ITALIA

Il “salto di qualità”

L’attentato di Macerata irrompe nella campagna elettorale italiana. Figlio di una furia fascista lasciata indisturbata per anni e alimentata dal razzismo di Stato, non tarderà ad avere conseguenze sul dibattito politico e sulla società

La diciottenne tossicodipendente, il migrante spacciatore, la vendetta fascista. Accade in provincia, a Macerata, nelle Marche “bianche” e laboriose. Ma poteva accadere a Roma, a Milano, ovunque. Perché si tratta di una combinazione nota e comune, sempre più diffusa nel paese disfatto, finito, fallito. L’Italia dove ai cani non rimangono neanche gli ossi; e allora “cane mangia cane”.

Certo, è una storia di fascismo europeo, di “passato che non passa” mai. Ed è una storia di leghismo italico, di “ruspe” e di boria. Ma è un gesto non troppo dissimile dai tanti che affollano l’America neoliberale. Dove la “giustizia fai da te” si abbatte ovunque, ma soprattutto contro i poveri, i “negri”, gli arabi; quando non ci ha già pensato la polizia…

Si tratta di un “salto di qualità”, c’è poco da dire. Gesto che, con buona probabilità, sarà imitato. Follia sanguinaria e razzista che si aggiunge a sangue insopportabile, e che ha tanti mandanti. Facile dire Salvini, Il Giornale, ecc. Sono loro i mandanti morali, ci mancherebbe. Ma lo sono anche tutti coloro che hanno buttato benzina sul fuoco in questi anni bui: in TV e in strada; come col razzismo di Stato, a colpi di politiche di sicurezza. Tutti coloro che hanno imposto crisi e impoverimento a milioni di donne e di uomini. Tutti coloro che conoscono e dispongono – seppur indirettamente – gli “illegalismi” che ingrassano l’economia criminale, desertificano i territori urbani, assoldano migranti disperati. Tutti coloro che, in modo sistematico e organizzato, hanno favorito e alimentano quotidianamente la guerra tra poveri. “Cane mangia cane”.

E nel mezzo, neanche a dirlo, c’è il corpo fatto a pezzi di una giovane donna. Corpo tossico, corpo (immensamente) solo, corpo di donna. Quel corpo, come fosse sua proprietà insozzata dal “negro”, il patriota e il patriarca lo difende sparando. Buttando giù come birilli i “negri” che incontra in strada. Corpo di donna che va difeso solo quando è il “negro” che morde: se lo massacra il marito in casa, se lo violenta il carabiniere in servizio, se lo brucia l’ex fidanzato, quel corpo di donna se l’è cercata.

La tentata strage di Macerata rompe con pochi colpi di arma da fuoco la superficie piatta di questa campagna elettorale, nella quale tutti i grandi partiti si sono finora affannati a non scaldare troppo gli elettori e a rassicurare gli investitori, pronti a qualche accordo per continuare sul terreno già tracciato. Ora si candideranno con ancora più forza a essere i paladini della stabilità.

Renzi già invoca responsabilità. Altri più ordine e sicurezza. E sotto i colpi della “responsabilità”, dell’“ordine” e della “sicurezza” saranno ancora in tanti e tante a morire. Di questo ne siamo certi. È la guerra contro la società messa in campo dal Capitale, bellezza…