MONDO

Messico, la lotta per i 43 continua

In Messico prosegue la lotta delle famiglie degli studenti desaparecidos di Ayotzinapa. IL 12 gennaio sono riprese le manifestazioni e altre ne seguiranno nei prossimi giorni. Picchetti sulle grandi arterie stradali e scontri con la polizia.

Sono ormai più di 100 giorni che 43 studenti della normale rurale Raul Isidro Burgos, nello stato di Guerrero, sono stati fatti sparire dalla mano narco-statale Messicana. Dopo 100 giorni ancora non si sa nulla di questi 43 ragazzi, eccezion fatta per il destino di uno di questi, di cui è stato riconosciuto il Dna nei resti ritrovati in una delle tante fosse comuni del Guerrero.

E’ dal giorno stesso della scomparsa che i genitori hanno dato vita ad una lotta semplice e chiara che ha come obiettivi principali la riapparizione in vita dei figli e le dimissioni di Pena Nieto, il premier messicano. Questi genitori hanno, però, avuto la capacità di farsi ascoltare da tutto il Messico e da tutto il mondo, riuscendo ad unificare sotto il grido di VIVOS LOS LLEVARON, VIVOS LOS QUIEREMOS la miriade di lotte territoriali messicane. Recente la loro presenza nel “festival delle resistenze e delle ribellioni contro il capitalismo” dove hanno accolto la totale solidarietà zapatista.

Non solo in Chiapas, a Chilpancingo, nello Yucatan, a Città del Messico, nel resto del Paese, la costellazione di lotte indigene, studentesche, operaie, comunitarie, autorganizzate si ritrova nella richiesta dei genitori, che da vertenza specifica ha saputo allargare il discorso ad una critica totale al governo neoliberista, fortemente colluso con il narco-traffico, di Pena Nieto e a tutta la politica del Paese. Emblematico il fatto che negli obiettivi della lotta, ormai nazionale, che si sta dando c’è la volontà di boicottare le elezioni presidenziali del 2015. Que se vayan todos.

Fatto sta che la lotta si è data come momento decisionale l’Assemblea Nacional Popular, che ha deciso di organizzare la ricerca degli studenti nelle varie caserme e postazioni militari del Guerrero tra le altre azioni di lotta (ricordiamo che ad oggi sono state organizzate 7 giornate di azione globale, in tutto il mondo, per Ayotzinapa). Il 12 Gennaio c’è stata la prima di queste ricerche, al 27 Batallon de Infanteria, a Iguala. Qui un nutrito corteo si è scontrato per 50 minuti con la polizia all’ingresso della caserma e dopo essere riusciti a sfondare il cancello con un camion della Coca-Cola ed uno della Corona sono stati cacciati a suon di manganelli e gas lacrimogeni. 15 i feriti. Il corteo, nella ritirata, si è fermata al 35 zona militare, non distante, incendiando 2 camionette dell’esercito.

Contemporaneamente manifestazioni simili si svolgevano davanti a caserme militari ad Acapulco, in Costa Chica, a San Cristobal de Las Casas, a Oaxaca, nell’Istmo de Tehuantepec e a Città del Messico urlavano gli stessi slogan dei normalisti. I genitori ed il popolo tutto non si fa però intimorire e l’appuntamento di oggi (13) è al 41 Batallon de Infanteria a Iguala.

Insomma AYOTZI VIVE, LA LUCHA SIGUE!