TERRITORI

Lazio, comitati e amministrazioni locali per l’acqua bene comune

Venerdì 7 febbraio 2014, sala del Consiglio del Comune di Ciampino: tante e diverse voci che raccontano di beni comuni, di comunità, di futuro, di democrazia, di libertà e di giustizia. Voci di donne e uomini dai governi locali e dai comitati che parlano di acqua quale diritto umano inviolabile e che da anni praticano forme di partecipazione per sottrarre a ingiuste e dannose logiche di mercato i beni comuni. Le voci affermano quanto già stabilito dagli italiani nel referendum del 12 e 13 giugno del 2011: acqua pubblica, fuori dal mercato e gestita in forma pubblica e partecipata per perseguire finalità sociali e ambientali di interesse generale.

Si esprimono parole chiare che ribadiscono il sentire comune dell’acqua bene indispensabile per la vita di ognuno da sottrarre alle logiche di mercato. Sono anche parole e voci indignate di donne e uomini che hanno assistito e resistito ai tanti tentativi dei governi di annullare il risultato referendario reintroducendo le norme da esso abrogate. Sono soprattutto parole di speranze che narrano di un impegno diffuso nella difesa della democrazia e che ha prodotto anche nella Regione Lazio una proposta di legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell’acqua.

Proprio in applicazione dell’articolo 62 dello Statuto Regionale, coerentemente alla volontà referendaria, 39 Consigli comunali e 37.000 cittadini hanno depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua che persegua finalità di interesse generale. La legge deve essere discussa dal Consiglio entro un anno esatto dalla sua dichiarazione di ammissibilità, altrimenti verra’ sottoposta a referendum popolare e, cosa importante, propositivo. In prossimità della scadenza dei tempi per la sua approvazione (25 marzo) la Giunta regionale del Lazio ha approvato, il 28 gennaio scorso, la delibera n. 40 contenente le linee guida per la predisposizione di una legge in materia di servizio idrico integrato che contrasta con i principi referendari e con la nostra proposta di iniziativa popolare. In questa delibera non sono esplicitate le finalità, non è chiaramente definita la forma di gestione pubblica e introduce la forma di governo unica regionale in contrasto con l’idea di bacino idrografico come unità fondamentale del governo partecipato dell’acqua.

Dalla Sala Consigliare di Ciampino i 39 comuni proponenti la legge regionale, il Coordinamento regionale acqua pubblica e il Coordinamento Enti locali per la gestione pubblica dell’acqua hanno concluso con l’approvazione di un ordine del giorno dove si ribadisce la necessità di approvare la proposta di legge regionale popolare per l’acqua pubblica e la richiesta di revoca della delibera di giunta regionale 40 in quanto contrastante con i principi di gestione pubblica e partecipata del servizio idrico e con la necessità di sottrarla al profitto e al mercato.

Chiare voci e belle parole a difesa dei diritti e della democrazia, per la tutela dei beni comuni e per ricostruire elementi di speranza per un futuro di tutte e tutti.

Sindaco di Corchiano – Coordinamento nazionale Enti locali per l’acqua pubblica