MONDO

#OccupyGezi 16/06 Occupazione militare di Istanbul

decine di migliaia di persone dopo lo sgombero di Gezi sfidano i divieti

ore 20.30 Resoconto della giornata di Serena Tarabini

L’occupazione (militare) di Istanbul

Il dato di oggi è che mentre i sostenitori di Erdogan si sono potuti agevolmente radunare in centinai di migliaia nel luogo prestabilito, alle altrettante centinaia di migliaia di persone che avrebbero voluto scendere in piazza per protestare contro lo sgombero di Gezi Park e contestare Erdogan, è stato militarmente impedito di fare alcunchè. Tonnellate di lacrimogeni potentissimi sono stati riversati in tutti i luoghi della città dove vi erano tentativi di di radunarsi e i dimostranti sistematicamente caricati e dispersi.

Fin dal mattino è stato chiaro che le intenzioni del governo erano queste, con l’attacco alle poche centinaia di persone rimaste davanti al Divan Hotel , e la massiccia presenza di forsze di polizia lungo via Istiklal che molto prima delle 16, orario lanciato dalla Piattaforma di solidarietà di Taxim, hanno disperso con la forza qualsiasi forma di aggregazione.

In questo momento Taxim e Gezi Park sono un deserto e la città è letteralmente sotto occupazione militare: polizia ovunque, elicotteri in perlustrazione, aria irrespirabile. I gruppi di manifestanti sono sempre più dispersi e sparuti. Una lotta impari. Una democrazia sotto assedio. Non mancano le resistenze. In alcuni quartieri ancora si costruiscono barricate, i tifosi del çarsi Besiktas , quelli che nel corso di queste settimane hanno portato avanti gli scontri più duri, hanno convocato un presidio nel loro quartiere. Si manifesta, sempre fortemente repressi, in città come Ankara e Izmir. Domani lo sciopero di diverse sigle sindacali del pubblico impiego. Questa notte chissà.


La diretta del 16 giugno

ore 20 Serena Tarabini al telefono “Istanbul è in stato di assedio. Una vera e propria occupazione militare del territorio sta rendendendo impossibile muoversi. I gas sono lanciati ovunque, non solo contro i manifestanti. L’aria è irrespirabile. Sembra di stare a Beirut
ore 19.30 I tifosi del Besiktas si concentrano nel loro quartiere contro gli arresti di massa.
ore 19 Barricate in molti quartieri. Le ruspe del governo e la polizia attacca ogni assembramento di manifestanti.
ore 17,20 “Diversi testimoni oculari parlano della presenza dell’esercito nelle strade, una notizia molto strana e inquietante. Nonostante le cariche aumenta la gente per strada e le barricate. C’é un appuntamento a Besiktas per le nove”

ore 17,00 Inizia la manifestazione di Erdogan e dell’Akp: scenografia spettacolare, musica, gigantografia del premier. Intanto continua la repressione del movimento a cui è impedito di manifestare
ore 16,35 Serena Tarabini: “Il movimento prova a concentrarsi tra Istiklal, Osmanbey e piazza Besisktas. Le continue cariche della polizia e i lanci di lacrimogeni le disperdono da un luogo all’altro. Nel centro di Istanbul c’è il caos: è pericoloso infilarsi nelle strade laterali, dietro ogni angolo potrebbe esserci un plotone di polizia pronto a caricare”

ore 16,20 Serena Tarabini al telefono da Istanbul racconta: “la polizia non fa concentrare i manifestanti che si muovono da un punto all’altro. Cariche, lacrimogeni e caccia all’uomo. Di fatto oggi al movimento è impedito di manifestare mentre Erdogan scende in piazza. La situazione è molto pericolosa e confusa, già abbiamo assistito a diversi arresti anche di giornalisti”

ore 16,10 gli scontri si sono spostati a piazza Besisktas: cariche e resistenza. L’obiettivo della polizia sembra essere quello di non far concentrare il movimento. Incidenti tutto attorno a piazza Taksim. “Saremo un milione e ci riconquisteremo la piazza del movimento”
ore 16,00 Taksim Solidarity ha fatto appello ai cittadini: “Lasciate fuori le abitazioni scarpe, asciugamani bagnati e vestiti puliti”. Interrotti i mezzi pubblici verso la zona delle manifestazioni. Continuano gli scontri su Istiklal: cariche con i blindati e massicci lanci di lacrimogeni.
ore 15,40 decine di migliaia di persone affluiscono verso il centro di Istanbul: impossibile entrare a piazza Taksim o a Gezi Park blindate. Almeno 10,000 persone in corteo da Besisktas.
ore 15.00 Il prefetto di Istanbul ha annunciato il coprifuoco
ore 14.00 Ricomiciati scontri su Istiklal. Cariche e lacrimogeni
ore 13.30 Global Project denuncia come la polizia stia mettendo agenti chimici nei serbatoi degli idranti Guarda le foto

Il giorno dopo la mattanza di piazza Taksim

di Serena Tarabini. Istanbul, 16-06-2013, h. 09:00

Gezi Park e piazza Taksim sono entrambe presidate e rese inaccessibili da forze di polizia in uniforme e in borghese. Dentro il parco le squadre di pulizia municipale sono al lavoro da ore e lo hanno già liberato dei resti dello sgombero, anche su piazza Taksim l’unica presenza, oltre alla polizia, è quella dei mezzi di pulizia e rimozione di macerie. Su via Istiklal si aggirano le prime persone, la maggior parte dei bar è aperta, a terra ancora i segni degli scontri, delle cariche, degli inseguimenti avvenuti fino a poche ore prima, pavimentazione divelta, resti di maschere e caschi, bossoli di lacrimogeni, e l’aria brucia ancora. Migliaia di persone sono scese nelle strade dei quartieri di Chianghi, Besiktas, Osmanbey, Mecideykoy, Gazi, Kadikoy, quelle che cercavano di attraversare il ponte sul Bosforo sono state attaccate con i soliti lacrimogeni e cannoni ad acqua, a Chianghir i getti d’acqua venivano lanciati fin dentro l’Ospedale Tedesco, è noto che sono stati addizionate sostanze chimiche all’acqua degli idranti.

Colpisce come questa città, questo popolo ormai convivano con l’insurrezione. E la velocità con la quale si cerca di riportare una cornice di normalità. A poche ore dal termine delle proteste che si sono protratti fino a notte fonda, con il loro portato di cariche, barricate, incendi, si rialzano e ripitturano le serrande, si sgomberano le strade dalle macerie, ciascuno negoziante pulisce lo spazio antistante il suo bar o negozio, le persone passeggiano, fanno foto, si affacciano su Piazza Taxim resa inaccessibile da cordoni di forze di Polizia, scrutano Gezi Park già completamente liberato dai resti dello sgombero. Il tutto quando la guerra potrebbe ricominciare da qui a poche ore. Già questa mattina qualche centinaio di manifestanti che erano rimasti davanti al Divan Hotel, mantenendo un presidio medico e riunendosi in assemblea e gesti dimostrativi, sono stati sgomberati con idranti addizionati di sostante chimiche e agenti entrati fin dentro l’hotel.

Permane l’appello ad essere a Taksim nel pomeriggio in un milione, ma non è possibile capire se, come e dove queste persone potranno radunarsi. Quello che è sicuro è che non si tireranno indietro.

Istanbul, 16-06-06, h. 03:30

Questa volta Erdogan ha voluto giocare d’astuzia: neanche un’ora dopo aver dichiarato che gli occupanti di Gezi Park avevano un giorno di tempo per andarsene, le forze di polizia hanno dato inizio allo sgombero, mentre piazza Taksim si affollava esponenzialmente in conseguenza delle sue parole. Migliaia di persone improvvisamente venivano caricate dagli idranti e ricacciate su via Istiklal, mentre i primi lacrimogeni venivano lanciati dentro il parco, allo scopo di far allontanare almeno un parte delle persone dal parco e isolarlo dal resto dei manifestanti. Mentre Istiklal fremeva sotto i getti dei cannoni ad acqua, le forze di polizia entravano nel parco accompagnate da una tempesta di lacrimogeni e si accanivano con violenza su strutture, alberi, persone. I manifestanti rifugiatesi nel Divan Hotel, ai margini meridionali del parco, venivano assediati per ore dai cannoni idranti e dai lacrimogeni lanciati all’interno, mentre su via Istiklal e nelle sue traverse si svolgeva il consueto copione: cariche pesantissime con lacrimogeni e cannoni ad acqua, e successivi rastrellamenti. Il centro è bloccato. Nel frattempo scoppia la rabbia in altri quartieri della città: nella benestante Osmanbey scendono in piazza una quantità impressionante di persone, che cantando cori ergono barricate, appicciano incendi, fronteggiano le forze di polizia senza sosta. Gli scontri sono ancora in corso, mentre da varie parti della città, anche dal lato asiatico, si formano cortei di migliaia di persone che cercano di raggiungere Taksim. Difficile prevedere quello che succederà domani, con il previsto raduno dell’AKP, l’arrivo di Erdogan, e tutte le persone che vorranno tornare in piazza contro di lui.

Le foto di Serena Tarabini scattate questa mattina a Taksim e Gezi Park dopo lo sgombero di questa notte: