MONDO

Filosofia da Gaza a Roma

Il convoglio Vik Gaza to Italy fa tappa a S.Cu.P!

“Siamo arrivati dalla culla della civiltà orientale, la Palestina, fino alla culla della civiltà occidentale, Roma, per portarvi la ricca eredità della cultura gazawi” così esordisce Muhammad Jihad Ismail, 26 anni, filosofo e libero pensatore, i cui occhi tradiscono un’esperienza ben maggiore di quanto non direbbe la sua età. Muhammad, insieme a tanti altri compagni e compagne, fa parte del Convoglio “Vik Gaza to Italy”, organizzato dal Centro Italiano di Scambio Culturale “Vik” della città di Gaza, che ha portato in Italia artisti, mediattivisti, sportivi, giornalisti e studiosi palestinesi. Un gruppo di ragazzi e ragazze in grado di restituire un’immagine della loro causa e del loro paese ben diversa da quella che i media ormai veicolano quotidianamente. Opportunità cui varie strutture e associazioni, tra cui Volturno Occupato, Ostia per la Palestina e Scuola Popolare Handala, C.S.O.A. La Strada, Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, CO.R.UM. e FotografiSenzaFrontiere hanno risposto immediatamente, offrendo a questi giovani ospitalità e supporto ma soprattutto la possibilità di uno scambio culturale.

Il 3 Aprile si è svolta, presso lo stabile di Via Nola 5, l’iniziativa “Convoglio Vik Gaza to Italy, next stop: S.Cu.P! Sport e cultura popolare tra Gaza e Roma”, una delle tante iniziative che hanno attraversato il territorio romano dedicate all’incontro e al dialogo con i giovani e le giovani gazawi.

Tra i vari gruppi con cui è stato possibile confrontarsi, spicca per personalità e capacità critiche quello della Humanistic School of Philosophy, ospitata appunto a S.Cu.P!. La scuola è composta da 12 giovani filosofi, tutti abitanti della striscia di Gaza. Tra mille difficoltà la scuola è stata fondata nel 2010 da Muhammad Jihad Ismail, critico letterario e filosofo, che annovera tra i suoi autori di riferimento Karl Marx e Frantz Fanon (oltre a portare una lunga barba in onore di Fidel Castro). Il nome trae origine dal loro oggetto di studio, l’uomo, considerato in tutte le sue espressioni. Il principio basilare dal quale scaturiscono le loro riflessioni è che l’uomo sia causa di ogni conflitto, pur essendo allo stesso tempo colui che può trovarvi soluzione. Tra gli obiettivi della scuola la presa di coscienza da parte dei cittadini della Striscia dei propri diritti e doveri sociali. Un percorso possibile solo attraverso una costante attività di dialogo con la comunità internazionale e la conseguente rottura dell’isolamento. I membri della scuola si incontrano ogni martedì, all’aperto, in riva al mare o in un parco, per dialogare e discutere tra loro, ma organizzano anche attività che coinvolgono tutti i cittadini, come la presentazione di libri, a cui segue la discussione dei temi a essi legati. Non tutti i membri della scuola hanno studiato filosofia a livello accademico ma sono specializzati in altri campi, segno di una continua contaminazione tra ambiti e discipline. Alcuni di loro sono impegnanti anche in campo poetico, letterario e giornalistico. Nota dolente il fatto che la scuola non abbia ancora ottenuto alcun riconoscimento ufficiale da parte del governo: non dimentichiamo che a Gaza non esistono facoltà di filosofia ed è molto difficile reperire testi filosofici.

L’importanza di un tale dialogo con Muhammad e gli altri, si riassume nella semplicità con cui Amani Rabah, una giovane ragazza, risponde alla domanda su quale rapporto ci sia oggi tra filosofia e politica: “Ma la politica fa parte della filosofia, è un pezzo della filosofia…”

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