EUROPA

Francia. Appello degli intermittenti verso il #14n

Ci vogliono precari? Ci avranno inflessibili! Comunicato del Coordinamento degli Intermittenti e dei Precari dello spettacolo verso il 14 novembre, giornata di azione europea per i diritti di precari e disoccupati. [Multilanguage: ENGLISHFRANCAIS]

I governi europei hanno trovato la risposta alla “crisi”: la caccia ai poveri. In Francia, il governo socialista ha già approvato un accordo sull’indennizzo di disoccupazione che prevede di economizzare 2 miliardi di euro sulla pelle dei disoccupati, sui lavoratori precari e quelli senza fisso impiego. In Italia, Matteo Renzi ha preparato un Jobs Act che impone la precarietà come norma sociale. In Belgio, migliaia di lavoratori senza impiego fisso [una condizione analoga all’intermittenza francese, ma estesa a un maggior numero di categorie ndt] verranno esclusi dal sistema che garantisce la disoccupazione a partire dal 1° gennaio 2015, nel mentre la riforma dello “statuto dell’artista” precarizza il settore culturale. In Germania, la riforma delle leggi Hartz intende ostacolare ogni resistenza contro l’arbitrarietà delle decisioni amministrative (che riguardano il lavoro e la disoccupazione). In Portogallo, a partire dalle restrizioni dei diritti del 2011, 8 disoccupati su 10 non ricevono più alcun indennizzo. In Spagna, il 92% dei nuovi impieghi avvengono con contratti precari e sotto-pagati.

E’ evidente come sia in atto una guerra contro i lavoratori disoccupati, precari e senza fisso impiego, con l’obbiettivo di attaccare l’insieme dei salariati. Da quando Tony Blair ha imposto il lavoro forzato ai disoccupati secondo il modello del workfare, reso in seguito più efficace dai social-democratici tedeschi, sappiamo che una riforma dell’indennizzo di disoccupazione è la leva per deregolare il mercato del lavoro, allo scopo di provocare una diminuzione dei salari. Sappiamo anche che i partiti della sinistra possono essere il motore nell’esecuzione dell’agenda neo-liberale.

Indennizzi di disoccupazione sempre più bassi e dispositivi di controllo sempre più autoritari, mirano a fare accettare qualsiasi tipo di lavoro poco pagato, o senza remunerazione del tutto. All’orizzonte, il modello tedesco del pieno impiego precario e sotto-pagato: in Germania il tasso di disoccupazione è del 5,4% ma con 25% di lavoratori poveri, un tasso di speranza di vita ridotto ed il record europeo della disugualglianza. Con le leggi Hartz, il salario reale è diminuito del 4%.

Con il pretesto della crisi, gli oligarchi rimproverano ai poveri di “vivere al di sopra delle proprie possibilità” mentre si concedono un’evasione fiscale di massa, e dettano leggi secondo un procedimento ben oliato: campagne di stigmatizzazione (“non cercano lavoro”, “bisogna controllarli” ), a cui seguono misure restrittive o, addirittura, la pura e semplice soppressione dei diritti d’indennizzo. Il tutto corroborato da un vero ‘stalking’ burocratico e da politiche di attivazione al lavoro che obbligano ad accettare impieghi retribuiti sempre meno: mini-job alla tedesca, contratti a “zero ore” all’inglese, e ben presto l’apprendistato sotto il minimo salariale per i disoccupati di lunga data, messo in cantiere dal governo francese.

Il loro primo obiettivo è attaccare l’intero sistema che protegge il lavoratore salariato dal padrone (codice del lavoro, salario minimo, diritto del lavoro, accordi collettivi). Il secondo è quello di rendere la gestione della disoccupazione un mercato a profitto del settore assicurativo, come lo è già con le agenzie interinali e per le imprese specializzate nella formazione destinata a posti di lavoro inesistenti.

Il 14 novembre azioni e scioperi investiranno l’intera Europa per frenare il rullo compressore neo-liberale. Oggi lottiamo affinché tutti i precari, i lavoratori senza fisso impiego, i disoccupati, siano indennizzati, lottiamo per difendere il principio di un’assicurazione di disoccupazione comune e solidale. Oggi, affermiamo il diritto ad una continuità di reddito a fronte della discontinuità lavorativa. Oggi, ricordiamo che ciascuno ha il diritto ad un reddito che permetta di vivere dignitosamente e senza ricatti.

Vogliamo lottare per una società che non sia quella della povertà e della precarietà di massa.

Vogliamo una società solidale che permetta di vivere al presente e di pensare al futuro.

No Jobs – Let’s Act!