editoriale

Il salmone

Dietro la farsa dei Savoia al Patheon, si nasconde in realtà una pericolosa voglia di rivincita storica della destra italiana. Obiettivo che riguarda molto più il presente che il passato

Noi stiamo dalla parte di Antigone, che sfidò le leggi dello stato per seppellire il fratello Polinice, e quindi non approviamo l’oltraggio ai cadaveri. Ognuno seppellisca i suoi – ne avrebbero avuto diritto perfino Eichmann e Bin Laden, che pure se l’erano cercata.

Ma chiedere gli onori del Pantheon – monumento elevato a sacrario e che da maggio 2018 si visiterà a pagamento (idea pessima e diseducativa) – per re Sciaboletta, che legalizzò nel 1922 il colpo di stato mussoliniano, coprì con complice silenzio il delitto Matteotti, divenne ridicolo Imperatore d’Etiopia nel 1936 sul sangue degli abissini massacrati da Graziani, firmò le leggi razziali del 1938, avallò l’entrata dell’Italia in due guerre mondiali e alla fine scappò l’8 settembre lasciando tutti nelle peste: beh, questo no.

Perfino nella destra conservatrice (i neofascisti ovviamente lo esecrano) la pretesa dei Savoia è stata accolta con imbarazzo. Solo i più semplici, come Galli Della Loggia in un’intervista e Marcello Veneziani sul “Tempo” hanno provato a caldeggiarla. In quest’ultimo caso con un vistoso titolo su tutta la prima pagina, che bolla, come ai bei tempi, l’infame coalizione di «Ebrei e sinistra».

La necrofilia furente o sommessa della destra è però soltanto la manifestazione più grottesca di una pericolosa voglia di rivincita, di sprezzante revisione storica dei giudizi sul regime che in realtà mira a scopi molti attuali e concreti: demolire l’eguaglianza sociale e l’esercizio della democrazia.

La farsa dei Savoia al Pantheon (e ce ne è già uno di troppo, Umberto I, il massacratore dei moti di Milano) copre il sistematico smantellamento delle conquiste popolari degli anni ’60 e ’70: dietro i costumi rétro delle Guardie d’Onore ci sono i moderni manager dell’industria e della finanza 4.0, gli “oggettivi” paradigmi delle piattaforme, i “moderati” di Arcore e del Nazareno, per non parlare dell’immondizia fascio-leghista e della canea dei “padroni a casa nostra”.

Prendiamocela quindi con i simboli ridicoli, ma guardiamo soprattutto a quanto di serio e minaccioso sta loro dietro.