in linea con questa narrazione anche il libro in vendita nel bookshop La notte tu mi fai impazzire. Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore di Pietrangelo Buttafuoco, opera che, come già si intuisce dal titolo, manipola e romanticizza la condotta violenta di Tassi.

Dopo le prime contestazioni, diffuse su social e giornali, il curatore Costantino D’Orazio ha dichiarato “dobbiamo tenere conto del piano civico, quello scientifico non è più sufficiente”. Questa distinzione ci appare tuttavia estremanete discutibile e faziosa, visto che la spettacolarizzazione dello stupro nulla ha di valido sul piano scientifico e nulla c’entra con la storia dell’arte. Neppure può essere ritenuta scientificamente valida la ricostruzione di un percorso artistico a partire da alcuni episodi dolorosi della vita della pittrice, usati forzatamente come chiave di interpretazione per i suoi dipinti e abbondantemente richiamati nei testi in sala. Per quello che riguarda il piano civico, ci chiediamo invece perché mai dovrebbe essere necessaria una cura particolare nel 2023: ci sembra scontato che risulti quantomeno inopportuno staccare biglietti raccontando in maniera semplicistica e morbosa la vicenda biografica di una persona, nonché grande artista, anche se vissuta quattro secoli fa. 

Il compito della cultura, semmai, dovrebbe  essere quello di elevare lo spirito, raccontare la complessità e stimolare nuove riflessioni. Questa responsabilità non può essere demandata a una società privata, Arthemisia, che peraltro difende strenuamente questo allestimento, né ad approcci curatoriali spettacolarizzanti (tra i curatori figura tra l’altro la storica dell’arte e consulente per l’arte del Comune di Genova, Anna Orlando).  Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni coinvolte in questa mostra, ricordando la funzione pubblica che devono assolvere, e chiediamo il disallestimento della “sala dello stupro” e la rimozione di gadget con la frase autoassolutoria dello stupratore Agostino Tassi dal bookshop.

Prime firmatarie:

  • Associazione Mi Riconosci?
  • Studentesse di Storia dell’arte e valorizzazione del patrimonio artistico di UniGe
  • Non una di meno-Genova
  • Noemi Tarantini di Etantebellecose
  • Valentina Crifò ed Erika Scheggia di Immagini Narranti®
  • AG About Gender
  • Rete di donne per la politica
  • Marta Francia, storica dell’arte
  • Amina Gaia Abdelouahab, storica dell’arte 
  • Simona Barbera, artista
  • Virginia Lupo, curatrice
  • Nuvola Ravera, artista

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Immagine di copertina da wikimedia commons. Susanna and the Elders by Artemisia Gentileschi, Nottingham Castle Museum and Art Gallery (Ausstellung Wallraf-Richartz-Museum)