ITALIA

Contro il Muos e la militarizzazione del Mediterraneo in piazza a Niscemi

Dopo tre giorni di campeggio ed una notte di assedio alle reti della base militare Usa, il 4 agosto a Niscemi la manifestazione No Muos, prima risposta del movimento dopo le assoluzioni del Tribunale di Catania per politici e costruttori del Muos lo scorso 18 luglio. E’ la terza mobilitazione siciliana in pochi giorni, dopo il corteo per la libertà di movimento ad Agrigento e la manifestazione No Ponte della scorsa settimana.

Aggiornamenti domenica 4 agosto: una manifestazione ha attraversato la città di Niscemi, ultima giornata del campeggio resistente No Muos. In centinaia “in una città dove per buona parte dell’anno manca l’acqua corrente, i servizi sociali sono assenti, l’ospedale più vicino è a decine e decine di kilometri di distanza, è presente un solo istituto superiore, mentre per le spese militari si spendono 68milioni di euro al giorno, trascurando ciò che realmente può rendere la vita delle persone dignitosa” affermano i manifestanti. (Foto di copertina a cura di: Antudo)

Sono passati ormai più di dieci anni dall’inizio della mobilitazione popolare contro la grande opera militare al centro della sughereta di Niscemi. Poche settimane fa, la sentenza del processo Muos che ha rappresentato un duro colpo per la lotta contro la base militare, con le assoluzioni della Terza Corte d’Appello di Catania nei confronti di dirigenti politici ed imprenditori accusati di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione a Niscemi del Muos.

 

Sabato notte manifestazione sotto le reti, contestazioni e tensioni attorno alla base militare durante la passeggiata notturna sotto le antenne del Muos.

 

Così scrivono sul loro profilo i comitati di base riuniti nel coordinamento No Muos. “Durante la notte in centinaia, fronteggiando costantemente l’ingente schieramento di forze dell’ordine, abbiamo raggiunto il cancello uno. Durante il ritorno, invece, molteplici fuochi sono stati sparati in aria e dentro la base, contro reti e cancelli di servizio, attaccando con determinazione uno spazio che è stato sottratto alla popolazione niscemese e alla importante funzione che svolgeva, ovvero quello di Sughereta. Durante l’attacco ad uno dei faretti che illumina il percorso della Contrada Ulmo, installato appositamente in funzione repressiva e di controllo, il fuoco ha iniziato a divampare dentro la base. La passeggiata ha continuato il suo percorso ritornando in presidio, festeggiando con altri botti, cori e fuochi che hanno illuminato l’ingresso del campeggio NoMuos. ”

 

 

Un anno fa, c’era stato l’incendio doloso del campeggio e poi la manifestazione che ha portato oltre un migliaio di persone attorno alla base militare. Oggi, dopo l’assoluzione per i costruttori, il campeggio è diventato lo spazio della discussione per rilanciare la lotta dopo questa grave sentenza. Ma anche per discutere assieme di mediterraneo, guerra e lotte territoriali in questa torrida estate 2019, con il governo Lega Cinque Stelle e l’offensiva nel mediterraneo contro le Ong, i migranti e la libertà di movimento, in questa estate del Decreto Sicurezza, segnata anche dal dietro front dei Cinque Stelle sulle grandi opere.

In queste ultime settimane infatti, tante sono state le tensioni che hanno riguardato le scelte del governo, dal Tav al Tap fino al Muos. In questo clima, l’assemblea centrale della tre giorni ha messo al centro i temi della “Guerra, militarizzazione e devastazione dei territori”, lanciata da un documento del movimento che denuncia le conseguenze delle politiche militari nel mediterraneo, ma anche l’impatto in termini di inquinamento e devastazione ambientale degli eserciti, ed in particolare dell’esercito Usa, denunciando le fake news della macchina della propaganda pro-Muos.

 

Dopo tre giorni di campeggio, la manifestazione sarà un momento importante di una lotta che dopo aver raggiunto alti livelli di partecipazione e di conflitto, affrontato una fortissima repressione poliziesca e giudiziaria, e diverse intimidazioni mafiose, si trova a dover affrontare una fase molto difficile.

 

Negli scorsi mesi, infatti, sono esplose le tensioni tra i Cinque Stelle e il movimento No Muos, iniziate già dallo scorso dicembre: polemiche esplose già in occasione dell’inizio del maxiprocesso no muos lo scorso 8 dicembre, con 129 imputati per le grandi manifestazioni popolari contro la base militare degli scorsi anni, quando a Niscemi era sceso in piazza un corteo per ribadire che rivendicare l’opposizione al MUOS e la difesa della pace e dell’ambiente è giusto e necessario, e che non si sarebbe fermata la lotta nonostante le intimidazioni e i processi, ed i dietro front dei Cinque Stelle una volta arrivati al governo.

I processi sono relativi alle grandi manifestazioni del 2013 e nel 2014, quando decine di migliaia di persone parteciparono alle decisive giornate di lotta popolare di agosto contro la devastazione del territorio e la guerra.

Giornate che qualcuno vorrebbe tradurre in un problema di ordine pubblico, riscrivendo la storia delle lotte nei tribunali.

Ma quelle giornate non sono state una questione o un problema giudiziario, quanto piuttosto grandi giornate di lotta popolare contro il Muos, opera militare illegale, “abusiva” ed illeggittima.

Di fronte alla  gravità delle conseguenze militari, ambientali e sociali di questa opera, l’invasione pacifica, determinata e di massa dell’area della base militare è stata una giusta e significativa dimostrazione dell’indignazione e della rabbia contro una base coloniale, uno scempio paesaggistico ed urbanistico, devastante e portatore di guerra.

Si tratta della terza mobilitazione delle ultime settimane in Sicilia, dopo la manifestazione per la libertà di movimento dello scorso 27 di luglio ad Agrigento con lo slogan “apriamo i porti, respingiamo il razzismo”, fino al corteo No Ponte a Messina, quando nelle strade di Torre Faro centinaia e centinaia di persone sono scese in piazza per ribadire l’opposizione al Ponte sullo stretto, rivendicando investimenti per strade, infrastrutture e case,  la manifestazione di oggi segna un nuovo momento di lotta contro le devastazioni dei territori nell’isola.

 

In questo fine settimana di campeggio resistente a Niscemi, fin dal giovedì pomeriggio, ci sono stati diversi con momenti di discussione, mobilitazione ed una assemblea di presentazione del campeggio. Si sono anche tenute diverse attività, assemblee e comizi in giro per la città, per sensibilizzare e rilanciare la manifestazione di domenica.

 

Questi momenti si sono alternati con momenti di organizzazione del campeggio e della discussione politica nella fase attuale, come testimonia la discussione su “Femminismo e anticapitalismo, un’unica lotta” che chiuderà la quattro giorni di attività No Muos nel pieno dell’estate siciliana.

Domani finalmente si scenderà in piazza, con una giornata che sarà raccontata in diretta dalla Media Crew dei No Muos che a distanza di 6 anni dall’ultima apparizione, è ripartita durante questo campeggio. Per questo, sui social e sul sito no Muos, “un equipaggio sgangherato di mediattivisti militanti proverà a raccontare il campeggio con occhio vivo e critico”.

Durante i tre giorni del campeggio si è rilanciato uno spazio di discussione, organizzazione e condivisione tra attivisti No Muos di Niscemi e di altre parti d’Italia perché, come annuncia il campeggio resistente No Muos, “dalla Val di Susa alla Sicilia dobbiamo dimostrare che esiste un popolo in movimento e in lotta, che non ha governi amici, e che con la propria determinazione riuscirà a riprendersi pezzi di territori, di ragione, di forza”. Perché, ancora una volta, risuoneranno per le strade i canti e i cori No Muos, e perché hanno ragione a dire che “La Sicilia sarà più bella, senza il Muos e Sigonella!”.