ROMA

#ilcementodiAlemanno: Bufalotta e Casal Boccone

Ancora case private in IV municipio.

Il IV municipio è stato uno dei protagonisti più martoriati dal Piano regolatore di Veltroni. Centinaia di migliaia di metri cubi di cemento privato hanno fatto sorgere interi nuovi quartieri residenziali a ridosso del Grande raccordo anulare, ingoiando ettari di agro romano, congestionando il traffico, densificando la popolazione. La “centralità” di Porta di Roma sorta attorno al mall più grande d’Europa: più di 200 negozi, Ikea, Leroy Merlin, supermercati, un cinema multisala.

Cemento privato per centinaia di case private costruite a ridosso della crisi e che ora a centinaia sono rimaste vuote. Porta di Roma vuole essere infatti non un quartiere dormitorio ma un quartiere residenziale “immerso nel verde” (?), ma chi può permettersi queste case? In tanti che hanno acceso un mutuo, single e famiglie, fanno adesso fatica a pagarlo. Ma che gli importa ai Mezzaroma e ai Caltagirone? Poco o nulla, con i cambi di destinazione d’uso e il valore virtuale da giocare nella roulette finanziaria hanno già guadagnato prima di vendere. Se prendete la Bufalotta o via di Vigne Nuove arriverete ad attraversare strade ben curate, alberi piantati giovani, una pista ciclabile deserta, saracinesche abbassate, palazzi con poche luci accese. Un paesaggio a tratti irreale dove il grigio e il vissuto delle case popolari di Vigne Nuove stona con l’asettico aspetto nuovo delle case semivuote che sorgono dall’altra parte della strada. Abitanti che vivono una specie di aparthaid sociale tra di loro e che si ritrovano solo nelle piazze dentro la galleria commerciale, che vista da lontano sembra un’astronave atterrata alle porte della città.

Un’espansione a cui il territorio si oppose costringendo l’amministrazione comunale a ridiscutere la delibera 218 grazie a manifestazioni e occupazioni dell’aula consigliare del IV municipio. Ma anche occupando le case nuove appena costruite, un po’ come sta accadendo in queste settimane in città da Ponte di Nona ad Anagina dalla Prenestina e viale delle Provincie, pagando quell’affronto al potere della rendita con sgomberi denunce e arresti.

Ora L’amministratore che bada al bene comune e non agli interessi del mattone e delle lobby, o che almeno sa tenere un equilibrio tra gli interessi privati e lo sviluppo sano e armonico della città, dopo aver fatto un giro da queste parti si fermerebbe a riflettere prima di approvare nuovi progetti edilizi, e magari si concentrerebbe a limitare i danni portando prima possibile la metro da queste parti come promesso senza far aspettare trent’anni i cittadini. Ma così purtroppo non è e tra le 64 delibere in maniera di urbanistica che Alemanno e la sua giunta stanno approvando in fretta e furia ci sono due delibere che riguardano proprio il IV municipio.

La prima prevede la costruzione su di un’area di proprietà venduta dall’ex immobiliarista Ligresti ad un fondo controllato dal Monte dei Paschi di Siena, di quattro mini grattacieli (nella foto in alto) e di altre palazzine per un totale di 230,000 metri cubi di cemento. Il cambio di destinazione d’uso dell’area da servizi a residenziale è stato motivato dall’interesse pubblico del progetto sarebbe rappresentato dal 10% di appartamenti in housing social e dal 25% di edilizia convenzionata. A Roma servirebbe smettere di consumare suolo e recuperare il costruito in favore dell’emergenza e della sostenibilità abitativa, non di fare regali ai costruttori in cambio di qualche briciola, su cui non esistono neanche garanzie. Il nuovo complesso, che dovrebbe arrivare ad ospitare più di 2000 persone dovrebbe poi essere accessibile solo tramite una strada a due corsie a doppio senso dove passa una solo linea di trasporto pubblico (!), in un’area circostante già densamente popolata.

Il progetto in questione è stato respinto dalla maggioranza e dall’opposizione in consiglio municipale, tutto sommato un atto formale non costa nulla visto che il municipio in materia urbanistica non hanno poteri decisionali, ma anche dai movimenti di lotta per la casa e dai comitati dei cittadini.

La seconda delibera che investe il IV municipio prevede invece la costruzione di 270 alloggi per circa 5,500 persone su di un’area in teoria destinata “”ad attrezzature di livello urbano, ovvero finalità di interesse pubblico o generale”, ma il progetto di cui parliamo altro non è che una cittadella riservata alla residenza dei dipendenti dell’Areonautica Militare. Si parla di altri 84,000 mila metri cubi di cemento. Un quartiere ghetto nel quartiere ghetto, una piccola fortezza recintata in una zona già priva di un identità e un tessuto sociale consolidato. Oltre il danno poi la beffa: l’areonautica bandirà un concorso per arredare il parco circostante con opere per raccontare “le sue attività per la pace nel mondo e l’aiuto alle popolazioni afflitte dalle guerre”.