ROMA

Il Parco di Centocelle deve essere riqualificato. Con i Fondi Strutturali Europei.

Restituire il monumentale Parco di Centocelle ai cittadini romani. E dare avvio ai lavori già finanziati dal Consiglio Comunale del secondo stralcio di parco sito sul versante del Quadraro. Sono solo alcune delle richieste avanzate dalla rete territoriale Cinecittà Bene Comune , che la mattina del 10 giugno ha occupato il parco proprio dal lato di Via Papiria per chiedere la realizzazione di un parco pubblico attrezzato.

Il Parco di Centocelle si estende su una superficie di 120 ettari delimitata dal perimetro che comprende Via Palmiro Togliatti – Torrespaccata, via Casilina via di Centocelle fino a via Papiria. Ad ora, l’unica area attrezzata e accessibile, è quella di Via Casilina. “Chiediamo al sindaco Marino di rendere accessibile il Parco da via Palmiro Togliatti, da via di Centocelle e di migliorarne l’accessibilità da via Casilina e di aprire una parte del Parco Archeologico sul versante di via Papiria come già previsto dal Piano Particolareggiato approvato dalla Regione Lazio”.

In particolare, i lavori di riqualificazione del lato di via di Centocelle sarebbero già dovuti partire da più di un anno, visto che l’approvazione della seconda tranche di finanziamenti, pari a 2 milioni risale al giugno del 2013. Con un’amministrazione di altro colore politico, e per iniziativa dell’allora consigliere di opposizione Gemma Azuni, di Sel. Da allora, poco o nulla si è mosso. Se non ulteriori proteste e iniziative dei comitati di quartiere del V e del VII Municipio e delle reti territoriali che lamentavano l’assenza di politiche di riqualificazione, . La prima tranche di lavori venne approvata dalla Giunta Veltroni nel 2007 e ha riguardato il lato che dà su via Casilina, con piantumazione di 1500 alberi e 500 cespugli.

Ma ciò che desta più scandalo è la situazione degli autodemolitori che insistono nell’area delimitata da via Palmiro Togliatti-Torrespaccata.

C’è un progetto di legge, fermo da anni, che prevede una manovra di delocalizzazione degli autodemolitori che ne prevede lo spostamento in aree industriali attrezzate, fuori dal Grande Raccordo Anulare e lontano dai centri residenziali. Gli sfasciacarrozze però sono ancora lì, con annessi incendi, inquinamento e degrado. E anche il progetto è ancora lì e, a quanto pare, nessuno l’ha applicato. Il sindaco Marino, a inizio di quest’anno, annunciando la chiusura di Malagrotta, e più di recente l’assessore all’Ambiente Estella Marino hanno promesso per gli sfasciacarrozze della Togliatti “una sistemazione diversa che tenga conto del decoro della città” e “già entro il 2014 uno spostamento di alcuni rottamatori anche per consentire l’avvio dei lavori nel Parco di Centocelle”.

Ancora una volta un bene archeologico e di pregio giace per gran parte abbandonato alla periferia di Roma, città tra le più verdi d’Europa.. “Le risorse per completare il Parco Archeologico ci sono e vanno stanziate attraverso l’uso democratico dei fondi strutturali europei gestiti dalla Regione” dice ancora Cinecittà Bene Comune, che, assieme all’Unione dei Sindacati di Base e le Camere del Lavoro Autonomo e Precario ha aperto una vertenza con la Regione Lazio per chiedere una gestione dei Fondi Strutturali Europei 2014-2020 partecipata, trasparente e attenta ai bisogni sociali del territorio.

“Questo noi chiediamo come gesto di civiltà, di onestà, di responsabilità, di lungimiranza. Non siamo più disposti a guardare questa terra, la nostra terra, marcire di incuria. Per questo siamo disposti a riprendercene un pezzo: per marcare la nostra piena e ferma posizione di cittadini che vogliono un Parco vivo, aperto, funzionante realmente popolare”