ROMA

«La stabilizzazione è un diritto». Lavoratori di Agenas ancora in piazza

Davanti a Montecitorio un presidio dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, dove praticamente tutti i contratti sono di natura precaria. «Bisogna ripartire dal rifinanziamento strutturale dei settori strategici in Italia e la sanità è sicuramente uno di questi»

Si è tenuto stamattina intorno a mezzogiorno, davanti a Montecitorio, un presidio dei lavoratori e delle lavoratrici precarie di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali: oltre settanta di loro rischiano di restare senza lavoro dal primo gennaio 2021. «Siamo qui sotto Montecitorio con i lavoratori e le lavoratrici di Agenas», spiega Tiziano Trobia, uno dei rappresentati delle Clap, le Camere del Lavoro Autonomo e Precario, presenti al presidio: «Sono più di settanta precari, più di un terzo del personale dell’intera azienda: assunti prima con co.co.pro e poi con contratti a tempo determinato, andranno in scadenza il prossimo 31 dicembre».

Quella di questa mattina è stata la terza mobilitazione dalla fine di ottobre a oggi: la settimana scorsa i precari di Agenas avevano infatti manifestato sotto il Ministero della salute, mentre il 30 ottobre si erano riuniti sotto gli uffici dell’amministrazione. «Il 2 novembre è scaduto il contratto e abbiamo ricevuto soltanto una proroga bimestrale», lamenta Cathy Orlando, precaria Agenas da più di dieci anni: «In seguito alla protesta del 30 ottobre, ci è stato detto che sarebbe stato trovato un iter normativo che ci avrebbe stabilizzato, ma fino a ora non abbiamo avuto ancora riscontri».

 

Il sostegno nel frattempo è arrivato dalla politica. Il gruppo parlamentare di Liberi e uguali (Leu) ha presentato al riguardo un emendamento che chiede la stabilizzazione di lavoratori e lavoratrici in scadenza.

 

È il secondo nel giro di pochi mesi: il precedente, proposto dagli ex presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, è stato però bocciato. «Noi chiediamo la stabilizzazione immediata, come anche la stabilizzazione di tutti i precari storici nella Pubblica Amministrazione», insiste Trobia: «Bisogna ripartire dal rifinanziamento strutturale dei settori strategici in Italia e la sanità è sicuramente uno di questi: solo così si può pensare di uscire da questa crisi pandemica».

L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha infatti visto nel 2020 un aumento delle proprie competenze, proprio per rispondere all’emergenza dovuta alla diffusione del nuovo coronavirus. «Negli anni l’agenzia è stata investita, dal Ministero della salute, di compiti sempre maggiori», racconta Micaela Cerilli, un’altra lavoratrice a rischio scadenza: «Anche adesso con il Covid andiamo a fare da supporto, tenendo i dati di tutti i contagi che ci sono nel nostro paese». Era stato il cosiddetto Decreto liquidità dello scorso aprile ad aumentarne le competenze. La struttura è stata però commissariata a giugno, per un cambio improvviso di presidenza.

 

(foto: Mario Ferrari)

 

«All’interno di Agenas la precarietà riguarda tutti i livelli, esclusa ovviamente la dirigenza», spiega ancora Cerilli, laureata in psicologia con un master in selezione, formazione e gestione del personale.

 

Continua: «Personalmente io mi occupo di umanizzazione delle cure, ma in agenzia i precari si occupano di quasi tutto, supportando le regioni in numerosi progetti». Come lei, anche Basilio Calcò è in Agenas da oltre dieci anni, dodici per la precisione: «Ho iniziato con un contratto interinale e poi ho avuto co.co.pro, co.co.co e dall’anno scorso ho invece un contratto a termo determinato. Noi precari rappresentiamo la maggioranza dei lavoratori dell’agenzia».

Insieme a Cerilli, Calcò e Orlando, una trentina di dipendenti ha continuato a manifestare per un paio di ore, facendo risuonare tamburi e fischietti sotto il tiepido sole di dicembre per spingere le istituzioni ad approvare l’emendamento proposto da Liberi e uguali. «Vogliamo sostenere a gran voce l’emendamento», ribadisce Orlando: «La stabilizzazione è un nostro diritto. Non è un favore che il governo ci deve concedere, ma il riconoscimento delle nostre professionalità e dell’impegno che noi abbiamo speso nel lavorare e nel portare avanti gli obiettivi dell’agenzia».

 

Dalle istituzioni è poi arrivata la disponibilità a un incontro, portato avanti dal sindacalista Francesco Raparelli delle Clap.

 

«Abbiamo incontrato il deputato di Leu Stefano Fassina che è anche membro della commissione bilancio: è stato un incontro positivo e importante», ha riferito Raparelli ai nostri microfoni e a tutti i presenti: «L’onorevole ha ribadito l’impegno di Leu a sostegno della stabilizzazione anche dal punto di vista delle coperture economiche. Pare ci sia un parere negativo dal ministero della funzione pubblica: si sta pensando quindi una riformulazione dell’emendamento affinché non ci siano blocchi o ostacoli. Ci auguriamo che tutto vada per il verso giusto perché ci sono settanta precari che rischiano di perdere il posto da qui a quindici giorni».

 

Immagine di copertina di Mario Ferrari