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La Turchia spara a Kobane: muore un diciassettenne

Scontri tra esercito turco e curdi nella regione simbolo della resistenza all’ISIS: decine i feriti, due ragazzi uccisi. Ankara vuole isolare Kobane con un muro di cemento armato

Due morti e oltre novanta feriti. È questo il bilancio della giornata di scontri tra l’esercito turco e la popolazione di Kobane. Una manifestazione pacifica, indetta dalla popolazione curda, per protestare contro la costruzione di un muro di cemento armato al confine tra la Turchia e il cantone del Rojava che ha spezzato l’avanzata dell’ISIS.

I soldati turchi hanno attaccato i manifestanti con raffiche di mitra e lacrimogeni, ferendo oltre novanta persone, sette delle quali gravemente. Un ragazzo di 17 anni è stato colpito a morte. Un altro ragazzo, Bozan Haco è morto in ospedale. Secondo quanto riporta UIKI Onlus “Attualmente i soldati turchi e i cecchini si stanno posizionando e stanno prendendo di mira i civili[…]. La situazione rimane critica.”

La protesta è cominciata sin dal giorno dell’offensiva turca su Jarablus, quando i mezzi turchi hanno cominciato a costruire un muro di cemento lungo il confine tra la Turchia e la città. Il muro, secondo quanto riporta Ara News, sarebbe posizionato all’interno della regione autonoma del Rojava, violando l’attuale confine.

Le istituzioni curde hanno diramato un comunicato la scorsa domenica, in cui avvisavano denunciando “la nuova occupazione turca”, intimando alla Turchia di rimanere fuori dai territori del Rojava.

Le popolazioni curde temono che la costruzione di questa nuova frontiera sia finalizzata a tagliare ogni legame tra le comunità curde del Rojava e quelle che vivono in territorio turco, rendendo tra l’altro impossibile ogni forma di rifornimento e supporto alle Unità di Difesa Popolare (YPG) attualmente in lotta contro l’ISIS e impegnate a respingere l’offensiva turca su Jarablus.

Foto: Carovana per il Rojava – Torino