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Leonardo Bianchi: «I complottisti di QAnon possono rafforzarsi»

L’assalto di ieri al Congresso statunitense era già stato annunciato via social: QAnon, gruppo “complottista” di estrema destra a cui pare fossero affiliate molte delle persone che hanno fatto irruzione a Capitol Hill, ne parlava da tempo. E Trump non ha fatto altro che sostenerli

«Per capire che peso abbia avuto il complottismo nell’assalto a Capitol Hill basta guardare le foto: il primo degli assalitori a entrare nell’aula del Congresso indossava la maglia di QAnon». Leonardo Bianchi è giornalista e blogger, editor di Vice Italia, e si è occupato molto dei rapporti fra le cosiddette “teorie del complotto” e l’estrema destra statunitense. Un tema che ha attraversato come un filo rosso l’ascesa di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti di quattro anni fa e che, visti gli sviluppi delle vicende di ieri, ne segna profondamente anche la rocambolesca “caduta”. «Nel giro di qualche anno una teoria inizialmente confinata a 4chan (piattaforma di discussione online, ndr) è riuscita a nominare due deputati al governo e a fare irruzione nelle sedi istituzionali del potere. Si tratta senza dubbio di una crescita notevole».

Fra le immagini più d’impatto dell’assalto di ieri al Congresso, dove si stava svolgendo la certificazione dei voti che hanno decretato la vittoria del candidato democratico Joe Biden alle ultime elezioni, ci sono quelle che raffigurano un uomo a torso nudo, con i colori della bandiera nazionale dipinti sul volto e un vistoso copricapo “vichingo”. Si tratta di Jack Angeli, 32 anni, che è appunto conosciuto come lo “sciamano di QAnon”. L’uomo, proveniente dall’Arizona, era già stato protagonista di altre manifestazioni e si distingue inequivocabilmente per la sua affiliazione al gruppo complottista ed eversivo di estrema destra, che sostiene l’esistenza di una cospirazione di livello mondiale alla guida del del potere politico negli Stati Uniti e collusa con reti internazionali di pedofilia.

 

Erano tutti così gli assalitori di ieri?

Il personaggio di Jack Angeli ci può apparire a prima vista grottesco, ma c’è poco da ridere. Si tratta di un estremista di destra che ha una precisa e pericolosa visione del mondo. Il ruolo di “sciamano” che si auto-attribuisce rimanda alla teoria del complotto più generale sostenuta da QAnon, per cui è necessario un “grande risveglio” contro la congiura che detiene il potere. In questo senso, le vicende di ieri sono perfettamente organiche alla narrazione che porta avanti il gruppo di estrema destra: si parla esplicitamente di un «colpo di stato purificatore» che possa far piazza pulita di tutte quelle persone non ritenute dei “patrioti” e che vengono dunque considerate nemiche.

Inoltre, se analizziamo ulteriormente le immagini, si vede che un altro degli assalitori si aggira tra i seggi con un fascio di manette di plastica. Ciò indica che, almeno da parte di alcune delle persone che hanno assalito il Congresso, c’era la precisa intenzione di arrestare i “traditori”. Ricordo che, sempre secondo la teoria propugnata da QAnon, questi “traditori” e “nemici” dovrebbero essere condotti a Guantanamo. Quello che posso dire è dunque che il cosiddetto complottismo, e in particolare questa particolare forma di complottismo di estrema destra, ha avuto un peso enorme in quanto è successo.

 

Quali sono le responsabilità di Trump in tutto ciò?

Donald Trump ha scientemente utilizzato uno stile politico che potesse attrarre gli ambienti complottistici. Lo ha fatto per crearsi una base di sostegno al di fuori del Partito Repubblicano, all’interno del quale invece non godeva di grande supporto. Ma il fatto sorprendente è che ciò che è successo ieri era già scritto, letteralmente: sui social si parlava di assaltare il Congresso proprio il 6 gennaio e c’era grande aspettativa. Si tratta di discorsi in parte fomentati anche da Trump e dalla sua linea comunicativa, che hanno peraltro visto un aumento di intensità negli ultimi due mesi per via delle elezioni.

 

(foto da wikimedia.commons.org)

 

Ora, Trump non ha riconosciuto la propria sconfitta se non dopo che si è verificato il decesso di quattro persone. Non solo: persino mentre gli assalitori di ieri stavano sparando colpi di arma da fuoco dentro il Congresso, li ha invitati a interrompere l’azione ma non li ha condannati esplicitamente! Senza contare che la sua retorica ha incoraggiato l’ideologia dei “patrioti”. Vedremo che tipo di decisioni legali prenderà la giustizia statunitense, ma direi che le sue responsabilità politiche e morali sono inequivocabili.

 

Il presidente uscente crede di poter “controllare” queste persone?

Io penso che le mosse politiche di Trump siano quelle di un narcisista patologico. Qualsiasi storia o ideologia che vede la sua persona al centro gli fa comodo e offre il suo sostegno, anche se è pur vero che non ha mai dato alcuna indicazione diretta di assaltare il Congresso. Eppure, gli fa molto gioco avere una base simile, che è estremamente attiva e militante e che, sopra di ogni altra cosa, lo ama.

Chiaramente la domanda che ora si stanno ponendo tutti è se siamo di fronte alla fine di un ciclo oppure all’inizio di un fenomeno nuovo, forse più radicale. Le idee che Trump ha saputo incarnare certamente preesistevano al suo ingresso nell’agone politico e certamente sopravviveranno alla sua uscita di scena, ma è altrettanto vero che la sua figura è stata capace di catalizzare tante tensioni diverse. La cosiddetta “alt-right” si è unita alla sua campagna, senza mai considerarlo però un personaggio completamente interno alla cerchia. È possibile che nei prossimi mesi si verificheranno altre manifestazione di violenza.

 

QAnon potrebbe addirittura rafforzarsi?

È molto difficile definire QAnon. Si tratta di una teoria del complotto che però a tutti gli effetti è anche un movimento politico, come abbiamo potuto osservare ieri. L’esasperazione accumulata negli Stati Uniti durante l’ultimo periodo, complice anche la non-gestione della pandemia di Covid-19, gli ha fatto acquisire una potente dimensione collettiva in cui si riconoscono tante persone. Peraltro, sta avendo diffusione pure al di fuori dei confini nazionali: ci sono sostenitori in Italia, in Germania e non dimentichiamoci che proprio nel contesto tedesco si è verificato una sorta di precedente, con il tentativo di irruzione nel Reichstag di quest’estate dei No Mask.

Sicuramente QAnon ha tutte le caratteristiche per sopravvivere a Trump. La sua ideologia riesce ad attrarre tutte le tematiche, parole d’ordine e ossessioni che la destra più populista e radicale ha fatto proprie negli ultimi 50 anni di storia statunitense: dalla paranoia per una congiura di stampo socialista che occupa le posizioni di potere fino agli aspetti maggiormente identitari legati alla religione. È difficile quantificare quanti siano i seguaci, ma secondo alcune stime i loro canali social raggiungono tranquillamente milioni e milioni di interazioni.