ITALIA

Gkn, prosegue l’estate di lotta. Manifestazione nazionale a Firenze

Assieme al Queer Pride e alla Marcia per la terra, operai e operaie dello stabilimento di Campi Bisenzio scendono in piazza per “insorgere” contro le lettere di licenziamento mentre i confederali continuano sulla strada delle trattative

I giornali locali titolano allarmati («operai, contadini, ultras e queer: tutti a manifestare sabato pomeriggio. Allerta per il traffico»), ma per chi domani scenderà in piazza a Firenze questo non può che essere motivo d’orgoglio. Oltre al Queer Pride e alla Marcia per la terra, a meno di una settimana dalla scadenza del primo tavolo di trattative e delle prime lettere ufficiali di licenziamento lavoratori e lavoratrici di Gkn convocano una grande manifestazione nazionale (ore 15, con ritrovo alla Fortezza da Basso) nel capoluogo toscano, che si preannuncia vivace e partecipata.

Lo slogan «Insorgiamo» è ormai diventato il leitmotiv di un’estate di lotta e resistenza.

Foto dall’archivio DINAMOpress

A fine giugno, infatti, i segretari dei sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil firmavano una dichiarazione d’intenti col Governo Draghi e Confindustria in cui le aziende si impegnavano a utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione prima di arrivare all’esaurimento del rapporto di lavoro. Ma già nelle prime giornate di luglio si iniziava a concretizzare la fine della tregua della pace sociale data dal blocco dei licenziamenti attuato nella prima fase d’emergenza pandemica: lavoratori e lavoratrici venivano scaricati dai dirigenti di fabbrica come fossero inutili zavorre.

Con l’annuncio di chiusura della brianzola Gianetti-ruote a inizio luglio è iniziata una nuova stagione di esuberi e delocalizzazioni, che colpiscono per la maggior parte i settori della logistica e della metalmeccanica. Il venerdì successivo anche la GKN automotive di Campi Bisenzio faceva lo stesso, con dinamiche e tempistiche quantomeno “sospette”: il tutto avveniva in una giornata di permesso di lavoro collettivo, con lo stacco turno notturno che non lascia seguito. Ma da quel giorno, quella che si voleva come una chiusura silente giustificata dal declino delle ordinazioni dell’indotto FCA – Stellantis ha suscitato un ravvivamento radicale della comunità politica del territorio.

Mentre lavoratrici e lavoratori delle ditte in appalto sono rimasti subito a casa, l’assemblea permanente di lavoratrici e lavoratori Gkn non ha ceduto a facili tentativi di frazionamento: il principio che si vuole far valere è che se il sito produttivo chiude, si resta a casa tutti e tutte.

Nelle vertenza, è chiara la necessità di mantenere unito il fronte di lavoratrici e lavoratori. In questi mesi sono stati numerosi i tavoli di concertazione in Regione e prefettura per arrivare a un accordo tra le parti sociali. Nonostante il passare dei mesi le parti istituzionali si mostrano mosse da buone intenzioni, ma incapaci di voler prendere in mano la situazione, mentre il fondo finanziario Melrose proprietario del gruppo GKN difende la sua scelta appellandosi all’aver seguito tutti i passaggi necessari a procedere.

Dal lato del sindacato la situazione appare molto più frastagliata. Mentre la Rappresentanza Sindacale Unica-Rsu-Gkn tiene fede alla promessa iniziale di voler bloccare le lettere di licenziamento, i sindacati confederali proseguono sulla linea della concertazione appellandosi alla procedura di licenziamento illegittima, tattica già sperimentata in passato nello stesso stabilimento ma priva d’efficacia, vista la mancanza di sanzioni all’azienda in caso di sentenza positiva del giudice del lavoro.

Foto di Andrea Tedone.

Dato che sembra confermare uno scollamento ormai di lunga data delle burocrazie sindacali confederali dalla realtà del mondo di lavoratrici e lavoratori.

Intanto, la lotta è fuoriuscita dallo stabilimento e ha invaso lo spazio pubblico, diventando anche occasione di farsi comunità e aggregare il territorio. L’“abbraccio” agli operai è stato ricambiato con eventi culturali, concerti, mostre artistiche e dibattiti. Tra le persone che hanno voluto portare la propria solidarietà agli operai ci sono stati lo storico Alessandro Barbero – accorso in via del tutto informale –, ZeroCalcare, Militanza Grafica, Piero Pelù, Banda Bassotti e Stefano Massini. Tutto questo è segno che è vero quanto si dice durante i cortei e le mobilitazioni: “se sfondano qui, sfondano ovunque”.

Le scommesse date tutte per perse in partenza sono state vinte con largo successo: dallo sciopero generale provinciale del 19 luglio al corteo serale dell’11 agosto. Nel mezzo c’è stata la scommessa di convocare il corteo del 24 luglio nel bel mezzo della piana industriale tra Prato e Firenze, dove le vertenze dei SI Cobas Prato e della Gkn mostrano due facce della stessa medaglia: da un lato lo sfruttamento intensivo della forza-lavoro, dall’altro il padrone che scappa dove la forza-lavoro costa meno. Lì dove tra hub della logistica, industrie in funzione a pieno regime e scheletri industriali, sotto la calura estiva e l’asfalto rovente, in circa diecimila hanno animato un corteo rumoroso e pieno di rabbia.

In queste settimane di preparazione, l’assemblea di fabbrica e gruppi di solidali hanno speso ogni briciolo del proprio tempo per far sì che nessuno restasse indifferente davanti a ciò che ci sta succedendo.

Si tessono alleanze, andando a parlare con lavoratori e lavoratrici, oppressi/e e sfruttati/e in tutto il paese, mettendo in opera un tour che ha toccato decine di città, migliaia di persone. Era da tempo che ci si diceva a voce alta in fabbrica: «Il 18 settembre non prendete impegni, ci sarà qualcosa di grosso in città, un’occasione per scrivere noi la nostra storia».

Questa data è ormai alle porte: la mobilitazione di domani percorrerà gli stessi viali solcati da una manifestazione l’ultima volta ormai circa vent’anni fa, quando il movimento internazionalista del Social Forum faceva tremare le gambe ai potenti. Che nessuno resti indifferente.

Foto di copertina dall’archivio DINAMOpress