ROMA

Sciopero generale: in piazza per internalizzazioni nella sanità e diritto alla salute

Lavoratrici e lavoratori della sanità protestano nella giornata di sciopero generale indetta dai sindacati di base. Le Camere del lavoro autonomo e precario (CLAP) in presidio con la rete “La salute non si appalta”, che ottiene un incontro con rappresentanti del Ministero.

Sanità: CLAP verso lo sciopero del 10 novembre
Sciopero generale del 10 novembre: lettera di lavoratrici e lavoratori della sanità

In una Roma bloccata dallo sciopero generale indetto dai sindacati di base Usb, Cobas e UniCobas – che ha mandato in tilt il trasporto pubblico e il traffico cittadino – lavoratrici e lavoratori della sanità si sono dati appuntamento sotto al Ministero della salute. Il presidio è stato organizzato dalle CLAP, dai Cobas e dai lavoratori di Policlinico Umberto I, Policlinico Tor Vergata, Casa di Cura “Villa delle Querce”, Coop. “Capodarco”, ASL Roma 1, ASL Frosinone, Sant’Andrea, Pertini, IFO, Spallanzani, Università “Sapienza”. Tutte queste realtà insieme compongono la rete “La salute non si appalta”.

Lavoratrici e lavoratori, italiani e migranti, del pubblico, estrnalizzati e del privato convenzionato, tutti intrappolati in una giungla contrattuale e in una differenziazione selvaggia di diritti e retribuzioni. Proprio per rispondere a questa situazione che produce isolamento e corporativismo, la rete ha messo insieme diverse professionalità e molteplici regimi contrattuali portando avanti rivendicazioni che hanno l’obiettivo di ricomporre le differenze tra i lavoratori, ma anche di unire in battaglie comuni lavoratori e utenti.

«I problemi del settore della sanità sono numerosi. Innanzitutto, i tagli: 11,5 miliardi nel triennio 2015-2018. Questi producono ritardi, carenze e disservizi. Ci sono 12 milioni di persone in Italia che rinunciano a curarsi» – spiega Tiziano Trobia, delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario – «Dentro questa situazione si inseriscono le problematiche dei lavoratori e delle lavoratrici esternalizzati, che di fatto sono inseriti nel sistema sanitario pubblico, ma formalmente lavorano per le cooperative che vincono gli appalti. In questo modo, a parità di mansioni, godono di minori diritti e minore retribuzione dei dipendenti pubblici». Maria Luisa, lavoratrice della ASL Rm1 denuncia: «Siamo tutti precari ed esternalizzati, ma lavoriamo per il servizio pubblico. Lavoriamo senza il diritto di andare in ferie o di ammalarci e questo influisce sulla qualità del servizio che riusciamo a offrire, provocando un abbassamento drammatico del livello delle cure. Chiediamo la fine degli appalti e la parità di trattamento dei lavoratori».

Maria Luisa è una lavoratice sindacalizzata con le CLAP. Si è avvicinata al sindacato insieme ad altre lavoratrici della ASL Rm1 e alle fisioterapiste dell’istituto clinico riabilitativo Villa delle Querce di Nemi. Hanno conosciuto le CLAP in seguito alla vertenza che l’organizzazione aveva condotto nel settore della sanità con lavoratrici e lavoratori del Ce.Fi., il centro di riabilitazione neuromotoria e logopedica di Ciampino. Una vertenza durata un anno e mezzo e chiusa con una vittoria: la garanzia della continuità occupazionale dei lavoratori nel cambio d’appalto.

Un’altra vittoria era stata ottenuta a livello più generale da tutta la rete con l’approvazione della legge regionale che aveva ottenuto l’approvazione della legge regionale 4 del 2017. Un provvedimento strappato dalla lotta dei lavoratori, che recepiva le loro rivendicazioni rispetto al riconoscimento di punteggio nelle procedure concorsuali agli esternalizzati. Pochi giorni dopo l’approvazione, però, il governo ha storto il naso, decidendo di impugnare la legge davanti alla Corte costituzionale. Evidentemente, la battaglia nel campo della sanità e la richiesta di riconoscimento dell’esperienza maturata nel privato convenzionato deve aver toccato un nervo scoperto del sistema di produzione di precarietà e ricattabilità dei lavoratori.

Il presidio di questa mattina, alla fine, è riuscito a ottenere un incontro con la segreteria della Ministra Lorenzin e il capo di gabinetto. Francesco Raparelli, coordinatore delle CLAP, racconta: «Abbiamo presentato nel dettaglio tutte le nostre rivendicazioni. In particolare, abbiamo fatto un lungo approfondimento sulla legge 4/2017. Su questo punto il Ministero si è impegnato a darci delle risposte. Da parte nostra, vogliamo una convergenza tra Regione e Ministero affinché già dalle procedure concorsuali del 2018 questa legge possa essere applicata senza rischi di ricorsi. Sul fronte delle finte partita IVA e dell’organizzazione del lavoro nel privato convenzionato, invece, la delegazione dei funzionari ha rinviato alla decretazione regionale.

Dopo alcune ore, i manifestanti si sono ricongiunti con il presidio che era sotto il Ministero dell’Istruzione, dove pochi minuti prima la celere aveva effettuato una carica di alleggerimento contro i lavoratori di scuola e università che manifestavano.

Il comunicato della rete La salute non si appalta, dopo la giornata di ieri