DIRITTI

L’accoglienza non è quella di Salvini

Domani 28 febbraio le truppe razziste di Salvini scenderanno in piazza a Roma. Lo stesso giorno più di 50 migranti provenienti da zone di guerra come la Siria, la Somalia, l’Eritrea, il Sudan saranno trasferiti dal centro in cui vivono perdendo in un solo colpo i pochi diritti finora acquisiti. Come resistenze meticce riceviamo una loro lettere indirizzata alla Presidente della Camere Laura Boldrini, al responsabile dell’unità Dublino del Ministero dell’Interno, al responsabile italiano dell’UNHCR, al responsabile del servizio centrale dello SPRAR.

I rifugiati e richiedenti asilo del centro ASTRA in via di Rebibbia 18, gestito dalle cooperative Eriches29, Un sorriso, Inopera, vivono da mesi in condizioni al limite dell’emergenza umanitaria, senza riscaldamenti, senza acqua calda e con gravi problemi al sistema elettrico. Solo attraverso le mobilitazioni e le ripetute occupazioni del centro sono riusciti ad ottenere l’ispezione del Ministero dell’Interno, il cui esito ha stabilito l’inagibilità dei locali. Questo dimostra ancora una volta, nel caso ce ne fosse bisogno come il sistema di accoglienza italiano non rispetti i diritti umani dei richiedenti asilo e dei rifugiati, un giudizio confermato dei tribunali europei che si sono più volte opposti al respingimento verso l’Italia dei dublinanti.

Pochi mesi dopo lo scandalo di Mafia Capitale, già preannunciato dalle numerose inchieste giornalistiche e militanti, le condizioni di vita dei migranti nei centri di accoglienza non migliorano. Anzi sono loro stessi a pagare le conseguenze del riassetto del sistema delle cooperative a seguito del crollo di Eriches 29 e del potere di Buzzi. In tutto ciò la coincidenza con la manifestazione di Salvini a Roma ci dimostra come la retorica dei privilegi ai migranti, sia solo una bufala spacciata in tutti i talk show televisivi senza alcun contradditorio. Per questo non saremo #MAICONSALVINI

Di seguito la lettera dei rifugiati e richiedenti asilo del Centro A.S.T.R.A.

Salvateci prima che sia troppo tardi

Al Ministro dell’Interno, al Dirigente dell’Unità Dublino, al responsabile del Servizio Centrale Sprar, al responsabile dell’UNHCR Italia, al Presidente della Camera Laura Boldrini

Siamo un gruppo di richiedenti asilo e dublinanti ospitati nel centro A.S.T.R.A in via di Rebibbia 18 gestito da tre cooperative “Un sorriso”, “Eriches29” e “Inopera”. Veniamo da paesi dilaniati dai conflitti come la Siria, l’Eritrea la Somalia e il Sudan. Una volta arrivati qui siamo passati attraverso le ingiuste leggi di Bruxelles che impediscono la libera circolazione, volevamo raggiungere i nostri amici e parenti nel nord Europa ma ci hanno rispedito di nuovo in Italia. Vi scriviamo perchè il nostro centro il 28 febbraio chiuderà, il Ministero dell’Interno ha deciso di revocare il progetto alle cooperativa per le condizioni degradanti della struttura. Ad un giorno dalla scadenza ancora non sappiamo nulla sul nostro futuro.

Cambiare città per noi sarebbe una tragedia. Vorrebbe dire ricominciare da zero, allungando ulteriormente i tempi di attesa per ottenere l’asilo politico. Infatti, da mesi aspettiamo la convocazione della commissione per la valutazione della nostra richiesta, trasferire ora la nostra residenza ritarderebbe ulteriormente la procedura. Inoltre i pochi servizi che riceviamo verrebbero interotti, soprattuto significherebbe sospendere percorsi di assistenza sanitaria già avviati. La situazione è molto difficile, alcuni di noi sono in attesa di importanti visite mediche, rimandarle comprometterebbe la loro salute.

Con il dovuto rispetto, non siamo contrari al trasferimento, ma abbiamo anche diritti che Voi dovete prendere in considerazione; il sistema elettrico che era uno dei maggiori problemi è migliorato, sono stati riscontrati dei miglioramenti riguardo i pasti, l’acqua non è più troppo fredda e la buona notizia è che l’inverno sta per finire e arriverà presto l’estate. Tutti questi miglioramenti sono stati apportati in seguito al controllo degli ispettori del Ministero all’interno del centro.

Il progetto FER nel quale siamo inseriti verrà chiuso il 28 febbraio e inspiegabilmente gli altri due progetti (SPRAR e Prefettura) presenti nella stessa struttura rimarranno aperti.

Chiediamo:

 un incontro immediato con i responsabili del Ministero per avere risposte chiare sul nostro futuro. Cosa implica la chiusura del progetto?

 la continuità del progetto all’interno del quale siamo inseriti, migliorando le condizioni della struttura e la qualità dei servizi o il trasferimento in centri nel comune di Roma.

 di conoscere le ragioni della chiusura anticipata del progetto rispetto alla data prevista di giugno.

Non vogliamo essere trattati come “pacchi” e non vogliamo essere noi a pagare le conseguenze della gestione mafiosa dell’accoglienza a Roma.

Richiedenti asilo e rifugiati del centro A.S.T.R.A.