MONDO

In Turchia è terrorismo di Stato

Continua l’escalation di violenza in Turchia. Negli ultimi giorni tutto il Paese è stato sconvolto da attacchi organizzati e coordinati contro la popolazione curda, il partito HDP e i militanti delle opposizioni anti-Erdogan. Leggi anche Turchia una strategia sanguinaria, di Serena Tarabini da Istanbul.

L’altro ieri i bombardamenti e un intervento militare via terra nelle zone controllate dal PKK nell’Iraq del Nord avevano provocato oltre 40 morti. Nel frattempo in Turchia, più di 170 uffici dell’HPD sono stati attaccati dai seguaci di Erdogan.

Ad Ankara il quartier generale del partito della sinistra curda e turca – che è entrato per la prima volta in parlamento pochi mesi fa, con il 13%, e ha ottenuto due ministeri nel governo di transizione in carica fino alle nuove elezioni – è stato dato alle fiamme. Gruppi fascisti fedeli ad Erdogan hanno appiccato il fuoco sotto lo sguardo complice della polizia turca.

Il KNK, Congresso Nazionale del Kurdistan, ha denunciato nel comunicato che riportiamo in calce omicidi e linciaggi di civili, assalti e saccheggi di negozi, librerie, aziende e case di proprietà di curdi. Questi attacchi fascisti e razzisti sono scattati quasi simultaneamente in decine di città turche e sono fomentati e realizzati dai membri locali dell’AKP, il partito del sultano, con la connivenza della polizia turca. A Istanbul sono scesi in piazza i seguaci di Erdogan, sfilando al grido “non vogliamo un’operazione militare, ma il genocidio dei curdi”.

Intanto l’altro ieri notte, Erdogan ha scritto una nuova pagina di repressione contro la libertà di stampa. Dopo gli arresti di pochi giorni fa di due giornalisti inglesi e una giornalista olandese “colpevoli” di filmare un corteo e una festa dell’HDP nella zona di Dyiarbakir e accusati di “diffusione di propaganda per un’organizzazione terroristica”, dopo gli arresti di massa di decine di giornalisti turchi e dell’intera redazione di un giornale che aveva pubblicato le prove dei rapporti tra il dittatore turco e l’ISIS, ieri è toccato al quotidiano Hurriyet. Hurriyet aveva pubblicato la dichiarazione di Erdogan, in cui affermava: “se avessimo ottenuto la maggioranza in parlamento, niente di tutto ciò sarebbe successo. Datemi 400 seggi e vi darò la pace”. Nella notte, membri dell’AKP hanno distrutto la sede di questo giornale. L’attacco contro l’informazione è così passato dai media dell’opposizione a quelli mainstream.

Tutto questo avviene nel silenzio della comunità internazionale e della stampa europea. Un silenzio complice delle stragi di Erdogan: dittatore, terrorista e alleato dell’ISIS. Per rompere questo silenzio, domenica prossima partirà la carovana internazionale che arriverà a Suruc domenica prossima per chiedere la fine degli attacchi contro i curdi e i militanti dell’opposizione e l’apertura immediata di un corridoio umanitario per Kobane.

Alcuni account da seguire sulla situazione turca:

Twitter: @Istanbul_Indy; @HDPgenelmerkezi; @hdpdemirtas.

Facebook: Save Kobane (da cui abbiamo tratto diverse foto); Rojava Calling.

Siti in costante aggiornamento: www.uikionlus.com; www.retekurdistan.it

Di seguito il comunicato del KNK, Congresso nazionale Kurdo, sugli attacchi degli ultimi due giorni (tratto da uikionlus):

Centinaia di civili curdi feriti e molti assassinati.

La polizia ha partecipato agli attacchi contro i civili curdi. Il Presidente turco Erdogan e l’Akp hanno provocato gruppi di fascisti, nazionalisti e razzisti a protestare e formare squadre per linciare e terrorizzare i civili curdi attaccando case in diversi quartieri di Istanbul, Ankara, Kirsehir, Kocaeli, Smirne, Balikesir, Malatya, Mulga, Mersin, Keçiören, Tuzluçayır, Beypazarı, Balgat, Isparta, Konya, Antalya e molte altre città.

A seguito di provocazioni continue da parte del Governo di Recep Tayip Erdogan, gruppi razzisti dell’AKP e gruppi fascisti si sono lanciati in attacchi coordinati contro civili curdi, hanno attaccati negozi curdi, case, aziende e uffici dell’HDP. Questi attacchi sono in corso dalle ultime 48 ore. Centinaia di civili curdi in Turchia occidentale sono stati feriti durante gli attacchi di questi fascisti, e un numero imprecisato di persone sono state assassinate. Centinaia di curdi in varie città turche sono attualmente bloccati negli uffici HDP, dove hanno cercato riparo dal linciaggio di questi gruppi. Le squadre di fascisti hanno rotto le finestre, hanno scandito slogan anti-curdi e anti-HDP, mentre la polizia locale non è intervenuta per fermare questo terrorismo di massa.

Dall’inizio della guerra turca contro i curdi 32 anni fa, questa è la prima volta che tali violenze si sono verificate su così larga scala. Erdogan e l’AKP stanno direttamente, in modo esplicito, e volutamente provocando scontri razziali e attacchi da parte dei nazionalisti. Due giorni fa Erdogan ha dato l’ordine ufficiale alle forze di polizia di sparare a vista ai civili se ritenuti una “minaccia”. Egli ha anche invitato l’opinione pubblica a informare di compagni civili che avessero ritenuto agire in maniera “sospetta”. Questo è un tentativo di dividere la società e promuovere conflitto interno tra gruppi etnici, e stimolare il razzismo anti-curdo.

Le folle si stanno organizzando attraverso i social media, formando gruppi e attaccando case note per appartenere alle famiglie curde. Si sono verificati attacchi contro 128 uffici dell’HDP dove il simbolo del partito e i suoi slogan sono stati strappati e sostituiti con la bandiera turca. Altri uffici sono stati dati alle fiamme. I gruppi fermano gli autobus locali che viaggiano tra le città e controllano le carte di identità della gente per determinare chi è curdo o meno. Quando i conducenti di autobus hanno tentato di scappare per sfuggire alla folle inferocite, la polizia è intervenuta e ha fermato gli autobus causando ulteriori attacchi contro gli autobus, i conducenti e i passeggeri. In alcuni casi, la polizia ha partecipato agli attacchi con i gruppi fascisti contro i civili curdi.

Gli attacchi a case, civili e quartieri curdi sono ancora in corso e centinaia di migliaia di curdi in queste grandi città sono attualmente in grave pericolo.

Chiediamo alla comunità internazionale di stare con i curdi alla luce di questi attacchi inquietanti e chiaramente coordinati, e di agire immediatamente per chiedere al governo Erdogan di porre fine alle sue politiche violente, razziste e di divisione.

Il Congresso Nazionale del Kurdistan – KNK