ROMA

I problemi delle periferie romane non si risolvono con i tour di Federica Angeli

La sindaca Raggi ha nominato la giornalista sua consulente, perché l’aiuti a capire cosa serve ai quartieri che versano in condizioni disperate a causa dell’abbandono delle istituzioni. L’ennesimo modo per continuare a ignorare chi in quei territori vive e da anni è protagonista di lotte importanti che parlano di diritto alla città

Virginia Raggi ha deciso di dotarsi di una consulente “per il rilancio delle periferie e l’educazione civica”. Lo fa negli ultimi mesi del suo mandato quando sembra aver ritrovato interesse per quei territori che hanno contribuito in maniera massiccia alla sua elezione a Sindaca. La scelta è caduta sulla giornalista Federica Angeli, conosciuta per le sue importanti battaglie contro la criminalità organizzata a Ostia, che si è messa immediatamente al lavoro. Ha deciso di spingersi in quei quartieri lontani dal Campidoglio, ognuno con i suoi problemi e realtà spesso molto diverse le une dalle altre, per rendersi conto della situazione e suggerire quali azioni mettere in atto per porre fine a ciò che non funziona.

 

Per “rilanciare le periferie”, che poi non si capisce bene cosa significhi, avrebbe dovuto incontrare chi da anni ha costruito lotte in quei territori, chi conosce bene come si vive nel quartiere, chi affronta la fatica per spostarsi da lì ogni giorno per lavoro o per raggiungere servizi indispensabili.

 

A San Basilio sarebbe bastato un giro fra gli abitanti delle case popolari, che da anni segnalano l’abbandono e chiedono che almeno si faccia una normale manutenzione, per evitare di vivere sotto l’acqua che piove dai soffitti. Questo sarebbe già un piccolo passo per il “rilancio”. La delegata della Sindaca ha preferito un blitz notturno accompagnata da Don Antonio Coluccia «nelle piazze di spaccio a rovinare la nottata di lavoro agli spacciatori», confermando che si continua a pensare ai problemi di quel quartiere come una questione di ordine pubblico e non di pessima amministrazione. Nessun incontro con gli abitanti di San Basilio, con le associazioni di inquilini delle case popolari, con la Rete di Solidarietà Popolare Tiburtina e con le tante associazioni che operano nel quartiere.

Tor Bella Monaca è stata la seconda tappa della ricognizione, anche qui per denunciare la presenza della criminalità organizzata. Gli abitanti quella presenza la conoscono bene e ogni giorno affrontano la difficoltà di viverci a fianco. Le realtà, che di quel quartiere hanno provato a farne un laboratorio sociale per trasformare la loro condizione abitativa, non hanno gradito la passerella di Federica Angeli.

 

La passeggiata a via dell’Archeologia a caccia di spacciatori è sembrata solo il continuare a narrare le “periferie” come luoghi in preda a criminali, ignorando la ricchezza che si produce, come l’occupazione da parte di un gruppo di genitori di uno spazio per creare “la casa di Alice” una ludoteca rivolta a quei bambini per i quali non è previsto nessun servizio nel quartiere.

 

Non c’è stato nessun incontro con chi coraggiosamente ha deciso di aprire due anni fa la prima libreria di quartiere, né con gli attivisti del centro sociale El Chentro o con gli inquilini delle case popolari. Si sarebbe resa conto materialmente di quanto è emerso dall’indagine sulla povertà nei 1500 alloggi dell’Ater di Tor Bella Monaca pubblicato da Osservatorio Casa Roma di Enrico Puccini.

Sulle circa 1300 famiglie analizzate, sulla base del censimento del 2018, ben 536 vivono sotto la soglia di povertà. Di queste 120, pari al 22 per cento, sono a reddito zero. Oggi la situazione è ancora peggiore. Avrebbe almeno potuto dire qualcosa sulle centinaia di famiglie alle quali Acea ha interrotto l’erogazione dell’acqua, pensando ai profitti che su quel bene essenziale vuole continuare a fare.

L’11 novembre la consulente di Raggi, accompagnata dalla sua scorta, si è spostata a ovest, arrivando a Piana del Sole. Un pezzo di Roma dove vivono 5mila abitanti, nel quartiere Ponte Galeria che di abitanti ne ha 43mila. La sua guida era l’ex rapper 1727 wrldstar, divenuto celebre per il video su Instagram dell’incidente in diretta “preso il muro fratellì”, che lì abita.

 

Anche in questo caso i cittadini hanno trovato stridente che non si fosse sentito il bisogno di un incontro con le tante realtà del territorio.

 

Avrebbero potuto parlare del Piano di zona di Monte Stallonara, dove le case non sono agibili, senza fognatura e allacci all’acqua potabile, prive di illuminazione pubblica e strade di accesso. Gli abitanti sono stati vittime di una truffa, pagando prezzi gonfiati, a fronte di fondi pubblici scomparsi, per ritrovarsi senza un abitare degno. È da questa altura che si vede la Piana del Sole, con casette costruite abusivamente circondate da giardini. Per il risanamento si aspetta il previsto piano particolareggiato di recupero urbanistico Integrato con l’Erp.

Un insediamento residenziale che avrà lì accanto la discarica di Malagrotta, i depositi di carburanti e gas, la raffineria, l’inceneritore di rifiuti ospedalieri e moltissime aree di cave. Avrebbe potuto parlare con chi da vent’anni si batte contro la discarica di Malagrotta. Dal 2013 è finalmente chiusa, ma per la necessaria bonifica non si è fatto nulla. Fra quei rifiuti accumulati resta un concentramento di acqua velenosa, che lascia nel terreno inquinanti pericolosi come il mercurio, il piombo, l’arsenico. Nonostante tutto questo si è prevista l’apertura in quella zona, a Monte Carnevale, di una nuova discarica. La notizia ha provocato una durissima reazione degli abitanti.

 

Quartieri, questi fin qui visitati, come gli altri che verranno, che versano in condizioni disperate per l’incuria, per essere stati privati dei servizi essenziali, per essere considerati come territori da saccheggiare, per poi incollargli addosso il marchio del “degrado”.

 

In molti hanno pensato nel 2016 che l’amministrazione 5stelle potesse rappresentare il cambiamento attraverso un processo reale di partecipazione, invece oggi si ritrovano una consulente che non li vuole neanche incontrare. Federica Angeli, che oltre al “rilancio delle periferie” deve occuparsi anche di “educazione civica”, ha molto da imparare da chi abita questi territori. In occasione della crisi sanitaria di questi mesi e della conseguente crisi sociale hanno dimostrato la capacità di costruire reti solidali e mutualistiche, basate sull’autorganizzazione. Molte persone hanno potuto sopravvivere grazie alla condivisione, alla costruzione di welfare comune e autogestito, in grado di raggiungere fasce di sofferenza che il welfare pubblico non era in grado di assistere. Tutto questo è potuto avvenire perché esiste una grande ricchezza in quei quartieri che nessuno racconta, preferendo nascondere i problemi dietro il racconto della criminalità e del degrado.

Foto di copertina di Pasquale Liguori