ROMA

Il regime del maschio e le nuove sfide per l’antifascismo
Continua il Festival Itinerante Dinamica. Mercoledì 16 luglio ad Acrobax discuteremo con numerosi ospiti di potere del maschile a partire dalla situazione specifica che ha permesso di accrescere il consenso attorno alla figura del nuovo presidente statunitense, per poi comprendere come resistere al fenomeno nei nostri territori
La presa di potere di Trump è stata accompagnata dal supporto di una componente socio culturale che sembra prendere sempre più piede, contraddistinta da antifemminismo, solidarietà tra maschi e disprezzo per tutto ciò che ha a che fare con il genere: la cosiddetta “cultura bro”. Trump si è sempre presentato come uomo forte, ed è riuscito a formare una coalizione fatta da uomini, da “bros”- vezzeggiativo di fratelli in inglese – tech bros, street bros, crypto bros, sports bros, gym bros, Wall street bros e molto altro ancora.
Questi hanno utilizzato tutte le piattaforme a loro disposizione per persuadere giovani uomini che Trump sarebbe stato l’uomo forte che avrebbe riportato al centro del potere la maschilità e reso gli Stati Uniti un paese di nuovo rispettabile. Gli strumenti con cui si è imposta tale narrativa sono molteplici, uno su tutti i video podcast, che sembra siano stati un vettore trainante fondamentale per la vittoria elettorale, tra questi il popolarissimo video podcast di Joe Rogan, che con la sua intervista di tre ore a Trump nell’ottobre del 2024 ha ottenuto 50 milioni di visualizzazioni su YouTube. Anche se nessuno degli Youtuber si professa ufficialmente un analista politico, in questi format le discussioni, dai toni fortemente conservatori, scorrono a ruota libera tra sport, maschilità, scherzi e scommesse tra “bros”.
Trump ha vinto con ampio margine nel voto maschile. Il 54% di uomini lo ha votato, con un 6% in più rispetto al 2020 tra uomini under 30. Ha visto crescere inoltre il suo supporto nella comunità Nera ed è esploso nella comunità Latina, con un +18% a confronto del 2020.
Trump ha stimolato tra i “maschi” una sorta di istinto di sopravvivenza nell’epoca contemporanea attraverso il miraggio della supremazia. Ha promosso messaggi che vanno ben oltre la facoltà di ragionamento razionale, ha parlato ai “maschi” come «qualcuno che sa davvero quali sono i tuoi bisogni». Ha così stimolato il bisogno di riprendere il controllo, di dominare in famiglia come nel mondo: elementi che hanno a che fare con le funzioni basiche espletate dal cervello rettiliano e che sono pilastri fondanti di secoli patriarcato. E ha avuto successo.
Le radici di questo fenomeno, che negli Stati Uniti si è palesato in modo così evidente ma che è esplicito in molti altri contesti internazionali, si possono ritrovare nell’avanzamento del movimento transfemminista che in tutto il mondo ha riportato al centro del dibattito politico il potere e l’abuso del maschile, e che ha provocato una reazione opposta così scomposta e ramificata.
Il problema forse più grave è che questo avanzamento simbolico-culturale del macho – ovviamente nella forma socialmente accettabile del “bro” – crea un humus nella società che rafforza, supporta e legittima il consenso al potere maschile autoritario e fascista che la presidenza Usa sta imponendo dentro e fuori i propri confini.
Questo consenso sociale rende ancora più complesso contrastare quel potere, resistere e agire per vedere la sua fine. Trump inoltre è solo il modello più evidente e presente nei media mondiali. Fenomeni simili si registrano anche in altri paesi guidati dalla destra estrema come l’Argentina di Milei, o l’Ungheria di Orbán.
Mercoledì 16 Luglio, ad Acrobax, a partire dalle 19.00, all’interno del Festival Itinerante di Dinamopress discuteremo di questo fenomeno assieme ad alcune ospiti. Sarà con noi Leonardo Bianchi, giornalista indipendente esperto di cultura e società statunitense, che ha scritto a lungo sulla cultura bro e sul suo impatto.
Sarà con noi anche Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, che ha approfondito l’avanzamento in Europa della fenomeno degli incel e della manosphere, e che ci aiuterà a capire il fenomeno e a collegarlo con l’egemonia del maschio per come emerge dalla politica statunitense.
Saranno con noi anche due giovani collettivi antifascisti di Roma Sud, l’assemblea Antifascista di Monteverde e l’assemblea Antifascista di Portuense. Con loro potremo conoscere meglio la loro storia e capire come contrastare questi fenomeni legati all’affermazione di un autoritarismo di matrice fascista a partire dal lavoro territoriale nei quartieri e a partire dalle nostre relazioni.
Seguirà aperitivo a sostegno della rivista e il concerto blues dei Fleurs du Mal. Vi aspettiamo.
L’immagine di copertina è di Collettivo Marielle e Collettivo Prisma.
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